giovedì 22 dicembre 2022

Corso Rebreather Megalodon Mixed Gas 60mt

Il percorso di crescita con utilizzo del Rebreather continua. Dopo 7 mesi  di immersioni lago e mare, con ben 2 tuffi a settimana , abbiamo maturato le ore per accedere al secondo corso che prevende utilizzo di miscele trimix nel diluente  con il raggiungimento della massima profondità di 60mt.


Per questo corso si cambia istruttore. Maurizio Ghiotti. Maurizio lo conoscevo già di vista, ci siamo incrociati in qualche uscita dal Centro sub Tigulio e dopo un primo contatto ci accordiamo per un tuffo in amicizia  sul lago Maggiore, località Castelveccana , luogo che poi diventerà la nostra base operativa per il corso.



Maurizio utilizza e fa formazione  Rebreather dal 2007. Sono moltissimi anni che è un sul campo è ha maturato una buona esperienza sull'utilizzo di piu macchine passando tra: Ispiration, Megalodon, JJ

Il percorso proposto mi sembra ben strutturato , sono previsti 5 giorni di lavoro , 8 tuffi, una lezione su quello che è la manutenzione macchina , un  ripasso sul suo funzionamento, tutto molto stimolante.

Si parte a metà novembre, con ritrovo di buon mattino  a Borgomanero presso Pellicano Sport.

Oggi niente acqua , ma una bella lezione a secco sulla manutenzione macchina.

Maurizio conosce il Megalodon in maniera estremamente  dettagliate andiamo a smontarlo pezzo, pezzo, pulito, lubrificato, un lavoro egregio . Questa parte mi è stata davvero utile, conoscere ogni singolo pezzo della macchina che porti sulle spalle è fondamentale. Ci lasciamo poco prima delle 19 e ci diamo appuntamento all'indomani sul lago d'Orta per fare le prime due immersioni.




Ritrovo alle 9 presso, dopo un caffettino al bar raggiungiamo la spiaggia dalle fionda che rimane esposta al sole che visto la  fredda mattinata di fine novembre non guasta.

Spiaggia con logistica comoda, con panchina e facile accesso al lago. Le due immersioni verranno svolte in basso fondale, dove la gestione del reb  e delle immissioni di gas del solenoide sono più complesse. Ripassiamo tutti gli skill base : passaggio al circuito aperto, lavaggi per high ppo2, scenario boom, mantenimento della pp02 con hud, allagamento macchina.  Attacca e stacca i by pass ossigeno e diluente, gestione oxy nel circuito con apertura e chiusura manetta. Per ognuno di questo esercizio oltre ad essere un ripasso mi porto a casa anche ulteriori dettagli e approfondimenti  rispetto al corso helitrox. 

Dopo le prime sul lago d'Orta ci trasferiamo sul lago Maggiore più precisamente a Castelveccana.







La prima immersione che faremo qui prevede i seguenti skills: 3 passaggi al circuito aperto a diverse profondità 5mt, 21mt e anche alla massima quota dei 60mt , dove trascorreremo 25 minuti per poi lanciare il pallone e risalire. Sessione interessante, esercizi svolti discretamente , le fruste sui bailout devono essere pronte e posizionata bene .Interessante poter svolgere gli esercizi alla massima quota operativa. 

Ci diamo appuntamento per la settima successiva, oggi abbiamo in programma due tuffi, con un intervallo di 1,5h .20@60 il primo e 20@50 il secondo

Entrami i tuffi gestiremo la macchina in manuale ,dosando bene ossigeno sia in discesa che in risalita, in entrambi i tuffi abbiamo fatto i soliti passaggi in aperti a 6, 21 e 60mt, per un totale di 8 passaggi in aperto in 2 tuffi. In una immersione abbiamo usato anche lo scooter che crea complessità nel gestire esercizi , qualche scenario boom a sorpresa e in ultimo abbiamo provato utilizzo della macchina in SCR per 15'.Questo è uno scenario dove sei al buio. Immaginiamo di aver perso la lettura dei sensori si possono fare svuotamenti e ricariche del loop  dopo cinque respiri e dopo aver svuotato i contro polmoni .Procedura discutibile perchè effettivamente non hai la certezza di quello che stai respirando, preferibile passare al circuito aperto di emergenza.

