
Emozioni Profonde è un diario di immersioni tecniche svolte in oltre 15 anni di attività.
Una vasta raccolta di foto e video delle più suggestive e impegnative immersioni tecniche Italiane.
Un viaggio di emozioni tra tuffi in Liguria, Calabria, Sardegna, Toscana passando per i report dei corsi svolti nelle acque del lago di Como.
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venerdì 4 luglio 2025
Ischia Rimorchiatore Miseno Trimix dive 70mt
giovedì 3 luglio 2025
Ischia Punta Sant’Angelo Trimix dive 115mt
- Paolo Pellegrini (JJ ECCR
diver)
- Dario Lupi (Inspiration
ECCR diver)
- Paolino Altomare (Megalodon
ECCR diver)
- Filippo Mauri (CA diver)
Punta
Sant’Angelo: la regina di Ischia
Attraversiamo
due grandi rocce e la parete si apre sotto di noi, imponente. La teniamo sulla
destra e ci lasciamo scivolare lungo questa murata che sembra non
finire mai.
La parete offre quanto di meglio si possa trovare nel ns mare; Papamuricee rosse ,rosse e gialle,solo gialle;un bosco colorato.
Rami di corallo rosso di grosse dimensioni colonizzato la parete, spugne gialle a contorno completano il quadro.
Un parete spettacolare, penso raggiunga la profondità di oltre 150m
A 50
metri le gorgonie bicolori lasciano spazio a quelle rosse e alle Eunicella
cavolinii. Nelle spaccature, colonie di gamberi Parapandalus si
muovono freneticamente.
giovedì 4 luglio 2024
Cromarty wreck 85/95mt
Ci troviamo sopra il relitto del Cromarty, cercando la linea di discesa fissata un anno fa da Michele ed Hermes, ma questa volta è introvabile. Michele si immerge, ma invano; le mareggiate invernali l'hanno probabilmente strappata via.
Il Cromarty, un dragamine inglese gemello del FELIXSTOWE, misura 54,9 x 8,8 x 3 m. Affondato a causa di una mina che ha distrutto la prua, giace a 95 metri di profondità in assetto di navigazione. Il relitto è in condizioni eccellenti, anche per il fatto di essere poco esplorato.
Con il punto GPS stabilizzato sul relitto, lanciamo un pedagno mobile per garantirci una linea di discesa; ora è il nostro turno di scoprire dove è atterrato.
Le condizioni oggi sono mutate rispetto a ieri: c'è più vento e la corrente di superficie è più forte, ma è tutto gestibile con un po' di esperienza.
Ci tuffiamo già equipaggiati di stage e scooter per non disperderci durante la vestizione, ci raggruppiamo sulla cima, attendiamo Dario che tarda, e poi tutti giù verso il Cromarty.
Man mano che scendiamo, la visibilità aumenta. La discesa è rapida, con lo scooter diretto verso il basso; spero di incontrare presto la sagoma del relitto. A circa 70 metri, lo vediamo apparire magnifico dall'alto. Il pedagno è caduto vicino alla murata di sinistra, perfetto. La visibilità è migliore di ieri, cristallina. Filippo posiziona la strobo. 90 metri, ci raggruppiamo, si parte.
Anche questo relitto è spettacolare. Sul ponte ci sono tre armamenti: un cannone scudato, un cannone a canna singola sulla murata di sinistra e un cannone sulla murata di destra.
Mitragliatrice murata sx |
Cannone scudato coperta poppa |
![]() |
Disegno by Hermes Budroni |
Mitragliatrice murata dx |
Manica a vento coperta poppa |
Il relitto si presenta come un'esplosione di colori, con gorgonie bicolori che fioriscono in abbondanza, e anche qui ci accoglie un magnifico San Pietro. Sulle passerelle si possono osservare bombe di profondità e maniche a vento, mentre ai lati si trovano i bracci delle scialuppe di salvataggio; era qui che avremmo dovuto trovare il nostro filo guida, ma non c'è traccia, nemmeno l'ombra di una cima
Manica a vento coperta poppa |
Bracci per movimentare scialuppe salvataggio |
Bombe profondità estrema poppa |
All'estrema poppa ci sono due gruette completamente ricoperte di gorgonie. Facciamo la massima sull'elica a 95 metri, poi ritorniamo sul ponte dove mi soffermo sui tre pezzi di artiglieria, davvero suggestivi, per poi dirigerci verso la prua dove la nave si è spezzata durante la collisione.
