venerdì 28 aprile 2017

Trimix dive Nasim wreck


Oggi destinazione  relitto  del Nasim, una classica di Giannutri fatte diverse volte sia in aria che trimx, sempre un tuffo di gran gusto!!
Il relitto del Nasim poggia su un fondale di 60mt sul fianco sx con la prua verso la costa.
La navigazione scorre tra un clima sereno, si ride e si scherza con i compari di Milano, Il mare è più calmo rispetto a ieri e in meno di 40 minuti raggiungiamo Giannutri, Cala Maestra.
Filiamo un pedagno mobile che centra in pieno il Nasim a metà nave sulla murata di destra.
Oggi  abbiamo pianificato 30minuti a 60metri ,configurazione leggera bibo 16+16 con un ottimo trimix 20/20 -Ean50 -Oxy. Vestiamo attrezzature, un po' di gas allo scooter ed eccoci sul pedagno. Segno di ok è via, giù: 2 minuti 53metri arrivati.
Il relitto lo conosciamo piuttosto bene scolliniamo la fiancata e ci lasciamo cadere lungo il ponte di coperta che è alla mia destra come se fosse una parete. Dario sta trafficando con accensione delle telecamera, io scruto avidamente sotto le lamiere attaccate alla sabbia e trovo un grosso astice fuori tana e due gamberi meccanici. Iniziamo bene!
Rasentando il fondo ci portiamo verso la zona di poppa, bingo condominio di aragoste  ce ne sono ben 6.Ci mettiamo la chiglia alle sinistra e la percorriamo a tutto gas ed eccoci  a prua, qui le strutture del relitto creano una rientranza dove si nascondono 3 grosse musdelle.
Super Nasim, stiamo facendo il pieno di emozioni e di incontri, eccoci  ancora sul ponte di coperta tra scorfani di grossa taglia e stelle marine giganti, , nel blu sfrecciano grossi dentici. Cerco di ritrovare astice per mostrarlo a Dario ma non lo ribecco, ci portiamo sulle sovrastrutture più alte dove ci sono i corrimani, il castello di coperta, il fumaiolo, tutto ricoperto da candite clavelline bianche. Ora siamo di nuovo a poppa, davanti a noi le due eliche,
Spettacolo!! con lo scooter ci muoviamo da una parte all’altra senza impicci, abbiamo già fatto due giri del relitto.
Il tempo di fondo è quasi terminato, ritorniamo vs prua e al 30` salutiamo il Nasim e scooteriamo fino a raggiungere a pochi metri di distanza la parete , dove completiamo la nostra decompressione tra un giretto con lo scooter e qualche selfie subacqueo!!
Una volta riemersi ci spostiamo a Punta secca, dove i nostri soci faranno la seconda immersione e li ci siamo scofanati bruschette di vario tipo, tris di primi ,dolce, manco fossimo al ristorante!!!
Argentario divers una garanzia, servizio top in acqua e fuori!







giovedì 27 aprile 2017

Banco di Santa Croce 45mt

Non potevamo lasciare Napoli senza prima aver fatto un tuffo sul Banco di Santa Croce.
Ultimo tuffo l l'avevo fatto nel 2007, mi ero dimenticato quanto fosse bello.
In sella ai nostri scooter e guidati da Pasquale abbiamo fatto giro completo di tutte  le varie secche!!
Bottom time 45
Mix: Ean28+ean50
Run time :75
Max depth:45



Banco di Santa Croce , "zona di tutela biologica" istituita nel 1993 è costituito da cinque grandi pinnacoli rocciosi . Le pareti, più o meno scoscese, a seconda dei diversi versanti, raggiungono circa 50 m. di profondità. Superati i primi 7-8 m di profondità si apre agli occhi dei subacquei uno scenario di una bellezza difficilmente immaginabile, per un tratto di mare così prossimo alla foce del fiume Sarno. Invece è proprio l'apporto dei nutrienti del fiume insieme all'oscurità (dovuta al primo strato di acqua torbida) a creare un ambiente perfetto per lo sviluppo di una rigogliosa vita di organismi sciafili. Gorgonie rosse e gialle e Axinelle cannabina fanno capolino già nei primi 18 m. Ad una maggore profondità aumenta la concentrazione di gorgonie, spesso ricoperte da uova di gattuccio, scenario quasi unico nel mediterraneo. Oltre i 30 m, si aprono alla vista del subacqueo grandi rami di Gerardia savaglia e negli innumerevoli anfratti si nascondono gattucci e grossi gronchi. Circumnavigando il pinnacolo principale, troviamo una grande spaccatura verticale che taglia in due la parete, dove la luce filtrando dall’alto attraversa l’intreccio dei rami di gorgonie, regalando ai sub uno scenario davvero suggestivo
 


