Emozioni Profonde è un diario di immersioni tecniche svolte in quasi 15 anni di attività.
Una vasta raccolta di foto e video delle più suggestive e impegnative immersioni tecniche Italiane.
Un viaggio di emozioni tra tuffi in Liguria, Calabria, Sardegna, Toscana passando per i report dei corsi svolti nelle acque del lago di Como.
Tra il porto di Arenzano ed il relitto della Haven c'è una secca
chiamata "Secca dei due balconi". È caratterizzata da un
insieme di rocce e pinnacoli che si ergono da un fondale fangoso di circa
45 metri. Proprio il fango rende la visibilita' sempre piuttosto scarsa.
Tutte
le rocce sono incredibilmente tappezzate da gorgonie rosse, gialle e camaleont
di notevoli dimensioni. Fortunatamente la mucillagine che imperversa sul parco
di Portofino qui sembra non esistere... gorgonie pulite e tutte aperte, un vero
spettacolo
Il punto, nel tratto di mare
antistante Spotorno a destra dell'isolotto di Bergeggi, si sviluppa tra i 70 e
gli 80 metri di profondità, ed è un rigoglio incredibile di vita.
Erano tre anni che non mi
immergevo qua e a questo giro, devo dire, sono rimasto abbagliato dalle
gorgonie rosse ignorando quasi i cespugli di corallo nero che si trovano un po'
più "avanti".
Qualche preoccupazione durante
la discesa, mare blu elettrico tra 0 e 30, al 40 troviamo torbo con
sospensione, ahinoi penso, e invece sotto i 50 si "apre". Dai 60 in
giù ridiventa ottima, regalando così questo giardino incantato in tutto il suo
splendore.
Il piroscafo postale
Ravenna è un relitto affondato al largo di Andora su un fondale tra gli
83/90mt.
L'affondamento è stato
causato da parte di un sommergibile tedesco. Era il 1917, prima guerra
mondiale, i 272 naufraghi furono salvati grazie all'intervento da terra, ci
furono 6 morti.
Il Ravenna non è un tuffo
semplice, spesso spazzato da forti correnti sia in superficie che sul fondo,
che richiedono un'attenta assistenza logistica e un'attenta pianificazione del
tuffo.
Per questa immersione ci
siamo affidati ai ragazzi dello Sport 7 di Andora, è il diving più accreditato
per organizzare questo tuffo.
Il team è composto da:
Filippo Mauri (primo tuffo sul Ravenna nel 2006 quando a bordo c'erano ancora i
passeggeri -cit.), Luigi Bagnasco (unico diver in eccr con cui ci siamo
già immersi sia sul Ravenna che su altri relitti fondi a tre cifre), Dario Lupi
(buddy decennale e cameramen del gruppo), e, infine, il sottoscritto l’organizzatore.
Ad aspettarci ad Andora
Stefano Dal Dosso e il suo staff. Oggi vareremo il gommone per la nuova
stagione 2021 avendo anche occasione di battezzare i nuovi tubolari. Saluti di
rito e subito sotto a caricare le nostre attrezzature.
Bibo e 3 stage per noi in
circuito aperto, Reb e 4 stage per Luigi, tutti con scooter: impensabile fare
questa immersione senza.
Poco dopo le 9 molliamo
gli ormeggi, il sole si fa largo tra le nuove come da previsioni. Oltre ai noi
ci sono 4 assistenti di superficie, dettaglio non da poco per gestire al meglio
le fasi di vestizione e di entrata in acqua, qui particolarmente delicate.
Dopo pochi minuti di
navigazione, accendiamo l'ecoscandaglio ed ecco apparire il Ravenna.
Sulla verticale troviamo
un pescatore che è posizionato esattamente dove solitamente Stefano lancia il
pedagno, ci assicuriamo che non sia ormeggiato e che non ci crei impicci,ci
spostiamo di poco e lanciamo... la cima si srotola e corre a tutta velocità
verso il fondo. Ora aspettiamo il verdetto della corrente, vera insidia di
questa immersione.
Ripassiamo sulla cima di
discesa e sembra che ci dica bene: oggi non c'è corrente o quanto meno ce n'è
poca!! il verdetto unanime di Stefano e dello staff ci rassicura: oggi non ci
sarà da "tribulare" è quello che volevo sentirmi dire:
Fantastico, si va!