Gruette estrema poppa |
Ci muoviamo in formazione sparsa lungo il relitto; la visibilità è buona e il relitto si gira agevolmente. Lungo la murata di sinistra si può osservare un orinatoio, che mostro felicemente ai miei compagni, i quali mi prenderanno in giro in superficie per il mio entusiasmo. Dopo 25 minuti intorno ai 90 metri, considerando che ieri abbiamo fatto un'immersione di 3 ore e oggi siamo di nuovo in acqua dopo un intervallo di superficie di appena 15 ore, decidiamo di staccare per poi completare la nostra decompressione al 145° minuto. Oggi niente Mobula in decompressione, ma siamo super soddisfatti per esserci immersi su un relitto ben conservato, ricco di dettagli e colori.
Rientrando verso Santa, il vento, ormai più forte lo prendiamo di faccia , ci fa tornare zuppi ma felici. I tuffi su Da Noli e Cromarty resteranno un ricordo indelebile, e da domani ci dedicheremo a immersioni più tranquille sui relitti di Castelsardo.

mercoledì 3 luglio 2024
Antonio Da Noli 95/110mt
L'Antonio da Noli fu un esploratore e in seguito un cacciatorpediniere della Regia Marina. Durante gli eventi dell'armistizio, il Da Noli, sotto il comando del capitano di fregata Pio Valdambrini, e il suo gemello Vivaldi partirono da La Spezia per Civitavecchia, con l'intento di imbarcare il re Vittorio Emanuele III in fuga da Roma. Tuttavia, poiché il re si diresse verso Pescara, il Vivaldi e il Da Noli ricevettero l'ordine di dirigersi verso La Maddalena per raggiungere la flotta navale italiana la mattina del 9 settembre 1943.
Vicino all'isola di Razzoli, nelle Bocche di Bonifacio, le due navi si scontrarono con motovedette e motozattere tedesche dalle 16:00 alle 17:15 del 9 settembre, affondando o danneggiando alcune e costringendo le altre alla ritirata; in seguito, furono attaccate dalle batterie costiere tedesche in Corsica. Il Da Noli fu colpito da due proiettili, riportando danni non gravi, ma urtò una mina nel tentativo di allontanarsi: l'esplosione distrusse la plancia, uccidendo il comandante Valdambrini e l'equipaggio presente, e la nave si spezzò in due, affondando rapidamente alle 17:50.
Alcuni sopravvissuti del Da Noli, insieme a quelli del Vivaldi, furono salvati nella serata del 12 settembre dal sommergibile britannico Sportsman e trasferiti in un campo di concentramento in Algeria, mentre altri raggiunsero la Corsica, affrontando condizioni avverse.
In totale, tra l'equipaggio del Da Noli si contarono 218 (secondo altre fonti 228) tra morti e dispersi, e solo 39 sopravvissuti.
Il relitto del Da Noli, situato nelle Bocche di Bonifacio a una profondità tra i 95 e i 110 metri, rappresenta un'immersione che richiede una pianificazione attenta.
Sono le 10 del mattino e siamo ancora fermi sulla nostra nave, che ci ha trasportati da Genova alla Sardegna durante la notte. La nave ha accumulato un notevole ritardo, quindi avvisiamo Michele Uda del Sea Project Castelsardo e Gian Maria Fraghì del Diving Mediterraneo - Centro Formazione Istruttori Subacquei WASE, i nostri referenti in Sardegna, per organizzare l'immersione.
L'appuntamento è fissato a Santa Teresa per le 12; caricheremo rapidamente il gommone e partiremo immediatamente con il botto: Da NOLI.


Dobbiamo approfittare di questa finestra di bel tempo; appena sbarcati, è essenziale agire immediatamente! Ogni occasione persa è irrecuperabile!