domenica 23 aprile 2017

Trimix dive Secca di Mezzo Canale

Dopo aver caricati i gommoni con le nostre pesanti attrezzature molliamo gli ormeggi poco dopo le nove.Destinazione Secca di Mezzo Canale. Mezzo Canale è un’immersione fantastica, una delle secche coralligene più belle del Mediterraneo. Posizionata nel centro del canale fra l’isola di Giannutri, l'isola del Giglio e il promontorio dell’Argentario, a ridosso della batimetria dei 100 metri, in una zona molto particolare per la sua conformazione geologica.Una montagna che dai 100 metri sale fino ai 25 metri, con pareti ripide fino ai 50-70 metri, per proseguire la corsa verso gli abissi più dolcemente formando splendide franate di massi.Il nostro obiettivo sono proprio questi massi esterni tra i 65 e 80 metri  dove vive una fittissima e spettacolare colonia di corallo nero.C’è incertezza a bordo, le condizioni meteo non sono eccellenti, il gommone avanza tra le onde e si balla decisamente, non siamo sicuri che si riuscirà ad ormeggiare.
A bordo ci sono anche gli amici Milanesi Luca, Lorenzo, Giusy, che abbiamo incontrato per caso all’Argentario, piccolo il mondo della subacquea.Il gommone rallenta... il boss, Simone Nicolini butta giù l’ancora, per lui è ok se po' fa, le condizioni ci sono!!! Daglièèèèè!!! Diamo inizio alle danze! Contro ogni aspettative in superficie non c’è corrente, ma il mare è piuttosto formato, i primi a saltare siamo noi. Abbiamo pianificato 30 ‘di fondo trai 70/75 metri con un run time di 120 minuti. Nel bibo16+16 ho un ottimo trimix 14/50, per la decompressione 3 stage con 25/35-50/15-OXY.Vestire il bombolame con mare così formato qualche impiccio lo da, ma devo dire che lo scooter mi da una grossa mano e spostarsi tra le onde è un gioco da ragazzi e in tempo zero sono sul pedagno pronto per la discesa. Cappello della secca 25metri,me lo faccio scivolare davanti fino a raggiungere un primo gradino a 50metri, aspetto Dario che sta aprendo i bracci dei fari della telecamera, giù ancora -72metri fondo della secca. Non c’è corrente bene. Le pareti sono completamente ricoperte da gorgonei rosse, e gialle, ora obiettivo è trovare il vero corallo nero. Simone ci ha spiegato di allontanarci dalla secca principale e mantenendo la batimetrica 65/70 dopo aver incontrato una grossa rete da pesca alla nostra dx dovremmo trovarlo.Usciamo vs il largo, nulla zero non lo troviamo, rientriamo vs la secca, lo scooter ci agevola il lavoro e ci spostiamo con disinvoltura , impensabile a pinne coprire questi tragitti senza affaticarsi. Ci riportiamo fuori una seconda volta ed eccolo, questa volta ci siamo, ai nostri occhi ci si presenta una foresta incantata di corallo nero mai mi prima di allora mi era capitato di osservare questo animale in colonie così rigogliose. In Liguria su secche oltre i 70 e su qualche relitto mi era capitato di vedere qualche ramo, ma qui lo spettacolo è superlativo! Rimaniamo diversi minuti a goderci questo spettacolo, Dario fa video, io  faccio il modello, ci siamo davvero divertendo, sono proprio soddisfatto, sono certo che anche Dario sta godendo!!! Abbiamo gironzolato in lungo e largo, sono passati quasi 25 minuti dobbiamo recuperare la via del ritorno e ritrovare il corpo principale della secca.

