sabato 11 febbraio 2017

Trimix Dive Juancito 106metri.

Juancito è una delle immersioni più suggestive del nostro lago di Lecco. L'mmersione può essere svolta su due pareti di roccia calcarea: la prima atterra a 50metri dove una in una grossa spaccatura hanno depositato una targa alla memoria del comandante Costeau, la seconda è caratterizzata da una faglia o, come è stata ribattezzata, IL FAGLIONE, si tratta di una gigantesca spaccatura della montagna che comincia a 47metri con una larghezza di appena 4-5cm e finisce a 105 metri con un larghezza di 10 metri. Le pareti bianche e l'acqua limpida danno impressione di essere all'interno di una straordinaria cattedrale.
Negli ultimi 2 mesi abbiamo fatto due immersioni a 90metri per 15minuti, oggi proveremo a fare i 100mt nel faglione.
Sabato scorso con Mauro abbiamo preso le misure per cercare di raggiungere nel minor tempo possibile il faglione. Abbiamo preso le mire a terra e abbiamo appurato che spostandoci a decine di metri dalla riva in direzione Lecco sprofonderemo nei pressi di un cordino che ci porterà direttamente nella faglia.
L'appuntamento è alle ore 8 con il grande Dario, compagno di scorribande ipossiche. Percorro i pochi km che mi separano dal lago pensando a quello che andremo a fare. La tensione e il rispetto... e forse anche un po' di paura, invadono la mia mente. Ma allo stesso tempo la voglia di rinnovare la "sfida con gli abissi" è alta e mi carica di adrenalina e concentrazione.
Per questa immersione abbiamo pianificato 15' di fondo tra i 90/100metri.
Un piccolo tuffo per la subacquea, un tuffo da giganti x noi! cit.



La settimana scorre tra pianificazioni e confronti, detto fra di noi siamo abbastanza abituati e standardizzati a pianificare tuffi ipossici.
Arrivo sul punto non c'è nessuno. Inizio a portare le stage sul bagno asciuga. Mi godo il paesaggio, le montagne innevate si fanno spazio tra le nuvole, il lago è uno specchio d'acqua lì ad aspettarci ma, soprattutto, diventa per noi lo specchio della nostra anima più nascosta.
La sera prima, durante l'assemblaggio in box, ho riscontrato una perdita al bombolino dell'argon che ho risolto con una ricaricata in extremis, oggi verificherò se ha tenuto. In alternativa ho un bombolino da 1,5 di back up prestato da un amico. Abbiamo davanti 100 ' minuti di immersione che a Febbraio con acqua 7°gradi non sono una passeggiata. Arriva Dario ci siamo, diamo inizio alle danze. La tensione si allenta, entriamo nell'immersione, portiamo giù tre stage, Dario anche lo scooter. Ci confrontiamo e facciamo un briefing, sia su procedure operative che contingenze. Ognuno con la sua sequenza completa la vestizione, le parole lasciano spazio al silenzio, la concentrazione sale. Con in spalle i nostri ippopotami alias bibombola 16+16 caricati con un ottimo 12/60, ci incamminiamo verso il ripido sentiero che porta al lago. Dario entra al primo ingresso agibile tanto ha lo scooter che lo porterà in mezzo al lago, io mi cammello il mio bibo per ulteriori 15/20 metri, entrerò in prossimità della seconda spiaggetta. Attaccate le stage con 25/45-50/15 -Oxy ci portiamo con le mire a terra a qualche decina di metri dalla riva. Obiettivo è quello di trovare il cordino che scende perpendicolarmente alla riva e porta direttamente al faglione. Qualora non dovessimo trovarlo, tireremo giù dritti fino a 47metri e inizieremo la ricerca. Facciamo i controlli di superfice e, a parte qualche trafilamento non preoccupante, partiamo: pronti per questa nuova avventura e questi 100 minuti di silenzio e Io interiore. Arriviamo sul fondo a 10mt, bingo!!! siamo esattamente sul coordino, che culo! Non ci rimane che seguirlo, ormai ho preso le mire... Non abbiamo problemi a trovare il faglione, l'immersione inizia subito bene: che divemaster che sono!!! ihhihhi
Mollo la 25/45 e mi attacco alla mix ipossica. 3 minuti siamo a 47 metri sopra l'ingresso del faglione. Ci siamo: sotto di noi una voragine, un canyon... mi butto dentro e senza fretta mi godo la discesa all'interno di questa spettacolare fenditura. A partire da 60mt il subacqueo riesce a stare dentro la faglia. L
e due pareti ai miei fianchi lentamente si distanziano, più scendiamo più la spaccatura si allarga. 5 minuti 80metri, scendiamo ancora, ci siamo: vedo il fondo sotto di noi 95metri. Tengo la parete alla nostra sx e proseguiamo la navigazione toccando come punta massima di profondità i 106metri. Dario è li vicino a me, tiene il fascio di luce all'interno dello scooter e non sempre riesco a localizzarlo. Peccato la sua luce, la sotto fa la differenza. Siamo a100 metri, non c'è tensione, le immersione che hanno preceduto questo tuffo sono servite, siamo tranquilli, concentrati, con la parete al nostro fianco, arriva il 10', ci portiamo a 90metri e ritorniamo dentro il faglione. Arriva il 14' un segno di ok e via risaliamo lentamente all'interno di questa cattedrale gotica. La visibilità è spaziale, il candore della roccia bianca ci scorre davanti, la spaccatura si strige sempre di più come se fosse una cerniera lampo è davvero tutto molto suggestivo.60mt primo deep stop e mi preparo al cambio con 25/45. Da questo momento tappe ogni 3mt. Metro dopo metro ci ricongiungiamo alla prima parete e completiamo la nostra decompressione, tra un giro bombole, qualche esercizio e qualche scorrazzata con lo scooter,  arriva il 100' e torniamo all'aria, sotto il peso di 5 bombole,appagati, un po' stanchi, ma certamente soddisfatti. Che dire... anche il faglione l'abbiamo archiviato. Questo è un percorso di allenamento effettuato per rendere queste quote sempre più confortevoli, sono certo che risulterà necessario per potere arrivare preparati su relitti come l'U-Boot 455 e l'UJ 2208, che giacciono a quote prossime e superiori a 100mt. Questi relitti, non possono (e non vogliamo) farli mancare nel nostro loogbook. Stay tuned!