Dopo circa un'ora siamo arrivati. Al porticciolo ci accolgono diverse persone dello staff e, soprattutto, Hermes Budroni. Conosciamo Hermes da anni, ma sempre attraverso il web; finalmente ci incontriamo di persona, scambiamo i saluti di rito e ci prepariamo, a petto nudo e in costume, per caricare stage, scooter e tutto il necessario.
Verifica dei rebreather, tutto a posto: si parte.
Per questa immersione siamo in cinque subacquei: Filippo Mauri CA, Hermes Budroni CA, Dario Lupi Inspiration eccr, Paolo Pellegrini JJ eccr, Paolino Altomare Megalodon eccr.
La navigazione è prevista per un'ora. Durante il viaggio, Hermes ci intrattiene con dettagli sul relitto; siamo tranquilli, ridiamo e scattiamo foto, mentre Giammaria alla guida ci aggiorna periodicamente sui tempi di arrivo.
Eccoci, il gommone rallenta e iniziamo a scandagliare con l'eco i due punti GPS. Ci mettiamo alla ricerca del pedagno. La linea era stata posizionata circa un anno fa e siamo fiduciosi che possa essere ancora lì. Siamo pronti anche con un pedagno mobile, ma trovare quello fissato l'anno scorso sarebbe l'ideale.
Ci disponiamo in modalità vedetta: in piedi sui tubolari, talvolta ci sembra di avere allucinazioni, ma del pedagno nessun segno. Michele si tuffa e dopo qualche minuto, quando sembra non ci sia nulla, all'improvviso sento Michele chiamare la nostra attenzione battendo forte il palmo della mano sul gommone: l'ha trovato! Bingo, ora tocca a noi, il Da Noli ci aspetta!
In pochi minuti siamo tutti in acqua, pronti. Al segnale di ok, svuotiamo il Gav, puntiamo lo scooter verso il basso e via.
La discesa è guidata dai ragazzi in CA. Hermes e Filippo, come veri missili, penso siano arrivati sul relitto in poco più di due minuti, con il compito di fissare la strobo.
Lungo la cima c'è un grosso filaccione che, se seguito, ti porta giù ma non al relitto; lo evitiamo e seguiamo la cima principale: in tre minuti netti siamo tutti sul relitto, a 100 metri si apre il sipario, la visibilità è ottima.
Il pedagno è fissato lungo la murata destra, vicino al cannone binato centrale e alla fila di bombe.
Recentemente, abbiamo esaminato vari disegni a secco, il che, a mio parere, è molto utile.
Procediamo in formazione a stella :). La luce stroboscopica lampeggia al centro della nave, la visibilità è buona e l'orientamento non è difficile; accelero lo scooter in direzione della poppa, muovendomi lungo i binari dove venivano collocate le bombe di profondità. Inizio a contarle: cinque grosse bombe sono allineate sul ponte. Due imponenti cannoni binati Ansaldo da 120/50 dominano il ponte: uno al centro e l'altro verso la poppa, con un terzo posizionato a prua.
Sono magnifici, enormi, ricoperti di gorgonie bicolori. Ci ritorneremo più tardi
Mi dirigo verso l'estrema poppa dove si trovano due tramogge per le bombe di profondità; un paio di pesci San Pietro ci fanno visita, numerosi su questo relitto. Torno al cannone binato di poppa e mi posiziono in alto per godermi una vista panoramica della torretta, delle canne e della sezione posteriore utilizzata per la manovra.
Ci spostiamo verso la prua, ritornando lungo la murata destra, oltrepassando nuovamente i binari e le bombe. Sono con Hermes e ci stiamo divertendo, scorrazzando con i nostri Suex VRX (quante volte ne abbiamo parlato insieme) su una splendida nave da guerra, ricca di dettagli e adornata di gorgonie bicolori, con i cordiali pesci San Pietro che ci fanno da scorta.
Con la coda dell'occhio noto il cassero crollato sul fondo; dopo pochi secondi, ci avviciniamo ai lanciasiluri. È enorme trinato e pronto a sparare, sono elettrizzato e vorrei condividere la mia euforia con Hermes, ma continuo a parlare nel loop. Giungiamo alla prua, dove la nave si è spezzata. Seguendo il piano, decidiamo di restare sul troncone di poppa. La prua è capovolta, mostrando una chiglia nuda.