Diamo fuoco agli scooter, Dario mi indica correttamente la rotta da seguire, Grande Darietto!!! e via ecco di nuovo a 70metri alla base delle secca, trascorriamo gli ultimi minuti godendoci questo spettacole fondale, arriva il 29 ci siamo ,iniziamo la risalita.
La risalita è in parete tra gorgonie giganti, timide aragoste, qualche scorfano, facciamo i nostri cambi gas, incrociamo Luca, Lorenzo, Giusy li salutiamo e arriviamo sul cappello principale a -25 metri dove ad attenderci ci sono decide di dentici in caccia che sfrecciano nel blu, che spettacolo, che tuffo, ora abbiamo un po' di deco da smaltire ma ne è valsa la pena, riemergiamo dopo 120 minuti, il mare non ha mollato, guadagniamo il gommone e via a raccontarcela. Partiti pensando di non riuscire ad ormeggiare, di trovare corrente, brutta visibiltà, alla fine il mare ci ha premiato e ci ha regalato un tuffo che rimarrà per sempre nei miei ricordi subacquei.


venerdì 14 aprile 2017

Secca di Santo Stefano

Non di soli relitti vive il Subacqueo. Dopo i mesi di mare agitato e torbo, dopo le acque scure e fredde dei laghi, dopo i relitti austeri e introspettivi, volevamo tornare a godere di una delle gioie più accessibili della subacquea: "L'immersione naturalistica" fatta a quote ricreative.
Un tuffo easy , sereno, per rilassarsi e stare insieme agli amici, meglio di un giro in SPA. 




 La secca in questione è un altopiano di circa 8 km di perimetro con una profondità che varia dai 18 ai 40 metri, per noi è perfetta.
Agevolo un breve montaggio del video catturato.

Bottom time 45
Back Gas EAN32
Deco Stage: Oxy.
Runtime: 75
By Dario Lupi



domenica 26 marzo 2017

Trimix dive: Haven coperta di prua!

Giornata estiva in Liguria ,ideale per un bel giretto sulla petroliera Haven
Il piano prevede35/40 minuti di fondo alla profondità 55 metri  sul ponte di coperta direzione prua fino allo squarcio.
La lunghezza della coperta verso prua è percorribile per circa 150 metri , lo scooter è fortemente consigliato,l'ottima visibilità rispetto alla zona di poppa ci ha accompagnato durante tutta la "cavalcata"!
La zona di prua non avevo mai fatta e devo dire che è molto accattivante :grossi bighi si scagliano verso alto, lungo la coperta si vedono grossi tubi che trasportavano il greggio , scalette che attraverso il relitto, un po' da per tutto si nascondono grosse cernie, che ho fatto puntualmente intanare e il mio buddy non è riuscito a riprendere :)

Dati immersione:
Max Depth: 56mt
Bottom time :37’
Run time 107’
Bottom Gas :18/22
Deco gas :ean50+Oxy




sabato 18 marzo 2017

Trimix Dive Relitto VAS (vedette anti sommergibilie) -52metri

Anche per questa settimana la nostra dose di ferro ce la siamo presa. Relitto Vas (vedetta anti sommergibile) 52mt.
visibilità non eccezionale, ma bella giornata di bolle e di mareeeee

Dati immersione
Max depth :52mt
Bottom time :25
Mix :Trimix 20/15 ean50+Oxy
Bomba profondità
All’inizio della Grande Guerra, nel 1940, erano in forze della Regia Marina circa 60 motonavi antisommergibile MAS che però risultavano scarsamente manovrabili in condizioni di mare mosso. Per ovviare al problema furono progettate motovedette più versatili di stazza di circa 100 tonnellate per pattugliare le coste e contrastare l’azione dei sottomarini che bersagliavano i carghi in transito, ma molte delle 100 unità prodotte furono operative solo a fine guerra e la loro sorte fu segnata dall’evoluzione degli eventi storici che, come noto, portò all’armistizio e rese ostili i nazisti che prima erano alleati, i quali le requisirono e affondarono durante la ritirata; l’affondamento del VAS di Genova è da attribuire ai bombardamenti degli alleati che colpirono duramente la città costiera e le navi in mano ai tedeschi in rada o nel golfo nel settembre del ’44.
 