profilo 14' di fondo 

Back to Quencito Rift from Dario Lupi on Vimeo.

Questo video è stato girato a Maggio 2020 e non è riferito a questo scritto, ma rende l' idea del posto

Team ipossico al completo: Dario, Omar, Filippo, Io!

venerdì 10 febbraio 2017

Immersione Deep Air: "Le Armi"

Ne abbiamo parlato qualche tempo fà e finalmente ci siamo decisi ad andare a curiosare che cosa ci fosse da vedere in questo sito di immersioni denominato :"Le Armi"  
Accesso al sito  è decisamente scomodo e avventuroso, cime per calare le stage,  salto con passo da gigante da una montagnetta, un amico si è anche rotto la gamba. Per evitare tutto questo, siamo entrati comodamente dal porticciolo di Parè e grazie agli scooter, in pochissimo tempo abbiamo raggiunto la parete.

La parete:molto bella, calcarea ,bianca, frastagliata ricca di spacche, che termina su un fondale fangoso a 55/60mt .

Qua e la ci sono oggetti sospetti, qualche cannoncino, qualche bombetta, una mitragliatrice.



Questa è stata un immersione di ambientamento  e sicuramente ci faremo qualche altro tuffo, ci sono altre cosette interessanti da vedere!!!












Video su:
https://vimeo.com/205770246/f455dbffa4?fbclid=IwAR2D3mvXikFQ5YiQ2chJ3X8VFIIdZ1dhpJR7Us5GXXGALw_wmiKqgJdHgMw
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giovedì 5 gennaio 2017

2 trimix dive Punta Granelli 90 metri


Immersione del 7-12-2016
Punta Granelli si trova vicino a Castelveccana, sulla sponda orientale del Lago, ed è un sito di immersioni molto frequentato sia da sub ricreativi che tecnici, poiché il punto d'accesso è agevole e il fondale particolarmente suggestivo.

La festività di Sant'Ambrogio si presta bene per un bel tuffo trimix nelle fresche acque lacustri e, insieme al buddy Dario, programmiamo la trasferta.

L'idea è quella di fare un'immersione di 15 minuti a 90 metri con un runtime invernale di 90 minuti.

Martedì sera mi reco nel nuovo centro ricariche a ritirare il mio 16+16 e 3 stage, con enorme stupore mi comunicano che non sono pronte... hanno avuto dei grossi problemi con i fornitori di gas (consegna bucata) si scusano non riescono a farle al volo. La situazione è complessa siamo già organizzati per l'indomani e dietro ad un tuffo del genere ci sono mille sbattimenti e non mi va di  far saltare immersione, come si dice: ogni lasciata è persa. Il negoziante è in forte imbarazzo e decisamente dispiaciuto ma non vuole fare brutta figura  e mi propone di portarmi  le mix direttamente a casa  alle undici di sera, cazzo meglio di amazon prime!!! Che servizio top!!

Ed eccoci qui, undici di sera nel parcheggio sotto casa mia con analizzatore e manometri a battezzare un bel 13/50 in un 16+16, un bel 30/30 S80, 50/15 S80 e Oxy e non ci facciamo mancare neanche un bel 200 bar di argon, che fa frec!! Ci siamo, assemblo tutto in box e all'indomani mattina appuntamento con Dario per questa nuova avventura.

