domenica 23 settembre 2018

Trimix dive: Piroscafo Nina - Relitto delle catene 115metri

Il piroscafo Nina venne costruito su ordine del British Shipping Controller di Londra nel 1919 e rivenduto agli armatori genovesi fratelli Bianchi. Nel 1943 venne requisita e posta sotto il controllo tedesco. Il 20 febbraio del 1944 colò a picco, probabilmente silurato da parte di un sommergibile britannico a largo di Genova Sampierdarena.

Il Nina, o relitto delle catene, è sicuramente l'immersione più complessa del Golfo di Genova. Quota operativa tra i 98/115 metri, molte lenza, visibilità scarsa: insomma, un tuffo insidioso da affrontare con attenzione e umiltà.
L'immersione sul relitto delle catene è affascinante per via della posizione del relitto stesso. La poppa, appoggiata sul ciglio della scarpata che scende ripida oltre i 200m, è la parte più scenografica della nave insieme all'elica e al timone, entrambi sospesi nel vuoto a 115m.
Risalendo sulla coperta sono visitabili due stive ancora piene di catene e di materiale ferroso.
A volte penso che spiegare alle persone non addette “ai lavori” cosa ci spinge a fare queste immersioni  sia complesso.
I motivi che ci spingono a fare queste immersioni sono diversi: la curiosità, l'incognita della scoperta di un posto nuovo sui cui immergersi, le forti emozioni interiori, l'adrenalina, il benessere e la scoperta del tuo 'Io' interiore più nascosto.
Per quei 20 minuti pianificati sul fondo, hai la testa piena per tutta la settimana che passa tra analisi, ricariche, pianificazione, confronti su scenari di emergenza, strategie decompressive: noi malati di tekdives  amiamo tutto questo!!
Veniamo al tuffo.
L'imbarco è fissato al Centro Sub Tigulio dove ad aspettarci troviamo il capitano Dario Nelli, sua moglie Barbara e gli amici "rebritheristi"  Emanuele e Davide.
Siamo tutti abbastanza concentrati, un po' di tensione aleggia nell’aria prontamente smorzata dal buon Darione Nelli. Completiamo il montaggio e il check attrezzature, carichiamo il gommone. Prima di vestire la muta, bevo abbondantemente (sono 2 giorni che bevo), mangio un paio di crostatine al cioccolato, un ultima pisciatina... e via prendiamo il largo!
La giornata è calda,  usciamo lentamente dal porto, Il relitto non è lontano, è  poco fuori.
10 minuti e ci siamo, ecco apparire il pedagno di superficie: l'acchiappiamo con il mezzo marinaio e diamo inizio alle danze.
I primi a saltare in acqua sono i ragazzi con il reb, hanno pianificato un tuffo da 200 minuti e 30 di bottom, noi bombolari abbiamo pianificato 20@100 ma se la visibilità sarà brutta tagliamo anche prima.
Per questa immersione il nostro piccolo team ipossico è al completo: Oman Novara, Dario Lupi e il sottoscritto. Mix uguali per tutti, anche se avremo dei piani decompressivi leggermente diversi.
Bottom gas 10/70 in bibombola 16+16. 4 Gas deco 18/45-35/30-50/20 Ossigeno. Tutte S80 tranne 35/30 7litri.
Visto i carichi da trascinarsi decido di noleggiare lo scooter.
Non avendolo di proprietà mi capita spesso di noleggiandolo, in alcune occasioni i miei amici me lo prestano, mai un problema, ma questa volta ho commesso un errore.È bene raccontare anche quando si fanno cazzate e non solo quando le cose vengono fuori bene! 😊
Lo scooter noleggiato è un Suex con potenziometro e accensione a grilletto nulla di trascendentale, il classico Suex che ho già usato diverse volte, purtroppo  la cima di fissaggio all’imbrago non era minimamente regolata, io non ho notato questo particolare e la cosa l‘ha reso ingestibile: insomma da mezzo di supporto si è rivelato un bell’impiccio in più da gestire, diciamo una 5stage
Tra lo  scooter non settato correttamente e una stage da riconfigurare in superficie perché l’erogatore si è sfilato , partiamo per questa discesa a 100mt: è lì che avremo il punto di contatto con il piroscafo Nina.
La discesa parte con la 18/45 che utilizzo fino a 20mt poi passo la bibo, check a 20mt ok a Omar e giù!!!! durante i 3 minuti di discesa cerco di far rientrare un po' di stress che ho avuto nella preparazione, passati i primi 30metri prendiamo decisamente velocità ed eccoci,  ci siamo: 3 minuti  si apre il sipario  -98mt base del pedagno.
20 secondi fisso una strobo , alzo un po' di polvere, ci siamo, pronti a partire.
Ci lasciamo cadere oltre la poppa, fondo -115mt. La miscela che sto respirando mi da un end di circa 20mt , lo spettacolo è pazzesco. Alzo lo sguardo e dal fondo vedo nitidamente la poppa che mi sovrasta 15metri sopra. La visibilità è ottima, vedo anche buona parte della murata di sinistra. Il Timone ed l'elica a 4 pale sono giganteschi, le dimensioni sembrano quelle del elica dell’Haven. Cerco e trovo una gorgonia che si trova dietro l'elica, sono rilassato, me la sto godendo. La visione di insieme di questa parte dello scafo è super! Questa è l'immagine che volevo portarmi a casa del Nina, sono davvero contento!
Vedo le luci della camera di Dario che stanno riprendendo. Una volta in superficie, ahimè, mi dirà che il vetrino dello scafandro non ha retto alle 12,5 ata e si è crepato.
Risaliamo sulla coperta, la situazione di visibilità è decisamente diversa: due/tre metri al massimo. Decidiamo comunque di entrare nella prima stiva, Omar scorge la luce di via. Nel Torbone alle mie spalle vedo Dario, ci sono molte lenze, vedo il tubo di rivestimento dell’elica e qualche catena sul fondo, sul soffitto della stiva, invece, ci sono del conformazioni batteriche rosse di rustiti. Omar si affaccia sulla seconda stiva e trova una bella aragosta ad aspettarlo. Siamo al 15, stiamo nuotando in un bel torbone, decidiamo quindi di girare i tacchi di riportarci a poppa. Ne approfitto però per lasciarmi cadere ancora un po' verso il fondo e dare un’ultima occhiata dall’alto verso il timone. Poi via, al 19’ stacchiamo. Davanti a noi 120minuti di decompressione per un runtime totale di 140’ che scorre tra cambi gas, tappe, rotation bombole e rispetto del runtime.
Questo è stato il primo tuffo su questo relitto, gli abbiamo preso le misure. Sicuramente, per quanto mi riguarda, voglio tornarci per poterlo girare meglio e portarmi a casa ancor più dettagli.
Clip Elica e Timone:

nina_lq from Dario Lupi on Vimeo.

sabato 8 settembre 2018

Trimix dive: Piroscafo Ravenna 90 metri

La storia del Ravenna è la storia di una nave che ha segnato la vita di migliaia e migliaia di italiani che hanno deciso di emigrare dall'Italia alle Americhe, in anni contrassegnati da grandi rivoluzioni e scoperte ma, soprattutto, anni di guerra, di sofferenza e di povertà.
Varato con il nome di 'Ravenna' il 2 marzo 1901, il piroscafo era lungo 110 metri, larga 13 e stazzava 4.100 tonnellate. Era equipaggiato con un motore a vapore a triplice espansione che gli permetteva di raggiungere i 12 nodi. Il Ravenna poteva ospitare 42 persone in cabina di prima classe e oltre 1.250 passeggeri nelle grandi camerate comuni riservate alla 3° classe. Il suo impiego principale fu quello di piroscafo postale ma fu adibito al trasporto degli emigranti che, a partire dai primi del 1900, abbandonavano in massa l’Europa per cercare fortuna nel nuovo mondo.
Nel 1913 viene nuovamente impiegata al servizio civile e concluderà la sua carriera il 4 aprile 1917, al largo di Capo Mele, quando venne silurata ad opera del sottomarino tedesco U52, agli ordini del comandante Hans Walther.

L'immersione sul piroscafo postale Ravenna ormai ci sfugge da 3 anni. Non ricordo più quante volte abbiamo cancellato per cattive condizioni meteo. Organizzare questo tuffo non è stato semplice, i diving accreditati sono pochi.
Oggi, grazie all'amico Gianni Escuriale, siamo riusciti a fissare un imbarco con il diving Sport7 di Andora. È il nostro giorno, il Ravenna ci aspetta!!!
La settimana scorre veloce tra pianificazioni, ricariche, recupero attrezzature (scooter): il tempo sembra essere perfetto, mare calmo e sole.
La sveglia suona alle 6:30, l'appuntamento è ad Assago dove incastriamo tonnellate di attrezzatura nella macchina di Dario e via, si parte direzione Andora.
Per questa immersione il team è composto da Filippo Mauri, Dario Lupi e il sottoscritto, purtroppo Gianni e Monica hanno avuto un piccolo incidente domestico e non potranno partecipare, mi spiace è proprio grazie a loro se oggi siamo qui.
Dopo aver percorso 200km si arriva al diving, l'accoglienza è calda e troviamo uno staff attento e gentile, cosa che non guasta.
Facciamo un briefing sulle procedure, sulla gestione delle emergenze, su come verrà calato il pedagno e su cosa troveremo lunga la cima coma gas per emergenze. Dopo aver caricato il gommone alle 10:30 molliamo gli ormeggi.