 
 
Scaletta
Telegrafo
Colpita a poppa, esplose ed affondò rapidamente adagiandosi in assetto di navigazione su un fondo limaccioso a –55mt davanti la diga foranea, con la prua leggermente sollevata; in coperta sono ancora presenti le due mitragliatrici ed una bomba di profondità ormai innocua e si distinguono strumenti di bordo quali il telegrafo e le bussole, confusi fra i rottami ed i detriti; le ridotte dimensioni dello scafo permettono di visitarlo tutto in un’unica immersione, ma la visibilità è spesso compromessa dal limo che copre ogni cosa e che si solleva con estrema facilità fino a rendere ancor più impegnativa.
 
Prua
Mitragliatrrice
sala macchine
chiesuola bussola  
 

sabato 11 febbraio 2017

Trimix Dive Juancito 106metri.

Juancito è una delle immersioni più suggestive del nostro lago di Lecco. L'mmersione può essere svolta su due pareti di roccia calcarea: la prima atterra a 50metri dove una in una grossa spaccatura hanno depositato una targa alla memoria del comandante Costeau, la seconda è caratterizzata da una faglia o, come è stata ribattezzata, IL FAGLIONE, si tratta di una gigantesca spaccatura della montagna che comincia a 47metri con una larghezza di appena 4-5cm e finisce a 105 metri con un larghezza di 10 metri. Le pareti bianche e l'acqua limpida danno impressione di essere all'interno di una straordinaria cattedrale.
Negli ultimi 2 mesi abbiamo fatto due immersioni a 90metri per 15minuti, oggi proveremo a fare i 100mt nel faglione.
Sabato scorso con Mauro abbiamo preso le misure per cercare di raggiungere nel minor tempo possibile il faglione. Abbiamo preso le mire a terra e abbiamo appurato che spostandoci a decine di metri dalla riva in direzione Lecco sprofonderemo nei pressi di un cordino che ci porterà direttamente nella faglia.
L'appuntamento è alle ore 8 con il grande Dario, compagno di scorribande ipossiche. Percorro i pochi km che mi separano dal lago pensando a quello che andremo a fare. La tensione e il rispetto... e forse anche un po' di paura, invadono la mia mente. Ma allo stesso tempo la voglia di rinnovare la "sfida con gli abissi" è alta e mi carica di adrenalina e concentrazione.
Per questa immersione abbiamo pianificato 15' di fondo tra i 90/100metri.
Un piccolo tuffo per la subacquea, un tuffo da giganti x noi! cit.



