La storia
del Ravenna è la storia di una nave che ha segnato la vita di migliaia e migliaia di italiani che hanno deciso di emigrare dall'Italia alle Americhe, in anni contrassegnati da grandi rivoluzioni e scoperte ma, soprattutto, anni di guerra, di sofferenza e di povertà.
Varato con il nome di 'Ravenna' il 2 marzo 1901, il piroscafo era lungo 110 metri, larga 13 e stazzava 4.100
tonnellate. Era equipaggiato con un motore a vapore a triplice espansione che gli permetteva di raggiungere i 12 nodi. Il Ravenna poteva ospitare 42 persone in
cabina di prima classe e oltre 1.250 passeggeri nelle grandi camerate comuni
riservate alla 3° classe. Il suo impiego principale fu quello di piroscafo
postale ma fu adibito al trasporto degli emigranti che, a partire dai primi del 1900, abbandonavano in massa l’Europa per cercare fortuna nel nuovo mondo.
Nel
1913 viene nuovamente impiegata al servizio civile e concluderà la sua carriera il 4 aprile 1917, al largo di Capo Mele, quando venne silurata ad opera del sottomarino
tedesco U52, agli ordini del comandante Hans Walther.
L'immersione sul piroscafo postale Ravenna ormai ci sfugge da 3 anni. Non ricordo più quante volte abbiamo cancellato per cattive condizioni meteo. Organizzare
questo tuffo non è stato semplice, i diving accreditati sono pochi.
Oggi, grazie all'amico Gianni Escuriale, siamo riusciti a fissare un imbarco con il diving Sport7 di Andora. È il nostro giorno, il Ravenna ci aspetta!!!
La settimana scorre veloce tra pianificazioni, ricariche, recupero attrezzature
(scooter): il tempo sembra essere perfetto, mare calmo e sole.
La
sveglia suona alle 6:30, l'appuntamento è ad Assago dove
incastriamo tonnellate di attrezzatura nella macchina di Dario e via, si parte direzione Andora.
Per questa
immersione il team è composto da Filippo Mauri, Dario Lupi e il
sottoscritto, purtroppo Gianni e Monica hanno avuto un piccolo incidente
domestico e non potranno partecipare, mi spiace è proprio grazie a loro se
oggi siamo qui.
Dopo
aver percorso 200km si arriva al diving, l'accoglienza è calda e troviamo uno
staff attento e gentile, cosa che non guasta.
Di
fronte a noi l'isola della Gallinara, la giornata è splendida e ci lasciamo alle
spalle Capo Mele, da lì a poca distanza si trova il nostro relitto.
L'immersione
sul Ravenna è un tuffo molto insidioso e complesso. Il relitto poggia su un
fondo di 90mt la profondità minima è 82metri, non c'è pedagno fisso e il relitto è
spesso investito da forti correnti che ne impediscono l'immersione. Giusto per dare un idea della complessità: ho diversi
amici che non sono riusciti a scenderci anche se scooterarti.
Ci
siamo, Stefano inizia a scandagliare il fondale ed ecco apparire il Ravenna sull'eco.
Viene filato un
pedagno mobile. Il lancio è sicuramente il momento più delicato, a
mio avviso un buon 70% della riuscita del tuffo parte da qui.
Un attimo di esitazione poiché c'è una rete o un palamito proprio vicino al relitto, andiamo a verificare è un palamito!!Faremo attenzione!!! Si va!!
Un attimo di esitazione poiché c'è una rete o un palamito proprio vicino al relitto, andiamo a verificare è un palamito!!Faremo attenzione!!! Si va!!
Ci assicuriamo
che il pedagno sia sopra il relitto ora tocca a noi , diamo inizio alla danze!
Per
questa immersione abbiamo pianificato 25minuti a 90metri. Sulle
spalle 250bar di 13/55 in un pensate bibombola 16+16. Per
la decompressione userò tre stage s80: 21/35- 50/20 -0XY.
In
superficie non c'è corrente, lo staff ci aiuta nel rito della vestizione, capriola
e siamo in acqua!
Ci portiamo sul pedagno trascinati dagli scooter: al segnale di
ok ci lasciamo cadere verso il fondo speranzosi di incontrare il tanto agognato
Ravenna.