Il corso prosegue con continuità e a distanza di un settimana ci troviamo sempre a Castelveccana. Ad accoglierci una pioggia copiosa, pensiamo di essere gli unici invece ecco apparire altri 3 matti, pronti a sfidare le intemperie. Anche oggi abbiamo in programma 2 tuffi con un intervallo di 1,5h .20@60 il primo e 20@50 il secondo due tuffi. Nel primo tuffo oltre i soliti passaggi in aperti a 6, 21 e 60mt abbiamo una configurazione pesante: tre stage e scooter. Alla massima quota abbiamo simulato la perdita dell'oxy , abbiamo istallato oxy off board dalla 7litri e gestito tutta la risalita immettendo ossigeno manualmente. Secondo tuffo i soliti passaggi in aperti a 6, 21 e 60m gestione macchina manuale, lancio del pallone da 20mt, risalita in libera con punto bussola per ritrovare la riva. Archiviamo anche questa sessione  e  come in tutte le sessioni continuiamo il ns debriefing dal Kebabbaro davanti ad una bella pizzetta. Durante la settimana mi annoto delle domande da sottoporre a Maurizio che puntualmente mi risponde in maniera dettagliata. Ci diamo appuntamento a sabato prossimo per la chiusura del corso.

Ultima immersione del corso prevede uscita di emergenza sul circuito di baoilout  alla massima quota di 60mt ,passando alla miscela di fondo 20/30 impostare le elettroniche primaria e secondaria ,aprire la valvola di scarico e gestire la risalita, arrivare a 20mt e fare cambio ean50.Esercizio è stato svolto bene, diciamo che la confidence con il circuito aperto è ancora buona. La velocità di risalita è stata gestita bene svuotando i  sacchi e in alcuni casi aiutandosi con svuotamento dsv. Considerazione uscita in circuito aperto  è una situazione davvero complessa  finchè sei al lago la gestisci risalendo lungo la parete,  ma se fossi al mare devi abbinarci anche una risalita in libera che aggiunge criticità a una situazione già complessa.



venerdì 1 aprile 2022

Corso Rebreather Megalodon Helitrox Decompression Diver

Il blog è fermo da un po',  è un periodo di grandi cambiamenti, provo a raccontare qualcosa in merito al corso Reb  Megalodon  helitrox decompression diver 45mt TDI.

La decisione di fare “il passo” è stata travagliata, erano anni che questo argomento era oggetto di discussioni all’interno del nostro team .La scelta è sempre stato procrastinata , alla fine in circuito aperto riusciamo a fare un mucchio di cose ,molto profonde ,perché passare al reb?

I motivi per me sono stati semplici e pratici. In primis avevo voglia di fare qualcosa di nuovo, riaccendere  la passione, mettere nella testa qualcosa di nuovo. Secondo ,aumentare la numerica dei tuffi in miscela che faccio durante l’anno, certo in circuito aperto non ne faccio pochi ma qui sarei sempre in trimix.

Terzo con  i prezzi dell’elio praticamente raddoppiati ha poco senso continuare a girare in CA, ma soprattutto penso sia la via per poter continuare a praticare immersioni di un certo livello per i prossimi anni.


Quale macchina scegliere? 

Qui bisogna fare i conti con il budget, con alcuni aspetti logistici , sicuramente non si hanno le competenze adeguate per scegliere al meglio e consapevolmente, ma devo dire che la mia scelta era essenzialmente  tra due macchine Megalodon e Ispiration.

Entrambe macchine molto diffuse, molti amici le hanno e mi hanno consigliato nella scelta,poi ovviamente l’ultima parola spettava a me.

Fin da subito sono stato attratto dal Megalodon più precisamente apecs 2.7, un modello che hanno moltissimi profondisti , molto apprezzato, chi lo ha se lo tiene stretto, seppur è un macchina datata ne vedi in giro ancora tanti.

Il Meg è un rebreather essenziale, semplice, ritenuto molto affidabile , costruito con ottimi materiali e questo di può capire subito osservandolo.