La settimana scorre tra pianificazioni e confronti, detto fra di noi siamo abbastanza abituati e standardizzati a pianificare tuffi ipossici.
Arrivo sul punto non c'è nessuno. Inizio a portare le stage sul bagno asciuga. Mi godo il paesaggio, le montagne innevate si fanno spazio tra le nuvole, il lago è uno specchio d'acqua lì ad aspettarci ma, soprattutto, diventa per noi lo specchio della nostra anima più nascosta.
La sera prima, durante l'assemblaggio in box, ho riscontrato una perdita al bombolino dell'argon che ho risolto con una ricaricata in extremis, oggi verificherò se ha tenuto. In alternativa ho un bombolino da 1,5 di back up prestato da un amico. Abbiamo davanti 100 ' minuti di immersione che a Febbraio con acqua 7°gradi non sono una passeggiata. Arriva Dario ci siamo, diamo inizio alle danze. La tensione si allenta, entriamo nell'immersione, portiamo giù tre stage, Dario anche lo scooter. Ci confrontiamo e facciamo un briefing, sia su procedure operative che contingenze. Ognuno con la sua sequenza completa la vestizione, le parole lasciano spazio al silenzio, la concentrazione sale. Con in spalle i nostri ippopotami alias bibombola 16+16 caricati con un ottimo 12/60, ci incamminiamo verso il ripido sentiero che porta al lago. Dario entra al primo ingresso agibile tanto ha lo scooter che lo porterà in mezzo al lago, io mi cammello il mio bibo per ulteriori 15/20 metri, entrerò in prossimità della seconda spiaggetta. Attaccate le stage con 25/45-50/15 -Oxy ci portiamo con le mire a terra a qualche decina di metri dalla riva. Obiettivo è quello di trovare il cordino che scende perpendicolarmente alla riva e porta direttamente al faglione. Qualora non dovessimo trovarlo, tireremo giù dritti fino a 47metri e inizieremo la ricerca. Facciamo i controlli di superfice e, a parte qualche trafilamento non preoccupante, partiamo: pronti per questa nuova avventura e questi 100 minuti di silenzio e Io interiore. Arriviamo sul fondo a 10mt, bingo!!! siamo esattamente sul coordino, che culo! Non ci rimane che seguirlo, ormai ho preso le mire... Non abbiamo problemi a trovare il faglione, l'immersione inizia subito bene: che divemaster che sono!!! ihhihhi
Mollo la 25/45 e mi attacco alla mix ipossica. 3 minuti siamo a 47 metri sopra l'ingresso del faglione. Ci siamo: sotto di noi una voragine, un canyon... mi butto dentro e senza fretta mi godo la discesa all'interno di questa spettacolare fenditura. A partire da 60mt il subacqueo riesce a stare dentro la faglia. L
e due pareti ai miei fianchi lentamente si distanziano, più scendiamo più la spaccatura si allarga. 5 minuti 80metri, scendiamo ancora, ci siamo: vedo il fondo sotto di noi 95metri. Tengo la parete alla nostra sx e proseguiamo la navigazione toccando come punta massima di profondità i 106metri. Dario è li vicino a me, tiene il fascio di luce all'interno dello scooter e non sempre riesco a localizzarlo. Peccato la sua luce, la sotto fa la differenza. Siamo a100 metri, non c'è tensione, le immersione che hanno preceduto questo tuffo sono servite, siamo tranquilli, concentrati, con la parete al nostro fianco, arriva il 10', ci portiamo a 90metri e ritorniamo dentro il faglione. Arriva il 14' un segno di ok e via risaliamo lentamente all'interno di questa cattedrale gotica. La visibilità è spaziale, il candore della roccia bianca ci scorre davanti, la spaccatura si strige sempre di più come se fosse una cerniera lampo è davvero tutto molto suggestivo.60mt primo deep stop e mi preparo al cambio con 25/45. Da questo momento tappe ogni 3mt. Metro dopo metro ci ricongiungiamo alla prima parete e completiamo la nostra decompressione, tra un giro bombole, qualche esercizio e qualche scorrazzata con lo scooter,  arriva il 100' e torniamo all'aria, sotto il peso di 5 bombole,appagati, un po' stanchi, ma certamente soddisfatti. Che dire... anche il faglione l'abbiamo archiviato. Questo è un percorso di allenamento effettuato per rendere queste quote sempre più confortevoli, sono certo che risulterà necessario per potere arrivare preparati su relitti come l'U-Boot 455 e l'UJ 2208, che giacciono a quote prossime e superiori a 100mt. Questi relitti, non possono (e non vogliamo) farli mancare nel nostro loogbook. Stay tuned!


profilo 14' di fondo 

Back to Quencito Rift from Dario Lupi on Vimeo.

Questo video è stato girato a Maggio 2020 e non è riferito a questo scritto, ma rende l' idea del posto

Team ipossico al completo: Dario, Omar, Filippo, Io!

venerdì 10 febbraio 2017

Immersione Deep Air: "Le Armi"

Ne abbiamo parlato qualche tempo fà e finalmente ci siamo decisi ad andare a curiosare che cosa ci fosse da vedere in questo sito di immersioni denominato :"Le Armi"  
Accesso al sito  è decisamente scomodo e avventuroso, cime per calare le stage,  salto con passo da gigante da una montagnetta, un amico si è anche rotto la gamba. Per evitare tutto questo, siamo entrati comodamente dal porticciolo di Parè e grazie agli scooter, in pochissimo tempo abbiamo raggiunto la parete.

La parete:molto bella, calcarea ,bianca, frastagliata ricca di spacche, che termina su un fondale fangoso a 55/60mt .

Qua e la ci sono oggetti sospetti, qualche cannoncino, qualche bombetta, una mitragliatrice.



Questa è stata un immersione di ambientamento  e sicuramente ci faremo qualche altro tuffo, ci sono altre cosette interessanti da vedere!!!