Arriviamo a Castelveccana, soli noi e le oche. Giornata  serena ma fredda, zero gradi. Nel piazzale neanche un anima.
Il comodo pedagno che dall'alto porta direttamente lungo la parete è sommerso, c'è il lago alto e non si vede. Me lo immaginavo, poco male... troveremo sicuramente  la cima lungo la parete e ci sprofonderemo lì. Dopo i controlli di superficie, scarichiamo il gav e partiamo per questo viaggio. Percorriamo i primi metri e mi rendo conto che la visibilità è pessima, ma davvero brutta sembra di essere in estate, non me lo aspettavo, mannaggia!


Proseguiamo nel torbo assoluto fino a 45 metri ed eccoci troviamo la cima che arriva fino alla base della parete. Sotto di noi un baratro nero apparentemente senza fine ma noi siamo diretti alla fine o giù di li
La visibilità migliora decisamente, la pendenza è invitante, ci siamo: ora si fa sul serio.
Un cenno di ok con Dario e ci lasciamo cadere lentamente lungo la cima, e al quinto minuto arriviamo a 80 metri. Dopo un manciata di secondi raggiungiamo il nostro obiettivo: eccoci a 90 metri.
Ci mettiamo in assetto, la visibilità è davvero superlativa facciamo la massima 93 metri, sotto di noi vediamo il fondo a 97. Cime e pezzi di corda sono sparsi alla base delle parete. Partiamo per il nostro giro lungo la parete a sx per qualche metro e poi, appena risale, invertiamo senso e ora la parete è alla nostra dx. Facciamo passare il tempo tra i 90/87 metri, al 15 ' stacchiamo decisi. La risalita dai 90 è ovviamente lunga , ci godiamo la parete  spettacolare, tutta a scaglie.

Monitoriamo i tempi di risalita ma allo stesso tempo vogliamo goderci questa parete frastagliata. Primo stop 54 metri, da qui tappe ogni 3 minuti. A 42 metri abbandono il bibo e passo al 30/30 e ritorniamo nel torbo. Abbiamo profili deco leggermente diversi, Dario Utr deco system, io tabella bulhman 20/85, ad ogni modo  rimaniamo a vista.Tra un giretto con lo scooter e un paio di battute scritte sul wet notes metro dopo metro completiamo la nostra decompressione, arriva il 90'  e si è fatta l'ora di tornare in superficie. Riemergiamo belli freschi e soddisfatti della nostra avventura ipossica sul Maggiore. Fiumi di parole, la gioia si prende possesso di noi ,ci scambiamo impressioni, sensazioni siamo davvero soddisfatti, le facce la dicono lunga!!!

Immersione del 5-01-2017

Oggi un grande rientro sulle scene"subbiche" di Omar per un gran TUFFO:Parete di Castelveccana, un ottimo 90x90. Speriamo sia di buon auspicio per un 2017 ricco di nuove ed emozionanti avventure!!! Alla prossima buddy, ti raccomando non farmi aspettare altri mesi.
Bottom gas:13/50
Deco gas:30/30 -50/15-OXY
Bottom time:15
Run time:90
Max depth:96mt.

Note:
Visibilità molto buona a tutte le quote. Durante la discesa abbiamo mancato la cima ma comunque in 4 minuti eravamo ad 80metri a base parete. Abbiamo invertito la marcia, parete a dx e immediatamente abbiamo raggiunto la batimetrica dei 90 metri, fino ad incontrare la cima che termina nella sabbia tra i 93 e 95 metri. La parete tenendolo a dx ha una pendenza accattivante che va oltre i 90 metri creando crepacci e spaccature interessanti.
 
 





domenica 30 ottobre 2016

Trimix dive Piroscafo Calabria -77mt

Il Calabria era un piroscafo della Navigazione Generale Italiana di 1245 tonnellate di portata, era stato acquistato in Inghilterra ed era adibito alla navigazione tra Genova, Livorno, Civitavecchia e Napoli.
La causa dell'affondamento è da retribuire allo scoppio di una caldaia che generò una tremenda esplosione che spezzò lo scafo in due e scompari nelle acque tra Sturla e Quarto ,a circa 4 miglia dalla costa.
Oggi il relitto giace su un fondale fangoso tra i 70 e 78 metri.

Al disastro assistette - oltre ai 13 sopravvissuti tra i quali c'è anche il comandante Giuseppe Quartino - l'equipaggio del piroscafo "Giava", che si trovava sulla stessa rotta, a soli 200 metri di distanza e che diede i primi soccorsi agli uomini che avevano trovarono l'unica via di salvezza tuffandosi in mare.