Come funziona acquisto?

Ci si apposta sui mercatini, ci si inizia a farsi un idea, si valutano offerte,  ma c’è sempre un rischio dovuto ad un acquisto cosi importante. Obiettivo era non acquistare da uno sconosciuto e soprattutto non acquistare all’estero.

Dopo diverse telefonate con amici e possibili venditori decido di acquistare il reb tramite quello che poi diventerà il mio istruttore: Marcello Bussotti. Trainer TDI subacqueo di grandissima esperienza e profondista di primo piano.


Il corso è preceduto da diverse lezioni via web, post cena, oramai dopo due anni di pandemia siamo tutti abituati a webinar ,meet ecc.ecc

La parte pratica invece è struttura in tre weekend.


Il debutto nel mondo del silenzio avviene in Toscana , più precisamente a Calafuria.

Arrivo di buon mattino ,trovo un parcheggio a fatica, siamo a Marzo la giornata è splendida sembra estate c’è già chi fa il bagno , dalla regia dicono che la visibilità sia buona.



Devo dire che aver avuto il reb in sala con me per diverse settimane mi ha permesso di familiarizzare con l’assemblaggio.

Assembliamo il reb attraverso i 46 punti della check list ufficiale, facciamo il filtro e via vestiamo il reb e iniziamo la pre respirazione.

Ci portiamo in acqua agganciamo la stage con  qualche difficoltà (visto anche la posizione dei sacchi contropolmoni).

Ci portiamo al centro della baietta e via si scende, la discesa scorre bene riesco a scendere senza impicci, il respiro seppur diverso mi strega e non lo trovo assolutamente più difficoltoso .

Riesco a rimanere sul fondo , compenso con la stagna e dopo un giretto sul basso fondale con ottima visibilità diamo il via agli esercizi che poi si ripeteranno anche nel tuffo pomeridiano.

Passaggio in ca, aprire e chiudi boccaglio, cambio set point, mantenere ppo2 manualmente, high ppo2 e lavaggi  , scenario boom.

Facciamo le nostre due ore , alcune cose vanno bene altre da migliorare, dopo un aperitivo al tramonto ci salutiamo e ci si diamo appuntamento per cena.




Il weekend in Toscana non prevede solo tuffi da riva ma anche due tuffi dalla barca. Per l’occasione ci siamo appoggiati al diving Bolle di Azoto di Enrico Teneri. Logistica ottima, ambiente caldo, posto ideale per continuare il corso .

Facciamo ulteriori due immersioni , anche oggi troviamo visibilità buona e ripetiamo gli esercizi ,devo dire che si fa fatica non tanto ad andare in acqua ma a fare gli esercizi per mettersi in sicurezza in modo adeguato .







I lavaggi creano della variazioni nei sacchi che compromettono l’assetto, si fa fatica a fare gli esercizi senza muoversi come un disperato, penso sia normale, c’è da lavorarci.

Finite le prime quattro ore , l’appuntamento è al Rapareb Meeting di Moregallo. L’evento a mio avviso è riuscito molto bene, presentazioni macchine, diverse prove  in acqua e per me è stata un occasione di confronto e di apprendimento . 

Moregallo per me è casa e poter fare ulteriori quattro ore qui è una comodità logistica non indifferente 





Il lago per questi giorni ci regala condizioni davvero ostili, scarsa visibilità , onde , vento,  tuttavia riusciamo a portare a termine l’addestramento.

Gli esercizi procedono più fluidi e devo dire che qualche impaccio inizia a scomparire.

Inoltre ho avuto il piacere di fare anche un ora in acqua con il amico istruttore CA : Gianluca Paleari.

Per me è stato un ottimo momento per verificare anche presso un altro istruttore il mio livello di preparazione.



Ci lasciamo alle spalle anche il Moregallo , a questo punto le ore macchine sono 8. Ci diamo appuntamento a Genova per l’ultima immersione di corso: Haven wreck  presso Libeccio Tek diving.

Per quest’ultima immersione ho caricato un diluente ricco di elio :20/30 , abbiamo in programma un giro di una mezz’oretta sui primi ponti, max 40mt .