Grazie agli scooter, abbiamo un'eccellente mobilità. Ripercorriamo i cannoni, incontro Dario, scattiamo alcune foto, poi torno a poppa; il tempo sta per scadere, sono 25 minuti che esploriamo il relitto.
Il sipario si chiude e ci raduniamo lungo la cima; stacco la strobo e iniziamo una lunga decompressione. Le condizioni sono cambiate rispetto alla discesa. A 50 metri, la corrente diventa significativa, non infernale, ma da gestire con attenzione. Ci attendono oltre due ore di decompressione che trascorrono in fretta. Michele ci raggiunge per assistenza e per prenderci i bailout. Dopo 170 minuti, il "clear deco" ci permette di risalire, ma il mare mi fa un regalo. A 5 metri, una mobula di 4 metri si materializza davanti a me, è imponente e inizia a nuotare al mio fianco. Dario è già in superficie e non riesco a contattare gli altri; non posso condividere questo momento con i miei compagni. Questa esperienza rende l'immersione ancora più speciale, la ciliegina sulla torta.
Il mio socio Paolo Pellegrini ha definito l'esperienza un vero e proprio raid, necessario per non rischiare di annullarla a causa della variabilità delle condizioni meteo.
Torniamo al tramonto, tra fiumi di parole, euforici; laggiù abbiamo provato emozioni intense. Il relitto del cacciatorpediniere Da Noli è una nave da guerra maestosa; non avrei mai immaginato fosse così imponente.

Arriviamo in porto e ormai è sera. Siamo stanchi ma felici, dopo 24 ore in movimento. Ma c'è ancora uno sforzo da fare: preparare i rebreather per domani, con filtri e ricariche, e poi una meritata cena per celebrare anche internamente la giornata.Domani ci attende un'altra avventura, un nuovo tuffo in Corsica: il relitto del Cromary a 95 metri di profondità.
Video by Dario LUPI.
Antonio Da Noli Destroyer Wreck - Paolinus Cut from Dario Lupi on Vimeo.
lunedì 26 giugno 2023
Tombant des Americans 55/75MT
Oggi
secondo giorno di immersioni in costa Azzurra.
Ieri ci
siamo concessi un bel tuffo da 100 minuti sulla secca di Santa devota, oggi
siamo diretti sul giardino sommerso di Eva's Garden.
Il gruppo è lo stesso di ieri , si sono aggiunti 3 francesi .
La navigazione è di quasi un' ora ,ci godiamo la costa , ci lasciamo alle spalle Montecarlo con il suo museo Oceanografico e i suoi palazzi eleganti a seguire Nizza, si scattano foto , qualche video , ambiente rilassato si chiacchiera in attesa di raggiungere il punto
La barca decelera siamo arrivati.Iniziano i preparativi ,vesto il reb, scaldo il filtro, siamo pronti a saltare ma dalla regia segnalano una rete proprio in prossimità della secca...azz cambio programma. Dove si va? si va sul Tombant des American
Per noi sono tutti siti nuovi ma i compagi in barca esperti conoscitori del luogo mi sembrano ugualmente contenti. Passiamo dalla modalità secca alla modalità caduta/paretone.
Sono seduto con muta e reb vestito, guanti stagne e cappuccio, il caldo si fa sentire, chiamo Filippo e gli chiedo di passarmi il
doccino con l'acqua che c'è a poppavia. Una bella rinfrescata è quello
che ci vuole.
Finalmente ci siamo, si butta il pedagno e via saltiamo in acqua. Siamo un bel gruppetto 6 rebdivers+ Filippo e Mauro in CA, tutti con scooter.
Zero corrente , ultimiamo i controlli e giù sperando di non incontrare la brutta visibilità di ieri. Ci dice bene, arriviamo sul fondo, ad attenderci acqua cristallina e un plateu di sabbia bianca, poco distante una caduta con pendenza di 90° , un burrone , una paretone infinito che scende sicuramente oltre i 100m.
Qui abbiamo trovato quanto di meglio possa offrire il mar mediterraneo.
Paramuricea
clavata con tutti polipi aperti , Spugne gialle, Corallo rosso, grottoni pieni di gamberi e grosse musdelle. Un piccolo
ramo di Gerardia Savaglia giallo acceso in aggressione su una gorgonia rossa.
