Ieri è stata una giornata che difficilmente dimenticherò: mare calmo, super team e finalmente l’immersione sul leggendario aereo di Finale.
Avevamo programmato questa avventura già a luglio, ma il meteo ci aveva costretti a rimandare. Stavolta, però, niente ci avrebbe fermati. Alle 9 ci ritroviamo al porticciolo di Finale: io, Paolo Giorda, Roberto Baricalla, Marco Repetti e Luigi Bagnasco. Inizialmente puntavamo a una secca profonda, il “Dente dell’Uomo Corallone”, davanti a Spotorno, un posto che conosco bene, mi ci sono immerso 6 volte . Ma poi, la svolta: Marco Colman ci propone di cambiare programma. Ci invita a tentare il tuffo sull’idrovolante CMASA (FIAT) RS.14, un relitto raro, difficile da raggiungere, battuto da pochi e sempre in balia delle correnti. Un’occasione che non si può lasciar scappare.
Un po’ di storia:
Il CMASA RS.14 era un idrovolante bimotore, progettato per la ricognizione e il bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1944, fu abbattuto e ora riposa a 90 metri di profondità, su un fondale sabbioso. Si dice che facesse parte di una flotta confiscata dalla Luftwaffe e che, inseguito dai caccia inglesi, sia stato costretto ad ammarare. Solo uno dei tre aerei affondò, e dell’equipaggio non si è mai trovata traccia.
L’immersione:
Sono il primo a saltare in acqua. L’adrenalina pulsa nelle vene mentre sistemo l’attrezzatura e controllo i compagni. Un ultimo check, poi giù lungo il pedagno. Superati i primi 10 metri, l’acqua si fa lattiginosa, il blu si trasforma in un abisso scuro e misterioso. Ma la voglia di scoprire vince su tutto: prua dello scooter verso il basso, e via a tutta velocità!
Il relitto fu scoperto nel 2009 dai sub dell’Explorer Cycnus Center, e oggi uno di loro, Marco Colman, ci accompagna in questa avventura.
In tre minuti e mezzo sono a 90 metri. Il pedagno è caduto proprio accanto al relitto. La visibilità è buona, anche se la luce è poca. Il relitto è smembrato, ma riconoscibile: un grosso motore, ancora scenografico, con una stella marina arancione che sembra messa lì apposta per noi. Poco distante, la prua della fusoliera contornata da ricci matita poco più in là i galleggianti/scarponi lunghi dieci metri, uno vicino, l’altro più staccato dal corpo centrale del relitto .Molto accattivante anche parte della fusoliera, mi affaccio dentro , il cuore batte forte: è come guardare dentro la storia.
Tra le lamiere si aggirano gronchi e musdee, mentre le triglie spazzolano il fondo. Il relitto si stacca poco dal fondale, ma grazie all’assetto perfetto di tutti, la visibilità resta ottima. Siamo in cinque, tra telecamere e torce: la scena è illuminata a giorno. Mi godo ogni dettaglio, ogni emozione, in completo relax..
La strobo ci indica la via.Dopo 25 minuti ci può bastare ,aereo non è grande ; è tempo di risalire. Io, Roby e Paolo ci dirigiamo verso il pedagno, mentre Marco e Luigi si concedono qualche minuto in più, “volando” con la loro decofusion.
La decompressione scorre tranquilla. A 10 metri, la sorpresa finale: una magnifica mobula, accompagnata da due pesci pilota, ci sfila davanti. La indico ai compagni, qualcuno riesce a riprenderla. È il regalo perfetto per concludere questa avventura.
Riemergiamo al 120' circa , soddisfatti e ci raccontiamo le nostre impressioni. Si rientra in porto sbranando focaccia e siamo tutti d’accordo: questa esperienza resterà impressa nei nostri ricordi per molto, molto tempo.
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