Haven fa un po' la timida e non si mostra in tutto il suo splendore ,tuttavia riusciamo a fare la nostra immersione e chiudere il corso .

Con l' immersione sui primi ponti della petroliera Haven si conclude il corso Helitrox Megalodon Tdi.

Entro in questo "nuovo mondo" del circuito chiuso, dopo 22 anni di immersioni  con le amate bombole ma  non vi nascondo che era arrivato il momento di fare qualcosa di nuovo, di mettersi nuovamente in gioco...


Al netto di tutto la cosa più importante è che la passione sia  sempre la stessa, e che la voglia e  la determinazione di andare sott'acqua siano immutate.

Ringrazio il mio istruttore Marcello Bussotti  per la professionalità, attenzione con cui mi ha guidato in questo percorso. 


Grazie Boss!!! 

Ora si inizia a camminare da soli e sotto a macinare acqua ed esperienza.

La fine di un corso non è un traguardo, ma è il punto di partenza.


Ne approfitto anche per ringraziare qualche amico in particolare Cristian, Lorenzo, Gianluca che in questo periodo  mi hanno supportato e sopportato  con qualche buon consiglio!! 

Grazie ragazzi.



sabato 31 luglio 2021

Trimix Dive. Secca della Lanterna 83/95mt

Situata nel mare antistante alla Lanterna di Genova, la Secca è considerata una delle immersioni naturalistiche più belle della Liguria. Si tratta di alcuni panettoni e scogli che da 95mt risalgono fino a 83mt.


E’ un sito relativamente poco battuto,per quanto ci riguarda, abbiamo cercato diverse volte di organizzarla ma poi, il meteo non è stato dalla nostra.

Il run time per queste immersioni parte dal lunedì, preparazione miscele, attrezzatura da sistemare, l'importante è avere tutto pronto per venerdì sera, data in cui si carica la macchina per l’indomani.

L'appuntamento è presso Libeccio Tek Diving di Genova per le 8:00, ma il viaggio parte subito in salita. Un forte rallentamento ci obbliga a seguire strade secondarie. Sono le 6:00 di mattina e scorrazziamo a tutta velocità in piccole stradine di campagna, sperando di non incontrare nessun trattore.

Ad ogni modo, le cose alla fine si mettono per il verso giusto e del resto Genova è dietro casa. Poco dopo le 8:00 siamo in zona fiera, un po' di slalon tra le persone in coda al centro vaccinale e finalmente guadagniamo l’imbarco.

 

Effettuiamo i saluti di rito con i padroni di casa Fulvio e Clara e via sotto con i preparativi. Bibone in spalla, zampettiamo sui tubolari del gommone facendo attenzione a non cadere, faccio fare un ricarica di ean50, una pompata al bombolino e via ci siamo si parte direzione Lanterna.



Per questa immersione il team è composto da Filippo Mauri, Dario Lupi e il sottoscritto, oltre a 2  divers in eccr.

La distanza che separa il diving dal punto di immersione è di pochi minuti, arrivati sul punto filiamo un pedagno mobile che corre a tutta velocità verso il fondo.

Per questa immersione abbiamo pianificato 25 di bottom con un mix di fondo 13/60 a seguire 3  deco 20/30 ean50 e oxy. Il posto è nuovo per tutti, la visibilità e l’orientamento potrebbero le vere insidie di questa immersioni, ma oggi ci ha detto bene.

Scendiamo a tutto gas lungo la cima, 1 minuto 30 metri, sul muso del dpv ho la strobo accesa che sbilancia leggermente lo scooter, 2 minuti 60mt vedo i ragazzi con il reb che sono scesi prima di noi di qualche minuto, mi domando: ma che ci fanno ancora lì? Non scendono?

Ad un certo punto realizzo che quello che vedo sotto di noi è il fondo.

 
Sono a 60 mt vedo nitidamente il fondo della secca, vedo nitidamente i due ragazzi con il reb, visibilità atomica! Oltre le aspettative: almeno 25mt .E' oro colato avere queste condizioni a 90mt su Genova.