Boschi di corallo nero tra cui nei rami fanno bella mostra la Filograna di mare.
Due
bellissime aragoste di grossa taglia sono completamente fuori tana ad attenderci
Mantengo
la batimetrica dei 65mt faccio delle puntate a 70/75mt , incrocio Paolo e Mauro ci
scambiamo segnali compiaciuti, ce la stiamo godendo , era da tanto che non mi
immergevo in un posto cosi interessante .
La parete è invitante e complice la buona visibilità mi richiama verso il fondo ma è importante rimanere nel gruppo.
Qualcuno
avvista anche un pesce luna. Il tempo di fondo purtroppo sta volgendo al
termine, raduniamo il gruppo, aspettiamo Paolo Fossati che sta facendo ancora
qualche foto è scoccato il 35' abbiamo un run time di oltre due ore davanti a noi.
Si stacca.
Ripassiamo
dal pedagno ,dove su diverse fili da pesca sono avvolte da spettacolari gorgonie
rosse che sembrano sospese nel vuoto.
Luca Coltri segna la via con la bussola. Si va in direzione della costa. Non ci si annoia lungo il pedagno ma ci si gode la risalita finendo la decompressione .
Salpe, castagnole, cefali e saraghi ci fanno compagnia fino al 115
dove finalmente raggiungiamo l'aria.
Siamo
tutti molto soddisfatti di questo tuffo che ci ha ripagato abbondantemente.
Posto
davvero pazzesco dal quale non vorresti venir più via e dal quale appena
uscito pensi già quando potrai tornarci!
lunedì 6 marzo 2023
Cave Experience:Grotte di Oliero
La
zona della Valstagna è famosa per alcune importanti risorgenze delle
quali fuoriesce la maggior parte dell'acqua assorbita dall'Altopiano di Asiago.
Ci
sono principalmente tre sistemi. Oliero (Cogol dei veci e Cogol dei Siori),
Risorgenza di Ponte Subiolo (Elefante Bianco) , Risorgenza dei Fontanazzi.
Le
grotte sono caratterizzate da una temperatura attorno agli 8/9°C durante tutto
l’arco dell’anno, e le condizioni di visibilità e flusso possono cambiare in
maniera improvvisa, a seconda delle precipitazioni. Le immersioni nelle grotte
di Oliero sono vincolate da un permesso da richiedere precedentemente all’ente
gestore.
Per questi tuffi il team è quasi al completo, sia l'anno scorso che quest'anno abbiamo cercato di organizzare un bel gruppetto 3/4 amici per poter condividere l'esperienza
Per
noi sono esperienza nuove ,diverse e come tutte le cose nuove hanno il fascino
della scoperta e dell’incognita.
Sono
3 le immersioni fatte al Cogol dei Siori effettuate con Dario e Mauro ma
soprattutto con Filippo cave diver esperto che ci sta iniziando a questa
attività.
Oggi decidiamo
di spingerci un po' più in là , non avanzeremo con la
regola dei terzi sul bibo come abbiamo fatto precedentemente, ma
oltre il bibo utilizzeremo anche una stage di ean50 e
una stage con Trimx per la parte oltre i 40mt.
Arriviamo alle 10:30 ad aspettarci una bella giornata di sole, poca gente nel piazzale rispetto alla settimana scorsa, meglio, possiamo parcheggiar la macchina al sole e più vicino possibile all'ingresso.
Ogni
volta che arrivo qui rimango estasiato dal luogo. II l rumore dell’acqua che
scorre in sottofondo , le acque del laghetto di una trasparenza
incredibile, non ti possono lasciare indifferente.
Il contesto fuori dall'acqua vale da solo il prezzo del biglietto, qualche foto di rito e partiamo abbiamo un bel un pò di materiale da movimentare
Filippo
ha portato con se un carrellino e in un paio di viaggi abbiamo trasportato
tutto in prossimità di alcune panchine sulle quali ci vestiremo.
Bibo
e 2 stage per il sottoscritto contenenti aria- ean50-20/30,
idem Filippo che ha anche una 7l di oxy.
Vestiamo
le mute al sole e dopo aver imbarcato tutto su un barchino
attraversiamo il laghetto per raggiungere ingresso della grotta , e li che
lasceremo le due stage .
