L'UJ
si presume essere uno dei tanti pescherecci d’altura che sono stati convertiti
in cacciasommergibili. Presumibilmente ex Alfred costruito nel 1926 dai
Cantieri ATELIER. Affondò poco fuori del golfo di Genova il 20 febbraio del
1944 in seguito a probabile urto con una mina.
La
giornata parte presto la sveglia suona alle 6:00, la macchina è bella carica
con bibo e 4 stage, tutto pronto per sciropparmi in solitaria questi 170km che
mi separano dal Centro sub Tigulio (Genova).
Oggi sono solo soletto, Dario è a casa con un fastidioso male all’orecchio, Andrea alle Maldive, ma la mia voglia di portare a casa questa immersione è inarrestabile. A settembre abbiamo cercata di organizzarla ben due volte ma poi eventi vari hanno fatta sfumare. Decido di organizzare e pianificare questa discesa con Filippo.

Durante il viaggio penso ai motivi che mi spingono a fare queste immersioni, la risposte e che sono diversi,tra cui la curiosità, incognita della scoperta di un posto nuovo
sui cui immergersi, la vittoria sulle nostre paure, le forti emozioni
interiori che queste discese generano che gratificano regalandoci benessere e autostima.
Arrivano anche gli altri compagni di viaggio: 2 divers di Verona anche loro in CA, con 20+20 e 5 stage a testa più scooter, sono davvero strong hanno pianificato 35/40 di fondo.Arriva il mio buddy Filippo e Alberto unico in circuito chiuso.
Tra uno sfottò e qualche bestemmia carichiamo il gommone con i nostri pesantissimi bibombola e prendiamo il largo poco dopo le 9:30.
Alla guida Dario Neli, assistenza in barca Simone.
L'Immersione
sul uj 2208 è da considerarsi un tuffo davvero impegnativo. Decisamente più
complesso rispetto all’uboot. Il relitto appoggia su un fondale di 105mt la
coperta è sui 95/97, la mitragliatrice di poppa a 90mt. La nave giace poco
fuori il porto di Genova, spesso le condizioni di visibilità sono davvero
scarse, in aggiunta sul relitto ci sono moltissime lenze e filaccioni.La poppa
è avvolta da diverse reti e per non farci mancare nulla, abbiamo una bella rete
“fresca” sulla cima di risalita da 20 a 90 mt.
Per queste immersione abbiamo pianifico 18/20 minuti di fondo dipende dalla visibilità che troveremo.
Nel 16+16 ho 230 bar di un ottimo 12/60,
al fianco sinistro, 2 S80 con 20/45 e 50/15
al fiano destro 7litri di ossigeno, tra le chiappe 7litri con 35/30.
I primi a saltare sono i ragazzi Verona, a seguire arriviamo noi
Scendiamo nuovamente sull’elica ,si vede davvero
bene e il passaggio tra le reti e davvero suggestivo.Risaliamo sulla coperta
ci gustiamo la doppia canna della mitragliatrice a 88/90 mt è arrivato il 18 minuto, stacchiamo.
I Ragazzi
di Verona sono ancora giù sul relitto, stanno facendo davvero un tuffone. Il
relitto non è molto grande e merita sicuramente qualche altro
tuffo, sperando in un visibilità migliore, vedremo di
attrezzarci con un macumba!!! Sono soddisfatto di come abbiamo
gestito il giro e immersione sicuramente non facile. Dopo poco più di un ora
arriva Dario a cui molliamo le decompressive che non usiamo più e dopo 120 minuti torniamo in superfice a scambiarci le nostre impressioni.Ci mangiamo
un buon panino, un muffin al cioccolato, un buon the caldo, e aspettiamo i
nostri compagni di viaggio che riemergeranno dopo ben 200 minuti!!! Tanta
robba complimenti un tuffo del genere in circuito aperto è davvero notevole!
PS :Foto subacquee fonte WEB
Questo video non fà riferimento allo scritto, ma ad un tuffo fatto qualche settimana fa da due membri del team: Andrea Alpini e Dario Lupi.
Relitto abbondantemente esplorato, ma il video documenta pur sempre lo stato di conservazione attuale!
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