lunedì 18 maggio 2015

Trimix Dive Relitto Perotta

Su questo relitto ci immergiamo quasi per caso. Partiamo da Spotorno diretti su una secca a largo di Varigotti, la Secca di Sant'Antonio. Profondità minima 62 max 75.In avvicinamento sento Dario che borbotta qualcosa con Tato .Non capisco cosa stanno dicendo. Una rete ,cosa? si, sopra la nostra secca c'è un rete per altro ben segnalata in superficie.
Ci avviciniamo, ecoscandaglio segna 60 metri,la rete dannazione,è stata posizionata proprio sopra la secca.Non sappiamo che giro ha fatto,sappiamo che è esattamente sopra a dove dobbiamo immergerci.Siamo tentati,ma alla fine prevale il buon senso e Tato ci propone come alternativa la cigliata dei Maledetti.Nell'ultimo anno abbiamo fatta 4 volte e non abbiamo voglia di rifare questo tuffo,mi ricordo che li in zona c'è un relitto sui 70metri.
Il relitto del Perotta Alias Re Faruk .Avevamo in programma di farlo prima o poi e piuttosto che ripetere i Maledetti decidiamo di dirigerci li. Un po' di ferro è sempre gradito.
Il Re Faruk, conosciuto anche con il nome dell'armatore "Perotta",era un cutter di costruzione francese, utilizzato per trasporto di merce di vario genere.
Era armato con 3 alberi, lungo una trentina di metri, ed una stazza di circa una cinquantina di tonnellate.
Il suo proprietario Sig. Perotta,ebbe una forte disputa con la compagnia di assicurazione dopo l’affondamento della nave, avvenuta durante una forte mareggiata notturna nel 1955


Ci vestiamo comodamente e dopo un breve briefing saltiamo in acqua.
Abbiamo una configurazione piuttosto pesante in previsione dei prossimi tuffi all'Argentario e sull'Haven.
Bibo12+12+ tre stage
In superficie non avvertiamo corrente. Cenno di ok e giù lungo la cima.
Cerco come sempre in questi tuffi di scendere velocissimo vs il fondo ma questa volta una forte corrente ci sposta prepotentemente. La configurazione pesante non aiuta ,scendiamo cercando di non perdere d'occhio la cima.


In 3' siamo sul fondo a -65mt ma abbiamo perso contatto con la cima.
La corrente è molto forte , e non siamo sul relitto.
Un leggero affanno si fa sentire. La corrente ci infastidisce e attaccanti al fondo avanziamo sperando di imbatterci nel relitto che per forza di cosa deve essere li a pochi metri.
Dopo qualche energica pinneggiata ecco apparire il Perotta.
Ci siamo, finalmente, leggermente in ritardo ma ci siamo.
Il relitto è adagiato su un fianco quasi in assetto di navigazione, su un fondo sabbioso intorno alla profondità di circa -70 mt. Lo scafo presenta notevoli segni di deterioramento e del relitto non rimane molto, la parte lignea è stata consumata dal tempo (affondato nel 1955) lasciando solo lo scheletro in ferro visto.


Arrivati sul relitto cerchiamo di far rientrare affanno, e iniziamo a girargli intorno, non è molto grande 30 metri ,la visibilità è davvero buona, oltre alle immancabili anthias noto diverse reti che danno ulteriore fascino a questo piccolo relitto.
Incontriamo una grossa musdella ,per nulla intimorita della nostra presenza .
Arriviamo a poppa e ci mettiamo al riparo dalla corrente.
Le strutture creano una sorta di grotta artificiale ,all'interno due piccoli gronchi, ci mostrano il loro musetto, sul fondo ci sono branchi di triglie al pascolo.


Ritorniamo nella zona esposta alla corrente ,un grosso pesce luna nuota sulle strutture .Incontro con questi pesci è davvero molto emozionante. Lo segnalo a Dario, scoprirò in seguito che non è riuscito a vederlo, peccato era davvero gigante.
Trascorriamo il nostro tempo di fondo girando sul relitto scoviamo 2 grossi scorfani rossi e per finire incontriamo un grosso astice che si muove minaccioso tra la lamiere.
Abbiamo terminato il ns tempo di fondo ,sono trascorsi 20' minuti e anche il manometro ci impone di lasciare il relitto.
Come pianificato partiamo con un risalita in libera nel blu. A 36 metri il primo gas swicht, a -21mt mando il pallone in superficie per segnalare la ns posizione.


La nostra decompressione la facciamo nel blu avvolti nei nostri pensieri ,attaccati al pallone metro dopo metro guadagniamo uscita.
La corrente ci ha portato parecchio lontano rispetto al relitto, recuperiamo il pedagno raccontiamo a Tato della ns immersione e rientriamo lentamente verso Spotorno godendoci il tramonto sul mare. Immersione davvero piacevole su questo relitto che non avevamo mai fatto e devo dire che seppur le strutture non sono ben messe ,abbiamo incontrato parecchio pesce e ci siamo divertiti, seppur gestendo una forte corrente.
La secca di Sant'Antonio continua a sfuggirci ma sono certo che prima dell'estate riusciremo a fargli una visita.







3 commenti:

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