3 minuti 85mt, posiziono comunque la luce strobo, avere un riferimento per il rientro è sempre d’aiuto, sulla cima c’è un po' di bando, fisso la strobo a 5 mt dal fondo cosi da poterla vedere al meglio.

 

Si parte: siamo di fronte a un vero e proprio bosco di gorgonie bicolori, alcuni rami sono alti almeno un metro e mezzo. Gli astrospartos, alias stelle gorgone, sono ovunque , le gorgonie sono tutte aperte, complice anche una leggera correntina che ha pulito per bene!

 

Per chi ama fare immersioni naturalistiche fonde è nel posto giusto. Biologicamente siamo in un posto dove il corallingero è di altissimo livello, ricci matita, ricci melone, spugne ad orecchie di elefante, nelle spacche trovo due grosse galathe che si nascondono al mio passaggio.

C’è una parte della secca dove ci sono eunicelle cavolini arancioni/gialle , sugli altri  panettoni dei boschi di gorgonie bicolori tra cui troviamo ben due pesci San Pietro, non molto grandi, ma si lasciano guardare.

Con lo scooter giriamo su tutti i panettoni più volte. Scocca il 25’ si chiude il sipario. Filippo sgancia la strobo, cominciamo la decompressione, l ‘acqua è calda, zero corrente tutto procede per il meglio, al 128 riemergiamo.



In barca ce la raccontiamo e scambiamo impressioni sulla bella esperienza sorseggiando un succo di frutta e mangiando un buon panino!

 






Sotto trovate le immagini video che parlano da sole. 

Secca della Lanterna, short Cut from Dario Lupi on Vimeo.

Qui sotto c'è  la versione  long cut , per maggiori dettagli  e visione d'insieme.

https://vimeo.com/581891159

lunedì 28 giugno 2021

Secca dei due Balconi 37/45mt

Tra il porto di Arenzano ed il relitto della Haven c'è una secca chiamata "Secca dei due balconi".  È caratterizzata da un insieme di rocce e pinnacoli che si ergono da un fondale  fangoso di circa 45 metri. Proprio il fango rende la visibilita' sempre piuttosto scarsa. 

Tutte le rocce sono incredibilmente tappezzate da gorgonie rosse, gialle e camaleont di notevoli dimensioni. Fortunatamente la mucillagine che imperversa sul parco di Portofino qui sembra non esistere... gorgonie pulite e tutte aperte, un vero spettacolo

#ratiocomputers #DiveSystem #tekdiving #oceanlover #easydive #easydiverman #arenzano #CCR #scubadiving


Foto by Marco Mori










venerdì 11 giugno 2021

Corallone Dente Dell'Uomo 70/85mt

Il punto, nel tratto di mare antistante Spotorno a destra dell'isolotto di Bergeggi, si sviluppa tra i 70 e gli 80 metri di profondità, ed è un rigoglio incredibile  di vita. 

Erano tre anni che non mi immergevo qua e a questo giro, devo dire, sono rimasto abbagliato dalle gorgonie rosse ignorando quasi i cespugli di corallo nero che si trovano un po' più "avanti".

Qualche preoccupazione durante la discesa, mare blu elettrico tra 0 e 30, al 40 troviamo torbo con sospensione, ahinoi penso, e invece sotto i 50 si "apre". Dai 60 in giù ridiventa ottima, regalando così questo giardino incantato in tutto il suo splendore.

Post e foto by Dario Lupi







sabato 5 giugno 2021

Piroscafo Ravenna 90mt "Il Ritorno"

Il piroscafo postale Ravenna è un relitto affondato al largo di Andora su un fondale tra gli 83/90mt.

L'affondamento è stato causato da parte di un sommergibile tedesco. Era il 1917, prima guerra mondiale, i 272 naufraghi furono salvati grazie all'intervento da terra, ci furono 6 morti.

 




Il Ravenna non è un tuffo semplice, spesso spazzato da forti correnti sia in superficie che sul fondo, che richiedono un'attenta assistenza logistica e un'attenta pianificazione del tuffo.

Per questa immersione ci siamo affidati ai ragazzi dello Sport 7 di Andora, è il diving più accreditato per organizzare questo tuffo.

