giovedì 3 luglio 2025

Ischia Punta Sant’Angelo Trimix dive 115mt

 

Dopo qualche mese di pausa, il blog torna a respirare... anzi, a prerespirare!
Questa volta vi porto con me in un’avventura subacquea tra Ischia, Positano e Procida, con quattro immersioni da sogno e una squadra di buddy ormai collaudata:

  • Paolo Pellegrini (JJ ECCR diver)
  • Dario Lupi (Inspiration ECCR diver)
  • Paolino Altomare (Megalodon ECCR diver)
  • Filippo Mauri (CA diver)

Partenza comoda il giovedì, direzione Miseno, e già venerdì eravamo in acqua per la prima immersione: il relitto del Valsavoia, al largo di Positano, con imbarco da Castellammare.
Per questa spedizione ci siamo affidati allo Stabia Diving Center di Bruno Schisa e Antonio Lettini.

Sul “Valsa” c’eravamo già stati nel 2018, allora in circuito aperto. Tornarci oggi con i rebreather ci ha regalato un tempo di fondo più generoso — circa 40 minuti — e la possibilità di esplorare ogni angolo del relitto.
A mio avviso, resta uno dei migliori mai fatti: strutture ancora integrecannone a poppacassero a prua con diversi punti d’ingresso, corallo nero sulle murate e una visibilità eccezionale. Oggi, tra l’altro, è sempre meno frequentato: un vero gioiello sommerso.

Punta Sant’Angelo: la regina di Ischia

Dopo le tre ore complessive di runtime del giorno prima, il sabato ci siamo diretti verso la leggendaria parete di Punta Sant’Angelo, a Ischia.
Considerata una delle più belle e profonde del Mediterraneo, questa immersione è un must per ogni sub tecnico che si rispetti.






Durante la navigazione ci prepariamo: fa caldo, e vogliamo essere pronti a entrare in acqua appena il gommone si ferma.
Ormeggiamo vicino alla punta, dove c’è anche un’altra barca. Un tuffo per rinfrescarci, poi si vestono i reb, si completano i check, e si parte.
Con noi oggi c’è anche Bruno. Si scarica il gav, scooter in avanti... e giù!

Attraversiamo due grandi rocce e la parete si apre sotto di noi, imponente. La teniamo sulla destra e ci lasciamo scivolare lungo questa murata che sembra non finire mai.

Durante il briefing ci eravamo dati un limite di 100 metri, ma la bellezza del sito ha avuto la meglio: quasi nessuno è riuscito a trattenersi.
Io tocco i 115 metri, poi risalgo per ricongiungermi al gruppo a 90 metri. Scooter a manetta verso due pinnacoli a 75 metri: un vero bosco di gorgonie bicolore.



Paolo mi segnala un gattuccio enorme, completamente fuori tana. Foto, video, e si riparte.
Ci spostiamo in una zona dominata dalle Gerardia savaglia, giallo vivo, spettacolari. Poco più in là, un pesce San Pietro: lo rincorriamo con gli scooter.

50 metri le gorgonie bicolori lasciano spazio a quelle rosse e alle Eunicella cavolinii. Nelle spaccature, colonie di gamberi Parapandalus si muovono freneticamente.

Il TTS ci avvisa: runtime totale 180 minuti. È ora di iniziare la risalita e la decompressione.
Seguiamo la parete, che continua a regalarci incontri: salpe, castagnole, saraghi ci accompagnano fino alla fine.


Dal gommone calano le cime, agganciamo le bombole di bailout e al minuto 180 riemergiamo, felici e carichi di emozioni.
Senza dubbio, una delle più belle immersioni mai fatte in Mediterraneo in 25 anni di subacquea.

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