Video su:
https://vimeo.com/205770246/f455dbffa4?fbclid=IwAR2D3mvXikFQ5YiQ2chJ3X8VFIIdZ1dhpJR7Us5GXXGALw_wmiKqgJdHgMw
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giovedì 5 gennaio 2017

2 trimix dive Punta Granelli 90 metri


Immersione del 7-12-2016
Punta Granelli si trova vicino a Castelveccana, sulla sponda orientale del Lago, ed è un sito di immersioni molto frequentato sia da sub ricreativi che tecnici, poiché il punto d'accesso è agevole e il fondale particolarmente suggestivo.

La festività di Sant'Ambrogio si presta bene per un bel tuffo trimix nelle fresche acque lacustri e, insieme al buddy Dario, programmiamo la trasferta.

L'idea è quella di fare un'immersione di 15 minuti a 90 metri con un runtime invernale di 90 minuti.

Martedì sera mi reco nel nuovo centro ricariche a ritirare il mio 16+16 e 3 stage, con enorme stupore mi comunicano che non sono pronte... hanno avuto dei grossi problemi con i fornitori di gas (consegna bucata) si scusano non riescono a farle al volo. La situazione è complessa siamo già organizzati per l'indomani e dietro ad un tuffo del genere ci sono mille sbattimenti e non mi va di  far saltare immersione, come si dice: ogni lasciata è persa. Il negoziante è in forte imbarazzo e decisamente dispiaciuto ma non vuole fare brutta figura  e mi propone di portarmi  le mix direttamente a casa  alle undici di sera, cazzo meglio di amazon prime!!! Che servizio top!!

Ed eccoci qui, undici di sera nel parcheggio sotto casa mia con analizzatore e manometri a battezzare un bel 13/50 in un 16+16, un bel 30/30 S80, 50/15 S80 e Oxy e non ci facciamo mancare neanche un bel 200 bar di argon, che fa frec!! Ci siamo, assemblo tutto in box e all'indomani mattina appuntamento con Dario per questa nuova avventura.

Arriviamo a Castelveccana, soli noi e le oche. Giornata  serena ma fredda, zero gradi. Nel piazzale neanche un anima.
Il comodo pedagno che dall'alto porta direttamente lungo la parete è sommerso, c'è il lago alto e non si vede. Me lo immaginavo, poco male... troveremo sicuramente  la cima lungo la parete e ci sprofonderemo lì. Dopo i controlli di superficie, scarichiamo il gav e partiamo per questo viaggio. Percorriamo i primi metri e mi rendo conto che la visibilità è pessima, ma davvero brutta sembra di essere in estate, non me lo aspettavo, mannaggia!


Proseguiamo nel torbo assoluto fino a 45 metri ed eccoci troviamo la cima che arriva fino alla base della parete. Sotto di noi un baratro nero apparentemente senza fine ma noi siamo diretti alla fine o giù di li
La visibilità migliora decisamente, la pendenza è invitante, ci siamo: ora si fa sul serio.
Un cenno di ok con Dario e ci lasciamo cadere lentamente lungo la cima, e al quinto minuto arriviamo a 80 metri. Dopo un manciata di secondi raggiungiamo il nostro obiettivo: eccoci a 90 metri.
Ci mettiamo in assetto, la visibilità è davvero superlativa facciamo la massima 93 metri, sotto di noi vediamo il fondo a 97. Cime e pezzi di corda sono sparsi alla base delle parete. Partiamo per il nostro giro lungo la parete a sx per qualche metro e poi, appena risale, invertiamo senso e ora la parete è alla nostra dx. Facciamo passare il tempo tra i 90/87 metri, al 15 ' stacchiamo decisi. La risalita dai 90 è ovviamente lunga , ci godiamo la parete  spettacolare, tutta a scaglie.

Monitoriamo i tempi di risalita ma allo stesso tempo vogliamo goderci questa parete frastagliata. Primo stop 54 metri, da qui tappe ogni 3 minuti. A 42 metri abbandono il bibo e passo al 30/30 e ritorniamo nel torbo. Abbiamo profili deco leggermente diversi, Dario Utr deco system, io tabella bulhman 20/85, ad ogni modo  rimaniamo a vista.Tra un giretto con lo scooter e un paio di battute scritte sul wet notes metro dopo metro completiamo la nostra decompressione, arriva il 90'  e si è fatta l'ora di tornare in superficie. Riemergiamo belli freschi e soddisfatti della nostra avventura ipossica sul Maggiore. Fiumi di parole, la gioia si prende possesso di noi ,ci scambiamo impressioni, sensazioni siamo davvero soddisfatti, le facce la dicono lunga!!!