Questo tuffo la stiamo inseguendo da Agosto, ricordo telefonate da sotto l'ombrellone per organizzarlo, poi per tutta una serie di motivi abbiamo dovuto posticiparlo, nel frattempo ne abbiamo fatti degli altri.
I relitti del golfo di Genova sono gli unici che ci mancano, proprio per le condizioni di visibilità spesso molto brutta, li abbiamo lasciati per ultimi.

Ed eccoci qua, domenica 30 ottobre, alle 7 di mattina a cercare di caricare la macchina del Carletto con un serie infinita di attrezzatura: 3 bibo, 9 stage, scooter , video camera, non so come, ma alla fine riusciamo a caricare tutto, e letteralmente sommersi dalle attrezzature partiamo per Genova.
L'imbarco è presso Centro sub Tigulio dove conosciamo i nuovi proprietari, Fulvio e Clara, che hanno rilevato proprio in questi giorni il diving di Lorenzo del Veneziano.
Trasportiamo le attrezzature con dei carrellini e poco dopo le 9 molliamo gli ormeggi e lentamente usciamo dal porto guadagnando il mare aperto.
Il nostro piano prevede 25 di fondo tra i 70/78metri. Sul relitto la logistica è ottima abbiamo addirittura 2 pedagni una prua e una a poppa. In condizioni ideali si potrebbe pensare di entrare da una prua e poi risalire a poppa, vediamo che visibilità troveremo. Dalla regia dicono mediocre e visto la fama di questi relitti, non ci lascia sperare nulla di buono.
Ormeggiamo al pedagno che è collegato alla prua e diamo inizio alle danze. In tempo zero siamo in acqua belli carichi.
"Bibone" 16+16 con un ottimo trimix 14/45
S80 35/20 -S80 50/10- 7litri Oxy.
Siamo a pelo d'acqua pronti per scendere e Carletto sentenzia non si vede un cazzo, minchia che gufo.. in superficie la visibilità è buona. Dario sta assemblando scooter sulla camera nel frattempo si sta allontanando dall'ormeggio, ma con scooter  poi recupera.
Ci siamo, al segnale di ok ci lasciamo cadere lungo la cima. Più scendiamo più la visibilità peggiora  punto di contatto 70mt ,il pedagno è fissato sul tagliamare a prua. Carletto aveva ragione, la visibilità è davvero brutta meno di 3 metri. Avevamo messo in preventivo ma mi auguravo almeno 5/7 metri. Mi porto davanti al relitto, di fronte al tagliamare per cercare di catturare qualche bella immagina della prua, mi lascio scivolare sul fondo a 77 metri, la prua è molto bella completamente ricoperta da spugne gialle e reti . Ci spostiamo lungo la murata di sinistra anche questa completamente ricoperta da spugne. Risaliamo sulla coperta, reti, cime, due metri di visibilità rendono le cose abbastanza complesse, ci moviamo con attenzione. Raggiungiamo una stiva, c'è una grossa cima la sposto mi calo dentro con attenzione. Raggiungiamo la parte dove la nave è spezzata, non troviamo la cima che porta a poppa, ma onestamente non ci sono le condizioni. Iniziamo il rientro ripercorrendo la coperta, eccoci di nuovo a prua sulla sinistra c'è un braccio porta scialuppe, sulla desta c'è un gabinetto , non so cosa ci faccia li sulla prua della nave ma c'è. Riscendo ancora sul fondo gustandomi la prua dal basso verso alto, un occhiata ancora alla murata e poi guadagniamo la via del ritorno. Segnalo a Dario e Carlo se gli va bene staccare al 20' anziché 25, mi rispondo di si, scelta giusta, con 2 metri di visibilità su un relitto già abbastanza insidioso per le molte lenze e reti, devo dire che 20 minuti possono bastare e risparmiamo un po' di prezioso gas.
Metro, dopo metro, avvolto nei pensieri completiamo la decompressione tra cambi gas e rispetto del run time. Nel frattempo stanno risalendo anche i ragazzi con il reb anche loro  hanno fatto 20 di fondo, visibilità davvero brutta. Riemergiamo dopo 90 minuti ad aspettarci un bel the caldo e un abbondante focaccia alla cipolla che divoriamo sulla via del ritorno con ancora le mute addosso. Che dire al Calabria va data un altra possibilità, secondo me è un relitto carino, non particolarmente grande e si riesce a visitarlo tutto. Il problema di questi relitta è la visibilità ,spesso medio bassa.