Il team è composto da: Filippo Mauri (primo tuffo sul Ravenna nel 2006 quando a bordo c'erano ancora i passeggeri -cit.), Luigi Bagnasco (unico diver in eccr con cui ci siamo già immersi sia sul Ravenna che su altri relitti fondi a tre cifre), Dario Lupi (buddy decennale e cameramen del gruppo), e, infine, il sottoscritto l’organizzatore.

 

Ad aspettarci ad Andora Stefano Dal Dosso e il suo staff. Oggi vareremo il gommone per la nuova stagione 2021 avendo anche occasione di battezzare i nuovi tubolari. Saluti di rito e subito sotto a caricare le nostre attrezzature.



Bibo e 3 stage per noi in circuito aperto, Reb e 4 stage per Luigi, tutti con scooter: impensabile fare questa immersione senza.

Poco dopo le 9 molliamo gli ormeggi, il sole si fa largo tra le nuove come da previsioni. Oltre ai noi ci sono 4 assistenti di superficie, dettaglio non da poco per gestire al meglio le fasi di vestizione e di entrata in acqua, qui particolarmente delicate.

 

Dopo pochi minuti di navigazione, accendiamo l'ecoscandaglio ed ecco apparire il Ravenna.

Sulla verticale troviamo un pescatore che è posizionato esattamente dove solitamente Stefano lancia il pedagno, ci assicuriamo che non sia ormeggiato e che non ci crei impicci,ci spostiamo di poco e lanciamo... la cima si srotola e corre a tutta velocità verso il fondo. Ora aspettiamo il verdetto della corrente, vera insidia di questa immersione.

Ripassiamo sulla cima di discesa e sembra che ci dica bene: oggi non c'è corrente o quanto meno ce n'è poca!! il verdetto unanime di Stefano e dello staff ci rassicura: oggi non ci sarà da "tribulare"  è quello che volevo sentirmi dire: Fantastico, si va!

Come da schema accordato vestiamo tutti quattro bibo e reb sul gommone ma poi salteremo in acqua a coppie di due. I primi Luigi e Dario, hanno le telecamere e hanno bisogno di qualche minuto in più per sistemarsi in superficie, a seguire io e Filippo. Tutti saltiamo con due stage già clippate sul gommone, al fine di evitare al minimo lo scarroccio in superficie vestendo cosi in acqua solo ossigeno e scooter.

E' il nostro turno: gav gonfio, capriola, in acqua, acchiappa lo scooter, stage di oxy e prontissimo a guadagnare la cima,  se non prima di rischiare che Filippo mi cadesse addosso con il suo d18 prontamente avvisato dallo staff che la sotto c'ero io!!! 

 

Finalmente ci siamo, pronti per questa avventura,  radunati a pelo d'acqua al segno di ok si parte a tutto gas verso il Ravenna.

La discesa scorre bene, la corrente non manca ma è gestibile, certo non bisogna distrarsi, diversamente di perderebbe la cima. Filippo arriva giù in due minuti, Luigi posiziona la strobo, si apre il sipario: il Ravenna ci mostra subito la sua parte migliore.Il pedagno è caduto proprio nella parte più suggestiva della nave: la prua.

L'impatto è notevole, rivolto verso l'alto, con il suo fantastico tagliare avvolto da grossi rami di corallo nero, non ti può lasciare indifferente. 



La visibilità è più che buona, siamo a 90 metri c'è luce, c'è chiarore, il fondo di sabbia bianca crea luminosità. La nave è divisa in tre parti la prua dove siamo atterrati ,la parte centrale e la poppa.