Immersione del 5-01-2017

Oggi un grande rientro sulle scene"subbiche" di Omar per un gran TUFFO:Parete di Castelveccana, un ottimo 90x90. Speriamo sia di buon auspicio per un 2017 ricco di nuove ed emozionanti avventure!!! Alla prossima buddy, ti raccomando non farmi aspettare altri mesi.
Bottom gas:13/50
Deco gas:30/30 -50/15-OXY
Bottom time:15
Run time:90
Max depth:96mt.

Note:
Visibilità molto buona a tutte le quote. Durante la discesa abbiamo mancato la cima ma comunque in 4 minuti eravamo ad 80metri a base parete. Abbiamo invertito la marcia, parete a dx e immediatamente abbiamo raggiunto la batimetrica dei 90 metri, fino ad incontrare la cima che termina nella sabbia tra i 93 e 95 metri. La parete tenendolo a dx ha una pendenza accattivante che va oltre i 90 metri creando crepacci e spaccature interessanti.
 
 





domenica 30 ottobre 2016

Trimix dive Piroscafo Calabria -77mt

Il Calabria era un piroscafo della Navigazione Generale Italiana di 1245 tonnellate di portata, era stato acquistato in Inghilterra ed era adibito alla navigazione tra Genova, Livorno, Civitavecchia e Napoli.
La causa dell'affondamento è da retribuire allo scoppio di una caldaia che generò una tremenda esplosione che spezzò lo scafo in due e scompari nelle acque tra Sturla e Quarto ,a circa 4 miglia dalla costa.
Oggi il relitto giace su un fondale fangoso tra i 70 e 78 metri.

Al disastro assistette - oltre ai 13 sopravvissuti tra i quali c'è anche il comandante Giuseppe Quartino - l'equipaggio del piroscafo "Giava", che si trovava sulla stessa rotta, a soli 200 metri di distanza e che diede i primi soccorsi agli uomini che avevano trovarono l'unica via di salvezza tuffandosi in mare.

Questo tuffo la stiamo inseguendo da Agosto, ricordo telefonate da sotto l'ombrellone per organizzarlo, poi per tutta una serie di motivi abbiamo dovuto posticiparlo, nel frattempo ne abbiamo fatti degli altri.
I relitti del golfo di Genova sono gli unici che ci mancano, proprio per le condizioni di visibilità spesso molto brutta, li abbiamo lasciati per ultimi.

