sabato 8 settembre 2018

Trimix dive: Piroscafo Ravenna 90 metri

La storia del Ravenna è la storia di una nave che ha segnato la vita di migliaia e migliaia di italiani che hanno deciso di emigrare dall'Italia alle Americhe, in anni contrassegnati da grandi rivoluzioni e scoperte ma, soprattutto, anni di guerra, di sofferenza e di povertà.
Varato con il nome di 'Ravenna' il 2 marzo 1901, il piroscafo era lungo 110 metri, larga 13 e stazzava 4.100 tonnellate. Era equipaggiato con un motore a vapore a triplice espansione che gli permetteva di raggiungere i 12 nodi. Il Ravenna poteva ospitare 42 persone in cabina di prima classe e oltre 1.250 passeggeri nelle grandi camerate comuni riservate alla 3° classe. Il suo impiego principale fu quello di piroscafo postale ma fu adibito al trasporto degli emigranti che, a partire dai primi del 1900, abbandonavano in massa l’Europa per cercare fortuna nel nuovo mondo.
Nel 1913 viene nuovamente impiegata al servizio civile e concluderà la sua carriera il 4 aprile 1917, al largo di Capo Mele, quando venne silurata ad opera del sottomarino tedesco U52, agli ordini del comandante Hans Walther.

L'immersione sul piroscafo postale Ravenna ormai ci sfugge da 3 anni. Non ricordo più quante volte abbiamo cancellato per cattive condizioni meteo. Organizzare questo tuffo non è stato semplice, i diving accreditati sono pochi.
Oggi, grazie all'amico Gianni Escuriale, siamo riusciti a fissare un imbarco con il diving Sport7 di Andora. È il nostro giorno, il Ravenna ci aspetta!!!
La settimana scorre veloce tra pianificazioni, ricariche, recupero attrezzature (scooter): il tempo sembra essere perfetto, mare calmo e sole.
La sveglia suona alle 6:30, l'appuntamento è ad Assago dove incastriamo tonnellate di attrezzatura nella macchina di Dario e via, si parte direzione Andora.
Per questa immersione il team è composto da Filippo Mauri, Dario Lupi e il sottoscritto, purtroppo Gianni e Monica hanno avuto un piccolo incidente domestico e non potranno partecipare, mi spiace è proprio grazie a loro se oggi siamo qui.
Dopo aver percorso 200km si arriva al diving, l'accoglienza è calda e troviamo uno staff attento e gentile, cosa che non guasta.
Facciamo un briefing sulle procedure, sulla gestione delle emergenze, su come verrà calato il pedagno e su cosa troveremo lunga la cima coma gas per emergenze. Dopo aver caricato il gommone alle 10:30 molliamo gli ormeggi.

Di fronte a noi l'isola della Gallinara, la giornata è splendida e ci lasciamo alle spalle Capo Mele, da lì a poca distanza si trova il nostro relitto.
L'immersione sul Ravenna è un tuffo molto insidioso e complesso. Il relitto poggia su un fondo di 90mt la profondità minima è 82metri, non c'è pedagno fisso e il relitto è spesso investito da forti correnti che ne impediscono l'immersione. Giusto per dare un idea della complessità: ho diversi amici che non sono riusciti a scenderci anche se scooterarti.
Ci siamo, Stefano inizia a scandagliare il fondale ed ecco apparire il Ravenna sull'eco.
Viene filato un pedagno mobile. Il lancio è sicuramente il momento più delicato, a mio avviso un buon 70% della riuscita del tuffo parte da qui.
Un attimo di esitazione poiché c'è una rete o un palamito proprio vicino al relitto, andiamo a verificare è un palamito!!Faremo attenzione!!! Si va!!
Ci assicuriamo che il pedagno sia sopra il relitto ora tocca a noi , diamo inizio alla danze!
Per questa immersione abbiamo pianificato 25minuti a 90metri. Sulle spalle 250bar di 13/55 in un pensate bibombola 16+16. Per la decompressione userò tre stage s80: 21/35- 50/20 -0XY.
In superficie non c'è corrente, lo staff ci aiuta nel  rito della vestizione, capriola e siamo in acqua!
Ci portiamo sul pedagno trascinati dagli scooter: al segnale di ok ci lasciamo cadere verso il fondo speranzosi di incontrare il tanto agognato Ravenna.
L'acqua è lattiginosa, scendiamo decisi e tranquilli ma sorpassati i 30metri una sgradita sorpresa: veniamo investiti da una fortissima corrente che contrastiamo a fatica con gli scooter. La corrente purtroppo è su tutta la colonna d'acqua  dai 30 a 90mt.
Mentre scendo la visibilità peggiora decisamente, ci siamo ecco il relitto, il pedagno ha fatto centro è dentro il relitto a 90mt.
Attacco uno strobo alla cima, ci indicherà la via del rientro. Come spesso accade quando si arriva su un relitto nuovo ci vuole un attimo per orientarsi, ma gli studi fatti a secco su vari disegni aiutano.