L'acqua
è lattiginosa, scendiamo decisi e tranquilli ma sorpassati i 30metri una
sgradita sorpresa: veniamo investiti da una fortissima corrente che contrastiamo
a fatica con gli scooter. La corrente purtroppo è su tutta la colonna
d'acqua dai 30 a 90mt.
Mentre
scendo la visibilità peggiora decisamente, ci siamo ecco il relitto, il
pedagno ha fatto centro è dentro il relitto a 90mt.
cassero centrale |
Il
pedagno è atterrato a centro nave lato di prua. Nella zona centrale c'è il
cassero, abbastanza collassato, ci sono i camminamenti, spostando lo
guardo verso l'alto vedo i bighi per la scialuppe di salvataggio.
Subito mi saltano all'occhio della balle di lana
grezza che facevano parte del carico della nave. Prendiamo la
murata di sinistra, direzione poppa tra grossi boschi di corallo nero
che colonizzano tutte le strutture ci sono pezzi di reti che
attraversano il relitto.
Sulla
coperta ci sono due grossi argani, arriviamo a poppa, è qui che c'è stata
l' esplosione, una sovrastruttura di un piccolo cassero o quello che ne
rimane fa bella mostra. Gli giriamo intorno e ci riportiamo in direzione
prua, seguendo la murata di dritta che, probabilmente essendo quella più
esposta alla corrente, è completamente ricoperta da gorgonie bicolori gialli e
rosse ,lo spettacolo è mozzafiato, una
tavolozza di colori unica, stiamo facendo due immersioni in una: una su bellissimo relitto e l'altra naturalistica!
![]() |
la prua volta verso alto, staccata dal relitto |
Verso prua il relitto è stato smembrato dalla mine elettriche usate dall'equipaggio della nave Rostro ingaggiata del recupero del carico. Poco distante, staccata, c'è la prua volta verso l'alto, il controluce della prua con il tagliamare contornato dalle battagliola e dei boschi di corallo nero, a mio avviso sono la parte più accattivantie della nave. In questa zona la corrente si fa sentire tira parecchio, lo strobo si vede a distanza, è il 23' abbiamo ancora qualche minuto,un ultima scooterata sulla murata al 25' stacchiamo. Filippo prende il pedagno e lo porta fuori dal relitto in modo tale da non incagliarlo, la cima scarroccia trasportata dalla corrente e noi con lei.
Avvolto nei miei pensieri inizio la risalita. -85mt, un botto pazzesco mi fa saltare il cuore in gola, una fiume di bolle mi travolge, non capisco, in due secondi netti chiudo manifold e primario, apro la 21/35 che respirabile poco più in alto a 70mt. Un'occhiata ai manometri: ho ancora 100 bar nel bibo, non è quindi da li che sto perdendo gas. Allora gonfio la stagna, il bombolino è vuoto… (saltato valvolino di sovra pressione primo stadio, da approfondire).
Vabbè
un po' preoccupato continuo la mia risalita rispettando il runtime e, a 66mt, passo alla 21/35, mi tranquilizzo riapro il manilfod, ho ancora il mio gas: bene. Completiamo la deco, tra palamiti e tonnetti che ci nuotano intorno, al 130 torniamo all’aria. Dal gommone ci chiedono come è andata,
le nostre facce soddisfatte e i nostri sorrisi la dicono tutta.
Si
rientra al porto tra fiume di parole, ad aspettarci ultima tappa deco, quella più importante,
quella con le gambe sotto al tavolo.
La deco di superficie prevede ogni ben di Dio: antipasti, pasta con pesce, vinello, dolci e caffè: davvero un servizio strepitoso del diving sport 7 di Andora.
Che dire... sono molto contento, per essere il primo tuffo sul Ravenna siamo riusciti a girarlo da poppa a prua, abbiamo complessivamente avuto una buona visione di insieme e di dettaglio. Il relitto è piccolo e lo giri bene, è molto colorato e sicuramente la corrente e la profondità sono da gestire con attenzione, il tempo di fondo è volato!
Che dire... sono molto contento, per essere il primo tuffo sul Ravenna siamo riusciti a girarlo da poppa a prua, abbiamo complessivamente avuto una buona visione di insieme e di dettaglio. Il relitto è piccolo e lo giri bene, è molto colorato e sicuramente la corrente e la profondità sono da gestire con attenzione, il tempo di fondo è volato!
Torneremo
presto per bissare il Ravenna!!
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