Il relitto del piroscafo Ischia giace sul fondale
di fronte a Punta Chiappa, sul lato occidentale del promontorio di Portofino, a
90metri di profondità. Questa nave a vapore, costruita nel 1907 e di proprietà
dell’armatore Lauro, fu una delle tante vittime del secondo conflitto mondiale,
affondata da un sommergibile inglese alla fine di febbraio del ’43. Grazie alla
vicinanza della costa, la maggior parte dei naufraghi poterono raggiungere la
riva a nuoto e, certamente infreddoliti, essere soccorsi dalla riva. L’Ischia
era lungo circa 126 metri e largo quasi 16. La nave è appoggiata sulla fiancata
sinistra, con la sezione di poppa sventrata in corrispondenza dei bighi di
carico.

Questo
relitto lo stiamo rincorrendo da circa un anno, continua a sfuggirci per tutta
una serie di sfortunati eventi, ma oggi ci siamo: è il grande giorno.
Team Ipossico al completo: Omar Novara, Dario Lupi, Andrea Alpini e Paolino
Altomare. Condizione meteo spettacolare: sole, mare forza lago, l’Ischia ci
aspetta!
Arriviamo in gruppi separati presso lo Style Diving, di San Michele di Pagana.
Effettuiamo il briefing in saletta con Marco e il suo staff dove svisceriamo
ogni aspetto dell'immersione.
L’immersione
sull'Ischia è un tuffo insidioso, logisticamente non semplice. Quota operativa
tra i 78 e 92 metri, relitto non pedagnato, relitto grande, difficile
orientarsi, in aggiunta fondale fangoso, spesso si incontra scarsa visibilità.
La pianificazione dei tempi, dei compiti assegnati ad ogni membro, è stata
"fissata" all'interno di un protocollo condiviso con tutta la
squadra, che ci permetterà di gestire l’immersione in sicurezza.
Carichiamo
l’interminabile carico di bombole in due riprese e molliamo gli ormeggi poco
dopo le dieci. A bordo il clima è sereno, un ultimo sguardo in spiaggia per
catturare qualche "bel troncone di poppa" ma aimè ci dobbiamo
accontentare, è la “sagra della vecchia”! Tra battute e qualche foto per
immortalare il momento, guadagniamo il largo e ci portiamo in direzione Punta
Chiappa.
Arriviamo sul relitto siamo sulla verticale: immobili, ecoscandaglio
segna 77/78metri, filiamo un pedagno mobile. Il lancio del pedagno è
sicuramente il momento più delicato, a mio avviso un buon 70% della riuscita
del tuffo parte da qui. Dove sarà atterrato? Avrà centrato il relitto? Non ci
rimane che andare a vedere.
Abbiamo pianificato 25minuti di fondo.
240bar di un ottimo 13/55 in un pesante 16+16 a
seguire 3 decompressive 25/35-50/15-OXY.
Siamo tutti e tre equipaggiati più o meno così in
aggiunta Omar ha una quarta stage “jolly” per tutti, con 14/50 respirabile sul
fondo in caso di necessità. Vestiamo le attrezzature, fa caldo, un paio di
secchiate d’acqua alleviamo la calura, ancora qualche sorso d’acqua e via
saltiamo! Siamo in acqua.
Ci
portiamo sul pedagno trascinati dagli scooter dei nostri soci, al segnale di ok
ci lasciamo cadere verso il fondo speranzosi di incontrare il tanto agognato
Ischia.
Apre
Omar, che con lo scooter, scende a tutto gas, a ruota noi tre. 3 minuti
78metri, murata di dritta, Il Pedagno ha fatto centro! È atterrato in
prossimità del castello di prua a filo murata e la visibilità è davvero oltre
ogni aspettativa, almeno 15/20 metri. Omar posiziona uno strobo per ritrovare
la cima, io mi lascio sfilare il castello centrale, che è diviso in due
strutture e rimane a 90°rispetto alla coperta, la nave è su fianco sinistro.
Tutto
oltre le aspettative: visibilità da urlo! Partiamo.
Sul
primo cassero troviamo un foro che ospitava il fumaiolo e le caratteristiche
prese d'aria, dove si trova un grande boccaporto che, probabilmente, porta alle
macchine. La nave ce la lasciamo a destra e ci spostiamo in direzione prua.
Entriamo in una grossa stiva dove troviamo dei bracci meccanici che servivano
per movimentare merci, usciamo e poco dopo arriviamo al cassero con ponte di
comando, contornato dalle battagliole. Personalmente queste è la zona che più
mi ha entusiasmato: la indico gasato a Dario che è lì a pochi metri da me. Tra
una grossa rete fa capolinea una bella e sfuggente musdellona e un piccola
aragosta si nasconde tra le lamiere.
Pochi
colpi di pinne arriviamo a prua, siamo sul tagliamare: un vero spettacolo. La
nave a questo punto è finita, guardo Andrea ,faccia soddisfatta, ci stacchiamo
un attimo e abbiamo una visione di insieme
anche della caratteristica prua appuntita.
Invertiamo il senso di marcia,
grosse bitte sulla coperta, dal basso verso l’alto in controluce, la
battagliola di dritta fa bella mostra. Sul fondo a 90metri vedo i resti del
fumaiolo, mi sto divertendo tantissimo e cerco di portarmi a casa più dettagli
possibili!
Siamo
al 22 e nel rientro siamo andati oltre la strobo, siamo oltre il castello
centrale, un cenno di con ad Omar, un po' di gas allo scooter e tempo zero
trova la cima per risalire. Prima di andare via una gigantesca aragosta e
venuta a farci un saluto, è davvero enorme, vorremmo stare lì a giocarci ancora
un po', ma è scoccato il 25 dobbiamo staccare!
Grazie
Ischia, ti sei mostrato in tutto il tuo splendore, non pensavo fossi cosi
bello! Ora abbiamo da scontare 100 minuti di decompressione: tappa dopo tappa
il gruppo si compatta, segni di soddisfazione, i "give me five"
abbondano, laggiù abbiamo vissuto un esperienza unica.
A
40metri arriva sub di assistenza, gli segniamo che è tutto ok. Poco dopo gli
molliamo qualche bombola che non serve più e al 125’ ritorniamo all’aria. Vedo
le facce dei miei buddy non lasciano dubbio alcuno, super soddisfatti, grande
immersione ,grande team, sono certo che in nel prossimo futuro ci toglieremo
ancora delle belle soddisfazioni!!