cassero centrale
Il pedagno è atterrato a centro nave lato di prua. Nella zona centrale c'è il cassero, abbastanza collassato, ci sono i camminamenti, spostando lo guardo verso l'alto vedo i bighi per la scialuppe di salvataggio. Subito mi saltano all'occhio della balle di lana grezza che facevano parte del carico della nave. Prendiamo la murata di sinistra, direzione poppa tra grossi boschi di corallo nero che colonizzano tutte le strutture ci sono pezzi di reti che attraversano il relitto.


Sulla coperta ci sono due grossi argani, arriviamo a poppa, è qui che c'è stata l' esplosione, una sovrastruttura di un piccolo cassero o quello che ne rimane fa bella mostra. Gli giriamo intorno e ci riportiamo in direzione prua, seguendo la murata di dritta che, probabilmente essendo quella più esposta alla corrente, è completamente ricoperta da gorgonie bicolori gialli e rosse ,lo spettacolo è mozzafiato, una tavolozza di colori unica, stiamo facendo due immersioni in una: una su bellissimo relitto e l'altra naturalistica!

la prua volta verso alto, staccata dal relitto







Verso prua il relitto è stato smembrato dalla mine elettriche usate dall'equipaggio della nave Rostro ingaggiata del recupero del carico. Poco distante, staccata, c'è la prua volta verso l'alto, il controluce della prua con il tagliamare contornato dalle battagliola e dei boschi di corallo nero, a mio avviso sono la parte più accattivantie della nave. In questa zona la corrente si fa sentire tira parecchio, lo strobo si vede a distanza, è il 23' abbiamo ancora qualche minuto,un ultima scooterata sulla murata al 25' stacchiamo. Filippo prende il pedagno e lo porta fuori dal relitto in modo tale da non incagliarlo, la cima scarroccia trasportata dalla corrente e noi con lei.

Avvolto nei miei pensieri inizio la risalita. -85mt,  un botto pazzesco mi fa saltare il cuore in gola, una fiume di bolle mi travolge, non capisco, in due secondi netti chiudo manifold e primario, apro la 21/35 che respirabile poco più in alto a 70mt. Un'occhiata ai manometri: ho ancora 100 bar nel bibo, non è quindi da li che sto perdendo gas. Allora gonfio la stagna, il bombolino è vuoto… (saltato valvolino di sovra pressione primo stadio, da approfondire).



profilo 25@90
nel blu :decotime



Vabbè un po' preoccupato continuo la mia risalita rispettando il runtime e, a 66mt, passo alla 21/35, mi tranquilizzo riapro il manilfod, ho ancora il mio gas: bene. Completiamo la deco, tra palamiti e tonnetti che ci nuotano intorno, al 130 torniamo all’aria. Dal gommone ci chiedono come è andata, le nostre facce soddisfatte e i nostri sorrisi la dicono tutta.
Si rientra al porto tra fiume di parole,  ad aspettarci ultima tappa deco, quella più importante, quella con le gambe sotto al tavolo.
La deco di superficie prevede ogni ben di Dio: antipasti, pasta con pesce, vinello, dolci e caffè: davvero un servizio strepitoso del diving sport 7 di Andora.

Che dire... sono molto contento, per essere il primo tuffo sul Ravenna siamo riusciti a girarlo da poppa a prua, abbiamo complessivamente avuto una buona visione di insieme e di dettaglio. Il relitto è piccolo e lo giri bene, è molto colorato e sicuramente la corrente e la profondità sono da gestire con attenzione, il tempo di fondo è volato!





Torneremo presto per bissare il Ravenna!!



Ravenna Wreck: Rusted Iron Cut from Dario Lupi on Vimeo.

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