Come da schema accordato
vestiamo tutti quattro bibo e reb sul gommone ma poi salteremo in acqua a
coppie di due. I primi Luigi e Dario, hanno le telecamere e hanno bisogno di
qualche minuto in più per sistemarsi in superficie, a seguire io e Filippo.
Tutti saltiamo con due stage già clippate sul gommone, al fine di evitare al
minimo lo scarroccio in superficie vestendo cosi in acqua solo ossigeno e
scooter.
E' il nostro turno: gav
gonfio, capriola, in acqua, acchiappa lo scooter, stage di oxy e prontissimo a
guadagnare la cima, se non prima di rischiare che Filippo mi cadesse
addosso con il suo d18 prontamente avvisato dallo staff che la sotto c'ero
io!!!
Finalmente ci siamo,
pronti per questa avventura, radunati a pelo d'acqua al segno di ok si
parte a tutto gas verso il Ravenna.
La discesa scorre bene,
la corrente non manca ma è gestibile, certo non bisogna distrarsi, diversamente
di perderebbe la cima. Filippo arriva giù in due minuti, Luigi posiziona la
strobo, si apre il sipario: il Ravenna ci mostra subito la sua parte
migliore.Il pedagno è caduto proprio nella parte più suggestiva della nave: la
prua.
L'impatto è notevole,
rivolto verso l'alto, con il suo fantastico tagliare avvolto da grossi rami di
corallo nero, non ti può lasciare indifferente.
La visibilità è più che
buona, siamo a 90 metri c'è luce, c'è chiarore, il fondo di sabbia bianca crea
luminosità. La nave è divisa in tre parti la prua dove siamo atterrati ,la
parte centrale e la poppa.
Ci dirigiamo verso il
corpo centrale, davanti a noi la stiva di prua dove grosse balle di cotone
fuoriescono, ai lati grossi rami di corallo nero un pò ovunque. Attraversiamo
la nave al centro sorvolando il cassero, nel mezzo trovo il fumaiolo o quanto
meno la zona che l'ospitava, ci portiamo sulla murata di sinistra e ci
dirigiamo verso poppa. Su questo relitto sia dal primo tuffo ho sempre avuto un
bel senso dell'orientamento, sarà come è fatto, ma si riescono a prendere dei
buoni riferimenti. Giriamo intorno alla poppa, cerco la pala dell'elica
ma non la trovo, ci riportiamo sulla murata di destra passando dalla stiva di
poppa anche lei piena di grosse balle di cotone. La murata di dritta è un
immersione a se. Trattasi di un parete completamente tappezzate da gorgonie
bicolori che assieme a corallo nero presenti ovunque fanno di questa immersione
un tuffo naturalistico e tuffo sul relitto assieme. Mi riporto nuovamente
sulla prua e sul tagliamare, mi stacco per avere una visione dal basso verso
l'alto, il controluce con la battagliola e il corallo nero è un incanto.
Trascorro ancora qualche minuto e vedo una grossa granceola, la indico prima a
Filippo, il quale si rende conto che è prigioniera in una rete. Sta quasi
arrivando il 25' ma non si perde d'animo e coltello alla mano la libera, gran
gesto.
Il tempo di fondo è
finito, per 25 di fondo tra gli 80/90mt ora ci spettano 100 minuti di
decompressione.
La decompressione scorre
avvolta nei nostri pensieri tra cambi gas e giri bombole, ai 21 mt ci spostiamo
tutti lungo la cima calata dalla superficie cosi da sganciarci dalla cima
principale e andare in drift.
Riemergo per primo al
124' , a seguire siamo tutti sul gommone , felici ce la raccontiamo
soddisfatti per la bellissima esperienza vissuta.
Si rientra in porto tra fiumi di parole e dopo
aver scaricato si festeggia tutti assieme con le gambe sotto il tavolo.
L'ospitalità del diving 7 di Andora è davvero al top, almeno una decina di
bottiglie di prosecco, spaghettino di pesce, dolce, caffe e ammazza caffè.
Grande assente l'acqua gasata o liscia, la prossima volta la portiamo noi :) :) :)