Lasciamo
la marina di Villasimius dopo aver caricato il gommone, tra
sfottò e risate.
Dario
Lupi lascia tutti a bocca aperta: saltellando qua e la tra tubolare e
scaletta, si destreggia con il suo 16+16 come se niente fosse, un vero un acrobata!!
"Fate
come fa Dario" è il Leitmotiv all'imbarco.
Allego
il tutorial per chi volesse approfondire :) :)
La
giornata è splendida: sole e mare calmo.
Con condizioni ottimali navighiamo con i Tazenda in
sottofondo verso il relitto dei vetri: il Piroscafo Bengasi.
Era
il 6 maggio del 1941 quando il piroscafo a vapore Bengasi, di proprietà della
società di navigazione Tirrenia, venne sorpreso e attaccato dal sommergibile
britannico Truant a circa un miglio al largo dal faro dell’Isola dei Cavoli. La
potenza distruttiva dei siluri del sommergibile andati a segno mandò in
frantumi l’intera sezione di prua del Bengasi, causandone quindi l’inevitabile
affondamento.
A
oggi il relitto del Bengasi si trova sommerso da quasi un centinaio di metri
d’acqua, appoggiato sulla sabbia in perfetto assetto di navigazione a 95metri
In
barca per il supporto di superficie oltre a Mauri ci sono anche Susanna. Stefano, ci farà compagnia per un parte dell'immersione, poi noi scooterati
faremo il nostro giro.
Arrivati
sul punto attacchiamo il pedagno e diamo inizio alle danze. Il plan prevede
25minuti di fondo tra gli 83/95metri.
Bibo
10/60 a seguire 3 decompressive 20/40 50/15 ossigeno per me - 35/30 50/15
ossigeno per Filippo, Dario e Omar.
Un
filo di corrente di superficie, nulla di preoccupante, rende le cose un po' più
complicate. Dopo
i controlli di superficie partiamo che il Bengasi ci aspetta!!!!
La
procedura è la solita: aprono Filo e Omar attaccano la strobo e, a seguire, arriviamo noi .
Il
pedagno è fissato sul braccio porta scialuppe che si trova sulla murata di
dritta.
Ci
portiamo subito sotto il cassero di poppa, dove c'è la
caratteristica stiva dei vetri.
Entro
per primo, mi fermo in assetto al primo piano, siamo a 90metri. La stiva è piena
di bottiglie per il trasporto dell'ischirogeno medicinale /ricostituenti,
che si usavano all'epoca. Non siamo soli, qualche
gamberetto e qualche galatea vanno a passeggio tra i vetri.
C'è un
elica di riserva appoggiata, Filippo si spinge fino al piano -2, ci
dirà poi che la visibilità non era ottimale.
Usciamo
sulla coperta dove c’è un grosso verricello.
Come
da piano, prendiamo lungo la murata di sinistra dove c’è una rete piena di gorgonie
gialle e rosse che fascia tutta la fiancata. Tra la murata e la rete si
crea un passaggio accattivante, io “scootero“ all'esterno e mi posiziono a 5 metri
dal relitto sotto la poppa sul fondo di sabbia, facciamo la massima 96mt.
Alzo
lo sguardo, voglio portarmi a casa un bella visione dal basso.
Arriviamo
in prossimità del timone e dell’elica, anche loro sono concrezionati da
gorgonie gialle e rosse.
Risaliamo sul piano di coperta, a 87metri Stefano ci indicata il cannone di poppa dove qualche
piccolo ciuffetto di corallo sta attecchendo. Facciamo qualche ripresa di rito, e via! Si continua il giro sul relitto.
Il
Bengasi è ben concrezionato, piccole paramuricee rosse e giallo rosse sono un
po' ovunque: certo i rami non sono grandi come quelli del Loredan, ma rendono
il relitto un tripudio di colori. Anche il corallo nero non manca ed è presente in piccoli ciuffi.
A
poppa abbiamo un bel cassero con finestroni, gli faccio un paio di giri attorno
per avere più punti di osservazioni.
Finita la poppa ci portiamo a pura, sfrecciando a tutto gas tra il fumaiolo e i
bighi che dal centro della nave si scagliano verso l'alto.
Arriviamo
allo squarcio di pura dove si vede un altra linea di risalita (di cui si parlava in
superficie).
Sul
fondo in questa zona notiamo delle grosse spugne biancastre, ci riportiamo verso poppa, dove ammiriamo ancora la mitragliatrice, qualche dettaglio del cassero di
poppa e della scocca. Ma arriva il 25’: pollice verso, si inizia la risalita.
Il Bengasi è ben fatto da poppa a prua. Come primo giro non potevamo chiedere di più, completiamo la via crucis decompressiva a 21mt incontriamo Mauri a cui diamo qualche stage vuota e al 130 torniamo all'aria.
A Dive on the Bengazi wreck from
Dario Lupi on
Vimeo.