Ci dirigiamo verso il corpo centrale, davanti a noi la stiva di prua dove grosse balle di cotone fuoriescono, ai lati grossi rami di corallo nero un pò ovunque. Attraversiamo la nave al centro sorvolando il cassero, nel mezzo trovo il fumaiolo o quanto meno la zona che l'ospitava, ci portiamo sulla murata di sinistra e ci dirigiamo verso poppa. Su questo relitto sia dal primo tuffo ho sempre avuto un bel senso dell'orientamento, sarà come è fatto, ma si riescono a prendere dei buoni riferimenti.  Giriamo intorno alla poppa, cerco la pala dell'elica ma non la trovo, ci riportiamo sulla murata di destra passando dalla stiva di poppa anche lei piena di grosse balle di cotone. La murata di dritta è un immersione a se. Trattasi di un parete completamente tappezzate da gorgonie bicolori che assieme a corallo nero presenti ovunque fanno di questa immersione un tuffo naturalistico e tuffo sul relitto assieme. Mi riporto nuovamente  sulla prua e sul tagliamare, mi stacco per avere una visione dal basso verso l'alto, il controluce con la battagliola e il corallo nero è un incanto. Trascorro ancora qualche minuto e vedo una grossa granceola, la indico prima a Filippo, il quale si rende conto che è prigioniera in una rete. Sta quasi arrivando il 25' ma non si perde d'animo e coltello alla mano la libera, gran gesto.

 

Il tempo di fondo è finito, per 25 di fondo tra gli 80/90mt ora ci spettano 100 minuti di decompressione.



La decompressione scorre avvolta nei nostri pensieri tra cambi gas e giri bombole, ai 21 mt ci spostiamo tutti lungo la cima calata dalla superficie cosi da sganciarci dalla cima principale e andare in drift.

Riemergo per primo al 124' , a seguire siamo tutti sul gommone , felici  ce la raccontiamo soddisfatti per la bellissima esperienza vissuta.





Si rientra in porto tra fiumi di parole e dopo aver scaricato si festeggia tutti assieme con le gambe sotto il tavolo. L'ospitalità del diving 7 di Andora è davvero al top, almeno una decina di bottiglie di prosecco, spaghettino di pesce, dolce, caffe e ammazza caffè. Grande assente l'acqua gasata o liscia, la prossima volta la portiamo noi :) :) :)

Video by Bagnasco Luigi

mercoledì 21 ottobre 2020

Trimix dive : Valfiorita Wreck 50/70mt

Ultimo atto della straordinaria avventura calabrese: il relitto del Valfiorita. 

Dopo aver fatto colazione, lasciamo il nostro B&B Eneide di buon mattino, ci dirigiamo verso Scilla , è qui che ci imbarcheremo per raggiungere il nostro relitto.

Abbiamo il furgoncino pieno di stage e bibombola carichi di trimix che necessitano di un ultimo top ad aria, per essere perfezionati. Arriviamo allo Scilla Diving center, siamo in anticipo e con il carrellino  iniziamo a trasportare i bibo, a fare i top ad Aria e poi via! Verso l'imbarco. Oggi per noi è l'ultimo tuffo, poi si rientra.

Per questo tuffo abbiamo previsto 40' di fondo tra i 50/70mt. Per Filippo un d15 con 18/40 e per il sottoscritto un d12 + s80 con un ottimo 20/30.

Sul molo Filippo si accorge che la valvola di scarico del gav si è rotta, probabilmente durante la continua movimentazione dell'attrezzatura ha preso qualche colpo. Poco male, avvisiamo Paolo che ci raggiunge con un sacco sostitutivo, problema risolto! Ora siamo pronti per mollare gli ormeggi.





Anche oggi, come nei giorni scorsi, abbiamo il gommone in esclusiva, siamo solo noi due. Poco dopo le 10 usciamo dal porticciolo di Scilla con il gommoncino pieno di attrezzature pronti per attraversare lo stretto. Alla Guida Silvia in assistenza Nunzio. 

La nave Valfiorita giace tuttora di fronte l'abitato di Mortelle, in provincia di Messina, ad una profondità compresa tra i 55 ed i 70 metri, in perfetto assetto di navigazione e conserva ancora il suo ultimo carico costituito da camion, autovetture e motocicli  dell'epoca. La Valfiorita è considerato uno dei più bei relitti del Mar Mediterraneo, ricorda per certi versi il Thistlegorm del Mar Rosso è ad un quota non impegnativa, sicuramente ci divertiremo.