Escono
alcuni ragazzi a cui chiediamo come è? Bellina è la risposta , quanto meno il
flusso che ci sembra sostenuto ,è gestibile.
Ripassiamo
il piano di immersione e vestito il bibo saltiamo in acqua e
guadagniamo nuovamente l’ingresso della grotta.
Arriviamo
in prossimità del pozzo ci sono delle luci , qualcuno sta uscendo è Pedro
Balordi riconosco il doppio scooter e tramite facebook sapevo che si trovava ad
Oliero per completare alcuni tuffi esplorativi.
Ora
è il nostro turno ci siamo, si va, ok di intesa e si scende.
Raggiungiamo
il fondo ,Filippo attacca oxy a 6mt alla maine line e si parte respirando
ean50.
La
grotta nella prima parte ha una buona visibilità almeno 10mt , siamo sulla
maine line e cerchiamo di avanzare gestendo un discreto flusso , a tratti ci
dobbiamo riposare e aiutare attaccandoci alla cima guida che in questo punto è
di dimensioni generosi e ben fissata.
Il
flusso in questa prima parte è una costante, l’abbiamo trovato in tutte le
immersioni. I Consumi un po' ne risentono e dopo una 15’
la
morfologia cambia e la sezione prende la forma di un laminatoio lungo 20m,
largo 10 -12m ed alto al massimo 1m. Meno male che l'acqua trova il passaggio
anche attraverso altre gallerie laterali più o meno piccole per cui la corrente
non si intensifica non dovendo sottostare al ben conosciuto e malaugurato
effetto Venturi. Finito il laminatoio la galleria diventa molto più ampia, la
corrente logicamente quasi impercettibile. Vediamo le torce di due ragazzi a
sx, noi seguendo la linea guida giriamo a destra .


Abbiamo
consumato un filo più del preventivato ad ogni modo lasciamo ean50 sulla linea,
la recupereremo al rientro, ci servirà per la decompressione.
Passiamo
al bibo ad aria e continuiamo il nostro percorso , qui la visibilità è
leggermente peggiore rispetto al primo pezzo, arriviamo intorno ai 35mt e
passiamo alla stage di 20/30 e dopo qualche minuto ci troviamo a 50/55mt.
La
visibilità ritorna eccezionale, la cima non è più attaccata al fondo ma lungo
la parete di sx.
Siamo
dentro per oltre 450mt , questa zona della grotta non ho avuto ancora modo di
visitarla, mentre Filippo con i suoi buddy attrezzati di scooter qui ci sono
stati diverse volte.
Il
fondo qui cambia .A tratti ci sono delle spiaggette di sabbia e ghiaia.
L’ambiente regala emozioni, sono tranquillo me la sto godendo ma purtroppo il
manometro della s80 segna 100 bar a malincuore ci tocca rientrare, mi spiace
avrei voluto andar avanti , il fondo iniziava a risalire , ma non ci sono
deroghe, plan your dive and dive your plan.
Inveriamo
il senso di marcia , si rientra. La corrente a favore ci spinge verso uscita,
ritroviamo ean50 poco fuori il laminatoio , facciamo lo swicth , abbiamo 25 di
deco da smaltire, ci godiamo il rientro e arriviamo in prossimità dell’uscita. Filippo fa un ulteriore cambio su oxy mentre io mi secco il mio ean50 .E il
75’ il computer ci segnala che possiamo uscire .Abbiamo il bibo ancora con
170bar e le s80 come da piano vuote, tutto è andato come pianificato , ora
guadagniamo l’uscita gattonando nell’acqua a 1mt poi spazzati dalla corrente ci
troviamo nel laghetto. Anche questa avventura è andata alla grande!
Ora recuperiamo le nostre cose lentamente , il piazzale si è
popolato di alcuni sub svizzero tedeschi di supporto a Balordi . Lasciamo
Oliero poco dopo le 14 ,e ci dirigiamo in pellegrinaggio alla poco
distante grotta dell’Elefante bianco e poi via a mettere meritamente le gambe
sotto il tavolo presso la Birreria Trenti.
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Foto scattate da Dario Lupi nei diversi tuffi effettuati