Ed eccoci qua, domenica 30 ottobre, alle 7 di mattina a cercare di caricare la macchina del Carletto con un serie infinita di attrezzatura: 3 bibo, 9 stage, scooter , video camera, non so come, ma alla fine riusciamo a caricare tutto, e letteralmente sommersi dalle attrezzature partiamo per Genova.
L'imbarco è presso Centro sub Tigulio dove conosciamo i nuovi proprietari, Fulvio e Clara, che hanno rilevato proprio in questi giorni il diving di Lorenzo del Veneziano.
Trasportiamo le attrezzature con dei carrellini e poco dopo le 9 molliamo gli ormeggi e lentamente usciamo dal porto guadagnando il mare aperto.
Il nostro piano prevede 25 di fondo tra i 70/78metri. Sul relitto la logistica è ottima abbiamo addirittura 2 pedagni una prua e una a poppa. In condizioni ideali si potrebbe pensare di entrare da una prua e poi risalire a poppa, vediamo che visibilità troveremo. Dalla regia dicono mediocre e visto la fama di questi relitti, non ci lascia sperare nulla di buono.
Ormeggiamo al pedagno che è collegato alla prua e diamo inizio alle danze. In tempo zero siamo in acqua belli carichi.
"Bibone" 16+16 con un ottimo trimix 14/45
S80 35/20 -S80 50/10- 7litri Oxy.
Siamo a pelo d'acqua pronti per scendere e Carletto sentenzia non si vede un cazzo, minchia che gufo.. in superficie la visibilità è buona. Dario sta assemblando scooter sulla camera nel frattempo si sta allontanando dall'ormeggio, ma con scooter  poi recupera.
Ci siamo, al segnale di ok ci lasciamo cadere lungo la cima. Più scendiamo più la visibilità peggiora  punto di contatto 70mt ,il pedagno è fissato sul tagliamare a prua. Carletto aveva ragione, la visibilità è davvero brutta meno di 3 metri. Avevamo messo in preventivo ma mi auguravo almeno 5/7 metri. Mi porto davanti al relitto, di fronte al tagliamare per cercare di catturare qualche bella immagina della prua, mi lascio scivolare sul fondo a 77 metri, la prua è molto bella completamente ricoperta da spugne gialle e reti . Ci spostiamo lungo la murata di sinistra anche questa completamente ricoperta da spugne. Risaliamo sulla coperta, reti, cime, due metri di visibilità rendono le cose abbastanza complesse, ci moviamo con attenzione. Raggiungiamo una stiva, c'è una grossa cima la sposto mi calo dentro con attenzione. Raggiungiamo la parte dove la nave è spezzata, non troviamo la cima che porta a poppa, ma onestamente non ci sono le condizioni. Iniziamo il rientro ripercorrendo la coperta, eccoci di nuovo a prua sulla sinistra c'è un braccio porta scialuppe, sulla desta c'è un gabinetto , non so cosa ci faccia li sulla prua della nave ma c'è. Riscendo ancora sul fondo gustandomi la prua dal basso verso alto, un occhiata ancora alla murata e poi guadagniamo la via del ritorno. Segnalo a Dario e Carlo se gli va bene staccare al 20' anziché 25, mi rispondo di si, scelta giusta, con 2 metri di visibilità su un relitto già abbastanza insidioso per le molte lenze e reti, devo dire che 20 minuti possono bastare e risparmiamo un po' di prezioso gas.
Metro, dopo metro, avvolto nei pensieri completiamo la decompressione tra cambi gas e rispetto del run time. Nel frattempo stanno risalendo anche i ragazzi con il reb anche loro  hanno fatto 20 di fondo, visibilità davvero brutta. Riemergiamo dopo 90 minuti ad aspettarci un bel the caldo e un abbondante focaccia alla cipolla che divoriamo sulla via del ritorno con ancora le mute addosso. Che dire al Calabria va data un altra possibilità, secondo me è un relitto carino, non particolarmente grande e si riesce a visitarlo tutto. Il problema di questi relitta è la visibilità ,spesso medio bassa.

Ci lasciamo con la promessa di visitare uj2008, Ischia e altri relitti del golfo di Genova. Ormai la stagione sta volgendo al termine è tempo di bilanci , con il tuffo sul Calabria abbiamo messo a segno un altra tappa del wreck tour 2016 "de noatri", vediamo se riusciamo a chiudere in bellezza... stay tuned!







domenica 2 ottobre 2016

Trimix dive Relitto Atlantide o Regin -70mt

Misterioso relitto la cui identità non è stata ancora accertata. Benchè ad esso siano stati dati numerosi nomi di navi affondate in questa zona (Regin, Attualità, Pommern), questo relitto è conosciuto dai subacquei locali come Atlantide o Atlantis.

In seguito alla ricerca storica di Bruno Spadi, il relitto dell'Atlantide sembrerebbe essere il relitto del Regin, come parrebbe anche confermare il progetto costruttivo inviato dalla Norvegia. Dalla Norvegia provenivano anche i verbali sull'affondamento che, insieme ai documenti dell'Ufficio Storico della Marina Militare Italiana e dell'Archivio di Stato, hanno permesso di ricostruire la storia dell'affondamento del vapore Regin, il 20 dicembre 1917 alle ore 19:35.

Affondato il 20 dicembre 1917 ad opera del sommergibile tedesco UB 49, si trova oggi in assetto di navigazione su un fondale limoso molto pendente, che fa sì che la profondità vari tra i 63 e gli 75 metri.


La parte più affascinante e meglio conservata del relitto,  è la prua, al cui interno si può vedere l'ancora di rispetto e fare una breve penetrazione.

Dati Immersione :
Bottom gas 16/40
Deco gas 35/20 50/10 Oxy
Run time 100
Buddy :Dario e Carletto
Bottom time 25
Diving on the Atlantide wreck from Dario Lupi on Vimeo.