La nave fu affondata l'8 luglio 1943, durante la navigazione tra Messina e Palermo dal sommergibile britannico HMS Ultor che la colpì con un siluro nella zona di prua. Il comandante della Valfiorita cercò di puntare verso terra per mettere in salvo la nave, ma il danno provocato dal siluto fu così devastante che il troncone di prua si staccò dal resto della struttura, provocandone il repentino affondamento. 

Ci siamo: Silvia inizia a rallentare, siamo a poca distanza dal Valfiorita. Eccole le bottiglie in superficie che segnano il pedagno. Ci attacchiamo e diamo inizio alle danze. Corrente assente. Pinne, maschera capriola e siamo in acqua!

Galleggio in superficie, ma ho una strana sensazione. Cazzo, entra acqua nella muta... ne sta entrando tanta... decido di risalire subito sul gommone per controllare. Nunzio mi conferma che la cerniera è chiusa, ma aprendola mi dicono era rimasto impigliato un pezzo di sotto muta. Ok va bene, l'importante e aver sistemato. Sono di nuovo in acqua, ora sono stagno,  ho le mie 3 stage clippate e sono pronto per la discesa.

La cima di discesa è fissata a poppavia del cassero, in meno di due minuti siamo sul relitto. La visibilità è super. Come da piano ci dedicheremo subito alla penetrazione delle tre stive di poppa.

La prima contiene auto Balilla e motociclette Guzzi "trialce". I musi delle Balilla sono davvero caratteristici e fanno bella mostra di sè. Ci giriamo attorno con attenzione a non sollevare sedimento con gli scooter, non pinneggiando ci risulta più semplice. Soddisfatti, ma mai sazi, ci portiamo nella seconda stiva e al secondo piano ci sono schierati una fila di camion Fiat 626. Ci stiamo divertendo come se fossimo in un parco giochi,  stive davvero suggestive, quota operativa 60mt: spettacolo




Proseguiamo il nostro giro ed eccoci dentro l'ultima stiva, qui le canne di balistite (esplosivo) sono ovunque. Questa è la stiva forse meno accattivante rispetto alle altre, ad ogni modo usciamo da uno degli squarci lungo la murata di dritta e sgasiamo verso l'estrema poppa. Elica? timone? Mi stacco leggermente per avere una visione d'insieme, ma elica non c'è.... lo sapevo, avevo studiato :) è rimasto soltanto l'asse. La poppa e le sue strutture sono avvolte da cime e pezzi di reti sui quali alloggiano caratteristiche spugne bianche (filograna di mare) che completano la suggestiva scenografia.




Ritorniamo sul piano di coperta, un imponente albero si scaglia verso il blu. Filippo raccoglie un galleggiante , ne è un collezionista, aspetto che completa operazione e  ritorniamo verso il cassero. 




Sul cassero centrale si distinguono i  corrimano, finestroni, la strobo lampeggia poco più in là, nel frattempo altri sub stanno arrivando sul relitto. Per noi non è ancora ora di staccare siamo circa al 25'. Ci lasciamo il troncone di poppa alle spalle e raggiungiamo la prua che rimane staccata dal troncone principale. Ci portiamo sulla sabbia per goderci il tagliamare nella sua imponenza, facciamo la massima: 70mt.

Il relitto è enorme, ci vorrebbero più immersioni. C'è davvero tanto da vedere e il tempo è sempre tiranno. Sulla via del ritorno ci facciamo anche le stive di prua, qui ci sono casse con delle bombe e altri oggetti che non riconosco. Ci riportiamo sul troncone principale, il bottom time sta per scadere ma abbiamo ancora qualche minuto a disposizione. Come detto prima, soddisfatti ma mai sazi, mi ributto nella prima stiva, voglio riveder meglio le motociclette, faccio un ulteriore giro attorno al cassero è arrivato il  40' stacco la strobo, si chiude il sipario e inizia la decompressione.

Che dire, un'immersione favolosa. Relitto tra i più belli visitati. Non abbiamo visto il corallo nero a prua, e la mitragliatrice sulla sabbia ma grazie agli scooter a un buon bottom time abbiamo girato tutto il relitto, portandoci a casa dei bellissimi ricordi!

Foto fonte web.