Ci lasciamo con la promessa di visitare uj2008, Ischia e altri relitti del golfo di Genova. Ormai la stagione sta volgendo al termine è tempo di bilanci , con il tuffo sul Calabria abbiamo messo a segno un altra tappa del wreck tour 2016 "de noatri", vediamo se riusciamo a chiudere in bellezza... stay tuned!







domenica 2 ottobre 2016

Trimix dive Relitto Atlantide o Regin -70mt

Misterioso relitto la cui identità non è stata ancora accertata. Benchè ad esso siano stati dati numerosi nomi di navi affondate in questa zona (Regin, Attualità, Pommern), questo relitto è conosciuto dai subacquei locali come Atlantide o Atlantis.

In seguito alla ricerca storica di Bruno Spadi, il relitto dell'Atlantide sembrerebbe essere il relitto del Regin, come parrebbe anche confermare il progetto costruttivo inviato dalla Norvegia. Dalla Norvegia provenivano anche i verbali sull'affondamento che, insieme ai documenti dell'Ufficio Storico della Marina Militare Italiana e dell'Archivio di Stato, hanno permesso di ricostruire la storia dell'affondamento del vapore Regin, il 20 dicembre 1917 alle ore 19:35.

Affondato il 20 dicembre 1917 ad opera del sommergibile tedesco UB 49, si trova oggi in assetto di navigazione su un fondale limoso molto pendente, che fa sì che la profondità vari tra i 63 e gli 75 metri.


La parte più affascinante e meglio conservata del relitto,  è la prua, al cui interno si può vedere l'ancora di rispetto e fare una breve penetrazione.

Dati Immersione :
Bottom gas 16/40
Deco gas 35/20 50/10 Oxy
Run time 100
Buddy :Dario e Carletto
Bottom time 25
Diving on the Atlantide wreck from Dario Lupi on Vimeo.

sabato 24 settembre 2016

Trimix Dive Relitto del Tirpiz -80


Imbarco fissato alle 9.00 a quasi 300km di distanza ci obbliga ad una sveglia pazzesca 4:30, con ritrovo ad Assago 5:30. Caricata la macchina con tutta attrezzatura in meno di tre ore raggiungiamo Santo Stefano al Mare, dove presso il Nautilus diving center ci aspettano Davide Mottola e il suo staff.
In meno di un anno è il terzo giro che facciamo su questo strepitoso relitto, la buona visibilità che spesso si incontra, pedagno fisso, fanno di questa immersione un tuffo impegnativo ma con logistica favorevole.
il Tirpiz è coricato sul fianco di sinistra, su un fondale di circa 85 metri, ma le sue imponenti dimensioni fanno si che in alcuni punti il relitto tocchi una profondità minima di 70 metri.
Disegno Michele Geraci




 







Torniamo all’immersione. Oltre a me e Dario , ci sono un gruppo di Belgi, una decida di divers  alcuni in circuito aperto altri in reb, istruttori ,corsisti, insomma un bel  club. La barca è grande e gli spazi ci sono.


Poco dopo le 9:30 molliamo gli ormeggi, la giornata è splendida, mare forza lago, sole, condizioni ottime!
Un buon odore di basilico ci accompagna durante il tragitto, dalla cucina stanno preparando qualcosa per il post immersione, nel frattempo vestiamo le mute, saremo i primi a scendere dal momento che abbiamo un run time di 110 minuti molto di più rispetto ai ragazzi belgi che sono di corso.
Ci siamo, ormeggiamo. Corrente assente, mi vesto le tre stage direttamente in barca e giù in acqua.
Il plan prevede 20/25 minuti sul relitto, dipenderà dai consumi.
Bottom gas 14/45
Deco gas  25/30 -50/15 –Oxy.

Siamo i primi a scendere, non avvertiamo corrente e tiriamo giù dritti senza fermarci. Da 60 mt si inizia a materializzare davanti a noi il relitto, la visibilità è davvero molto buona, 3 minuti 74 mt mi lascio sfilare davanti la coperta della nave.
Sulla parte superficiale del relitto 70/75 metri c’è una bella luminosità.
Il colpo d’occhio è fantastico, il relitto è completamente avvolto da spugne gialle, nuvole di anthias rosa si muovono freneticamente, sembra un reef di un mare tropicale.
Questa nave è enorme, lo scooter ci permetterebbe di visitare anche la parte di prua, ma aimè ne sono sprovvisto, ci concentriamo sul castello e le stive di poppa.

La conoscenza di questa nave si sempre più “profonda” e cerco di soffermarmi su particolari che negli altri tuffi non avevo colto.
Ci affacciamo nelle stive a 78-mt anche qui buona visibilità, gli spazi sono ampi, ci sono scalette, grossi scorfani, appoggiati tra le lamiere. Raggiungiamo il castello di comando, si vedo i finestroni, corrimani, gli argani porta scialuppe, i bighi di carico sono poggiati sul fondo.
Al 13’ Invertiamo il senso di marcia e ci alziamo di qualche metro, ci portiamo in prossimità dello squarcio che c’è sulla chiglia, ci guardiamo dentro, poco distante è cresciuto un bel ramo di corallo nero.Uno sguardo al manometro e aimè mi indica che si è fatta l’ora di salutare il relitto, sono trascorsi 23 minuti.

