L'immersione sul relitto
delle catene è affascinante per via della posizione del relitto stesso. La
poppa, appoggiata sul ciglio della scarpata che scende ripida oltre i 200m, è
la parte più scenografica della nave insieme all'elica e al timone, entrambi
sospesi nel vuoto a 115m.
Risalendo sulla coperta sono visitabili due stive ancora piene di catene e di materiale ferroso.
Risalendo sulla coperta sono visitabili due stive ancora piene di catene e di materiale ferroso.
A volte penso che
spiegare alle persone non addette “ai lavori”
cosa ci spinge a fare queste immersioni sia complesso.
I motivi che ci spingono a fare queste
immersioni sono diversi: la curiosità, l'incognita della scoperta di un posto
nuovo sui cui immergersi, le forti emozioni interiori, l'adrenalina, il benessere e la scoperta del tuo 'Io' interiore più nascosto.
Per quei 20 minuti pianificati sul
fondo, hai la testa piena per tutta la settimana che passa tra analisi,
ricariche, pianificazione, confronti su scenari di emergenza, strategie
decompressive: noi malati di tekdives
amiamo tutto questo!!
Veniamo al tuffo.
L'imbarco è
fissato al Centro Sub Tigulio dove ad aspettarci troviamo il capitano Dario Nelli, sua moglie Barbara
e gli amici "rebritheristi" Emanuele e Davide.
Siamo tutti abbastanza
concentrati, un po' di tensione aleggia nell’aria prontamente smorzata dal buon Darione Nelli. Completiamo il montaggio e il check attrezzature, carichiamo il
gommone. Prima di vestire la muta, bevo
abbondantemente (sono 2 giorni che bevo), mangio un paio di crostatine al
cioccolato, un ultima pisciatina... e via prendiamo il largo!
La giornata è calda, usciamo lentamente dal porto, Il relitto non è
lontano, è poco fuori.
10 minuti e ci siamo, ecco apparire il pedagno di
superficie: l'acchiappiamo con il mezzo marinaio e diamo inizio alle danze.
I primi a saltare in acqua
sono i ragazzi con il reb, hanno pianificato un tuffo da 200 minuti e 30 di
bottom, noi bombolari abbiamo pianificato 20@100 ma se la visibilità sarà brutta
tagliamo anche prima.
Per questa immersione il
nostro piccolo team ipossico è al completo: Oman Novara, Dario Lupi e il
sottoscritto. Mix uguali per tutti, anche
se avremo dei piani decompressivi leggermente diversi.
Bottom gas 10/70 in bibombola
16+16. 4 Gas deco 18/45-35/30-50/20 Ossigeno. Tutte S80 tranne 35/30 7litri.
Visto i
carichi da trascinarsi decido di noleggiare lo scooter.
Non avendolo
di proprietà mi capita spesso di noleggiandolo, in alcune occasioni i miei amici me
lo prestano, mai un problema, ma questa
volta ho commesso un errore.È bene raccontare anche quando si fanno
cazzate e non solo quando le cose vengono fuori bene! 😊
Lo scooter noleggiato è un
Suex con potenziometro e accensione a grilletto nulla di trascendentale, il classico Suex che ho già usato
diverse volte, purtroppo la cima di fissaggio all’imbrago non era minimamente
regolata, io non ho notato questo particolare e la cosa l‘ha reso ingestibile: insomma da mezzo di supporto si è rivelato un bell’impiccio in più da gestire,
diciamo una 5stage ☹
Tra lo scooter non settato
correttamente e una stage da riconfigurare in superficie perché l’erogatore si è sfilato , partiamo per questa discesa a 100mt: è lì che avremo il punto di
contatto con il piroscafo Nina.
La discesa parte con la 18/45
che utilizzo fino a 20mt poi passo la bibo, check a 20mt ok a Omar e giù!!!!
durante i 3 minuti di discesa cerco di far rientrare un po' di stress che ho
avuto nella preparazione, passati i primi 30metri prendiamo decisamente velocità
ed eccoci, ci siamo: 3 minuti si apre il sipario
-98mt base del pedagno.
20 secondi fisso una strobo ,
alzo un po' di polvere, ci siamo, pronti a partire.
Ci lasciamo cadere oltre la
poppa, fondo -115mt. La miscela che sto respirando mi da un end di circa 20mt ,
lo spettacolo è pazzesco. Alzo lo sguardo e dal fondo vedo nitidamente la poppa che mi sovrasta
15metri sopra. La visibilità è ottima, vedo anche buona parte della murata di
sinistra. Il Timone ed l'elica a 4 pale sono giganteschi, le dimensioni sembrano
quelle del elica dell’Haven. Cerco e trovo una
gorgonia che si trova dietro l'elica, sono rilassato, me la sto godendo. La visione di insieme di questa parte dello scafo è super! Questa è l'immagine che volevo portarmi a casa del Nina, sono davvero contento!
Vedo le luci della camera di
Dario che stanno riprendendo. Una volta in superficie, ahimè, mi dirà che il vetrino dello scafandro non ha retto
alle 12,5 ata e si è crepato.
Risaliamo sulla coperta, la
situazione di visibilità è decisamente diversa: due/tre metri al massimo. Decidiamo comunque di entrare nella prima stiva, Omar scorge la luce di via. Nel Torbone alle mie spalle vedo Dario, ci sono
molte lenze, vedo il tubo di rivestimento dell’elica e qualche catena sul fondo,
sul soffitto della stiva, invece, ci sono del conformazioni batteriche rosse di rustiti. Omar si affaccia sulla seconda stiva e trova una bella aragosta ad aspettarlo.
Siamo al 15, stiamo nuotando in un bel torbone, decidiamo quindi di girare i tacchi di riportarci a poppa. Ne approfitto però per lasciarmi cadere ancora un po' verso il fondo e dare un’ultima occhiata dall’alto verso il timone. Poi via, al 19’ stacchiamo. Davanti a noi 120minuti di decompressione per
un runtime totale di 140’ che scorre tra cambi gas, tappe, rotation bombole e
rispetto del runtime.