Profilo












Iniziamo la decompressione a 54mt passo al 1°gas decompressivo. Metro dopo metro arriviamo a 40 metri incontriamo Federico ( safety diver) ,Ok di rito e  gli segnalo che laggiù è stato davvero bello!
La mancanza di corrente ci permette di fare un deco in libera senza affollarci sulla cima. Una volta usate le mix deco, mi alleggerisco passandole al safety diver e rimango comodo a 6mt con il solo oxy a completare la decompressione.
Torniamo all'aria dopo 115 minuti, ad aspettarci in barca delle sfiziosissime bruschette pomodoro e basilico, che divoriamo ancora con la muta addosso. Dario mi comunica che la telecamera  ha fatto cilecca, peccato, visto le condizioni avrebbe fatto davvero un gran video. Rientriamo in porto tra fiumi di parole, assaporando un buon caffè caldo, soddisfatti della bella esperienza appena vissuta ,insomma una gran bella giornata! il Tirpiz è davvero uno dei più bei relitti sui cui mi sia immerso! La prossima volta con lo scooter si va a prua!!
Bruschettiamo

lo sbarco




venerdì 19 agosto 2016

Tek dive Relitto Kt Sestri levante!

Appena rientrato dalle ferie subito sotto con la tek con un bel giretto sul relitto del Kt!! Buona visibilità ,molti dentici. A mio avviso uno dei relitti più suggestivi del mar Ligure!!!
  • Bottom time  25
  • Bottom gas 20/15
  • Deco gas  50 -OXY
  • Run time :70'


Back to UJ2216 - Ex Eros from Dario Lupi on Vimeo.

sabato 16 luglio 2016

Haven :Elica,Timone, coperta Luglio 2016

Raggiungiamo Arenzano poco dopo le 8, scarichiamo le nostre attrezzature al diving, dove ad aspettarci ci sono il buon Pippo in costume e ciabatte  e sua moglie, il mastino Vladi. Subito ci mettono sotto, firma qua, scarica , monta là , muovetevi che dobbiamo imbarcarci per le 9... Pippo ha una fottuta fretta. Noi siamo in perfetto orario, ma c'è un gruppo di Tedeschi che vogliono entrare in acqua per primi per recuperare una torcia persa il giorno prima e lo staff del diving ci pressa nel prepararci come non mai. La nostra destinazione iniziale non era Haven ,ma un relitto più fondo , ma come spesso accade organizzare tuffi ipossici , non è facile a livello logistico , spesso non si raggiunge numero di partecipanti, spesso i diving hanno altre uscite in programma. Haven è una garanzia , a mio avviso un bel relitto che permette di fare una multilivello di sicuro interesse. Torniamo all'immersione, un piccolo problema al primo stadio del bibo ci fa ritardare ulteriormente. Mi faccio prestare un erogatore da Pippo, monto, verifico  e via mi imbarco già completamente vestito. Prima di imbarcarmi una bella rinfrescata con la canna dell'acqua è d'obbligo e  dopo cinque minuti, siamo sulla verticale dell'Haven. 
Per questa immersione abbiamo programmato un 30 di fondo , vorremmo visitare elica, timone, sala macchine e coperta di prua.
Siamo belli ricchi di elio, 13/55 -25/40-50/20 OXY eravamo destinati altrove.....
Dario mix Standard UTR, elio a strafottere!! Ma anche io non scherzo
Al segnale di ok,  scendiamo lungo la cima ,in meno di un minuto arriviamo sul relitto. Sulla plancia i fenomeni dei tedeschi , hanno lasciato un bel gruppo di stage ...portarsele dietro no??? vabbè.. fatti loro.... La visibilità non è al top  e c'è pure una bella correntina. Cambiamo quanto pianificato e anziché scendere sul lato di dritta scendiamo lungo la fiancata opposta al riparo della corrente. Saltiamo la balaustra e giù ci lasciamo cadere vs il fondo. La visibilità non è delle migliori e più scendiamo più peggiora. Una bella rete penzolante completa il quadro. Corrente, rete, torbo , mix perfetto per rendere ancora più complesso il tuffo sull'elica a 80mt.Vedo nel torbo apparire delle luci, non sono quelle di Dario, non siamo gli unici sull'elica, ci sono altri 2 divers. Arriviamo tra elica e timone , facciamo un piccolo giro ,diamo un occhiata, non ci sono le condizioni per fare chissà quale permanenza ci stacchiamo e ci godiamo il timone che a mio avviso è spettacolare e imponente più dell'elica fino ad arrivare a 65mt dove c'è la testa e la visibilità migliora decisamente. Torniamo sulla coperta, Ci dirigiamo verso il castello, incrociamo un gruppo di divers li saluto. Un occhiata al basso verso l'alto al fumaiolo , ci portiamo sul boccaporto sale macchine che si alza rispetto alla coperta -54 di qualche metro .Mi calo timidamente dentro. Il buco è enorme. Penso scenda verticale fino a 70/75metri, scendo fino a 60, curioso rimanendo sempre con la luce a vista. Tubi , balconcini, bisognerebbe dedicargli un immersine solo all'esplorazione della sala macchine. Ritorniamo sulla coperta, la corrente tira e bisogna cercare riparo sul lato di sinistra, ci muoviamo in maniera opposta rispetto a quanto pianificato ,ma muoversi con corrente e tre stage  non è banale. Passiamo sotto le alette e raggiungiamo il ponte di coperta di prua .La visibilità migliora decisamente .Dario durante il briefing mi avete indicato che poco distante dalla sala pompe  , in prossimità di alcune scalette sul ponte ci sono delle tane di cernie .Caspita aveva ragione , ne conto tre, una abbastanza grande che si muove tra le lamiere. E' il 28 siamo ancora sulla coperta , un ultima occhiata alla sala pompe e ora stacchiamo risalendo lungo la murata di prua, curiosando tra le finestrelle. Raggiungiamo la cima e tappa dopo tappa completiamo la nostra decompressione e al 100 riemergiamo.

Haven Wreck - Propeller Reloaded from Dario Lupi on Vimeo.
On the Haven Deck from Dario Lupi on Vimeo.

mercoledì 6 luglio 2016

Isola del Giglio Tek dives

Sull'isola del Giglio ho avuto il piacere di fare diverse immersioni durante gli anni.
Immersioni tranquille e spensierate ,con mono entro i 40mt.
Prevalentemente per ottimizzare la logistica familiare mi sono immerso quasi sempre con i diving di Campese, non sempre trovandomi bene!
Sul forum di Fondali.it ho avuto modo di conoscere Gianmaria , titolare  dell' International Diving di Giglio Porto, al quale mi sono appoggiato.
Immersioni decompression in aria con profondità entro 50/55mt con decompressione in ean50 e oxy .
I tuffi sono stati tutti e tre di buon livello. 
A Cala Cupa: punto di immersione è la piccola insenatura proprio sotto la torre del lazzaretto abbiamo potuto ammirare  un bel ramo di Gerardia Savaglia intorno ai 40metri.Proseguendo in profondità un bel giardino  di Gorgonie rosse per poi lasciare spazio insolitamente  a 50metri di nuovo alle Gorgonie Gialle .Durante la deco due polpi affiancati nelle tane, qualche bel scorfanotto hanno chiuso immersione.
 







Punta Radice: l''ambiente subacqueo è caratterizzato da un fondale estremamente vario: lingue di sabbia, formazioni di grossi scogli e pareti rocciose ricoperte da Gorgonie rosse sulle quali non potevano mancare  gli immancabili astrospartus di varie dimensioni. Spettacolare la  grotta ad oltre 40 metri con gigantesco Astice e  completamente piena di gamberi tra cui sbucava anche un bel Gronco     

Scole esterne sud: scendendo sui primi massoni e proseguendo in direzione della cresta che troviamo sotto di noi,da prima incontriamo dei pinnacoli che ricamano una suggestiva cresta tutta ricoperta da coralligeno, poi tuffandoci nel blu, si costeggia una parete che curva in direzione dell'isola e sprofonda incontrando la sabbia a 60 metri. Tutta la parete è ricoperta da Gorgonie rosse  di notevole dimensione, dove trovano dimora degli astrospartus  impressionanti. Spettacolare una grossa rete completamente avvolta da spugne e gorgonie .Aragoste, musdelle , grossi scorfani, in risalita branco di barracuda, durante la deco. Che dire... quest'anno ho trovato le acque del Giglio, davvero in ottimo stato e ricche di pesce, diciamo oltre le aspettative. Si sono fatti incontri interessanti , permanenze discrete per i tempi dell'aria,  ad ammirare fondali colorati in una acqua cristallina.
Ottimo anche il supporto del diving International di Gianni che mi ha messo a disposizione un bibombola e ricaricato le stage(unico sull'isola che ricarica mix) , in un contesto simpatico e professionale!









domenica 12 giugno 2016

Trimix Dive Relitto del Tirpiz -85 " il ritorno"

Durante la settimana che precede questa immersione ,l'occhio è continuamente
sulle previsioni meteo che danno per Domenica onde alte quasi un metro. Incertezza la fa da padrona, siamo in contatto giornaliero con il Mottola , titolare del Nautilus Diving di Marina degli Aregai  per fare il punto sulla situazione.
Le previsioni cambiano continuamente e la possibilità che questa immersioni salti sono concrete.
Nel frattempo siamo pronti e abbiamo i bibombola carichi di mix ipossiche.
Nella giornata di Sabato dopo una prima disdetta ,ricevo una seconda telefonata nel pomeriggio che mi dice che il vento è di nuovo cambiato e che immersione è confermata! L'entusiasmo è alle stelle. Immersione sul Tirpiz la stiamo organizzando da un po' !
La mattina seguente caricate le attrezzature e dopo aver percorso 300km raggiungiamo Marina degli Aregai.
Per questo tuffo siamo in tre: io, Dario e Omar e altri tre tek Francesi in circuito chiuso
Tutti "scooterati",unico a pinne sono io. Su questo relitto vuoi per le condizioni di corrente e vuoi per la grandezza, lo scooter è davvero indicato, mi devo attrezzare!!
Mentre assembliamo le attrezzature, rientra una barca di sub che si sono immersi sulla secca di S. Stefano, ci riportato che c'è un fiume di corrente e  il mare non è calmo, azz!!! son cazzi!!.
Ricordo che durante il tuffo di Ottobre in discesa la corrente era davvero impetuosa. Sono un po' preoccupato, ma allo stesso tempo desideroso di riscendere sul Tirpiz.
Gestire ingombro di 3 stage e il peso del bibo 16+16 con onde e corrente ci richiederà un ulteriore impegno, non si può pensare di aver sempre le condizioni ottimali. Partiamo.
Arriviamo sul relitto  che per occasione è stato ripedagnato adeguatamente qualche giorno prima e ormeggiamo. Assistenza in barca è al top ,e in breve tempo ci aiutano  a vestire 3 stage, scooter e visto il rollio della barca non è stata cosa semplice .Corrente c'è ne è meno del previsto. Acqua è di un azzurro magnetico, limpidissima.
Il Tirpiz è coricato sul fianco di sinistra, su un fondale di circa 85 metri, ma le sue imponenti dimensioni fanno sì che in alcuni punti il relitto tocchi una profondità minima di 70 metri.
Abbiamo pianificato 20@80  Mix 14/50 per fondo. Decompressione con  35/20 -50- Ossigeno.


La discesa corre veloce , da 50 metri si vede distintamente il relitto ,la visibilità è spaziale, in meno di 3 minuti arriviamo sul relitto  -70 metri. Il pedagno è fissato al braccio porta scialuppa in prossimità di un castello di centro nave. Corrimano , finestrelle , balconcini, il relitto prende forma. Ci lasciamo scivolare vs il fondo ci sono le grosse stive e scalette. Dario nel frattempo ci sta impiegando un po' a scendere , lo aspettiamo. Ci lasciamo il relitto alla nostra destra e iniziamo il giro sul fondo dove la visibilità peggiora sensibilmente. Troviamo il fumaiolo, bighi di carico, tra i quali sulla sabbia troviamo una decina di aragoste a passeggio ,Omar mi indica un grosso scorfano.Raggiungiamo il castello di poppa siamo il leggero ritardo rispetto al giro fatto altra volta ,un occhiata veloce siamo al 13' è ora di rientrare ,invertiamo il senso di marcia .
Nel frattempo i buddy con gli scooter si sono fatti un giretto nelle stive io rimango esterno , è il 20' è ora di andare.Risaliamo sulla chiglia della nave che è un vero proprio giardino di spugne gialle e nuvole di anthias dove a darci ultimo saluto troviamo due grossi pesci luna, spettacolo! che super Tirpiz! .
Ora comincia la parte più delicata dell'immersione la decompressione. Metro dopo metro guadagniamo quota. A 36mt incontriamo il safety diver Federico, gli segnaliamo che è tutto ok e successivamente gli molliamo le stage del 35/20 e ean50 dopo averle utilizzate. Più ci avviciniamo in superficie e più la corrente si fa sentire, mi attacco con la jon line e devo dire che tra i Francesi attaccati a mano e i miei buddy con il grilletto dello scooter  sempre schiacciato mi sa che sono quello che se la passa meglio :)
Riemergo dopo 105' , il mare ha  mollato, in barca hanno preparato un ottima pasta con cozze appena raccolte, lasciamo che la gioia si prenda possesso di noi. Il Tirpiz è davvero un bel relitto, grande, molto grande, che merita davvero molte  immersioni. Ci torneremo !!! Dopo esser passati prima dal Ravenna -90m
Video girano dai Francesi Laurent Boulmier.