Di fronte a noi l'isola della Gallinara, la giornata è splendida e ci lasciamo alle spalle Capo Mele, da lì a poca distanza si trova il nostro relitto.
L'immersione sul Ravenna è un tuffo molto insidioso e complesso. Il relitto poggia su un fondo di 90mt la profondità minima è 82metri, non c'è pedagno fisso e il relitto è spesso investito da forti correnti che ne impediscono l'immersione. Giusto per dare un idea della complessità: ho diversi amici che non sono riusciti a scenderci anche se scooterarti.
Ci siamo, Stefano inizia a scandagliare il fondale ed ecco apparire il Ravenna sull'eco.
Viene filato un pedagno mobile. Il lancio è sicuramente il momento più delicato, a mio avviso un buon 70% della riuscita del tuffo parte da qui.
Un attimo di esitazione poiché c'è una rete o un palamito proprio vicino al relitto, andiamo a verificare è un palamito!!Faremo attenzione!!! Si va!!
Ci assicuriamo che il pedagno sia sopra il relitto ora tocca a noi , diamo inizio alla danze!
Per questa immersione abbiamo pianificato 25minuti a 90metri. Sulle spalle 250bar di 13/55 in un pensate bibombola 16+16. Per la decompressione userò tre stage s80: 21/35- 50/20 -0XY.
In superficie non c'è corrente, lo staff ci aiuta nel  rito della vestizione, capriola e siamo in acqua!
Ci portiamo sul pedagno trascinati dagli scooter: al segnale di ok ci lasciamo cadere verso il fondo speranzosi di incontrare il tanto agognato Ravenna.
L'acqua è lattiginosa, scendiamo decisi e tranquilli ma sorpassati i 30metri una sgradita sorpresa: veniamo investiti da una fortissima corrente che contrastiamo a fatica con gli scooter. La corrente purtroppo è su tutta la colonna d'acqua  dai 30 a 90mt.
Mentre scendo la visibilità peggiora decisamente, ci siamo ecco il relitto, il pedagno ha fatto centro è dentro il relitto a 90mt.
Attacco uno strobo alla cima, ci indicherà la via del rientro. Come spesso accade quando si arriva su un relitto nuovo ci vuole un attimo per orientarsi, ma gli studi fatti a secco su vari disegni aiutano.

cassero centrale
Il pedagno è atterrato a centro nave lato di prua. Nella zona centrale c'è il cassero, abbastanza collassato, ci sono i camminamenti, spostando lo guardo verso l'alto vedo i bighi per la scialuppe di salvataggio. Subito mi saltano all'occhio della balle di lana grezza che facevano parte del carico della nave. Prendiamo la murata di sinistra, direzione poppa tra grossi boschi di corallo nero che colonizzano tutte le strutture ci sono pezzi di reti che attraversano il relitto.


Sulla coperta ci sono due grossi argani, arriviamo a poppa, è qui che c'è stata l' esplosione, una sovrastruttura di un piccolo cassero o quello che ne rimane fa bella mostra. Gli giriamo intorno e ci riportiamo in direzione prua, seguendo la murata di dritta che, probabilmente essendo quella più esposta alla corrente, è completamente ricoperta da gorgonie bicolori gialli e rosse ,lo spettacolo è mozzafiato, una tavolozza di colori unica, stiamo facendo due immersioni in una: una su bellissimo relitto e l'altra naturalistica!

la prua volta verso alto, staccata dal relitto







Verso prua il relitto è stato smembrato dalla mine elettriche usate dall'equipaggio della nave Rostro ingaggiata del recupero del carico. Poco distante, staccata, c'è la prua volta verso l'alto, il controluce della prua con il tagliamare contornato dalle battagliola e dei boschi di corallo nero, a mio avviso sono la parte più accattivantie della nave. In questa zona la corrente si fa sentire tira parecchio, lo strobo si vede a distanza, è il 23' abbiamo ancora qualche minuto,un ultima scooterata sulla murata al 25' stacchiamo. Filippo prende il pedagno e lo porta fuori dal relitto in modo tale da non incagliarlo, la cima scarroccia trasportata dalla corrente e noi con lei.

Avvolto nei miei pensieri inizio la risalita. -85mt,  un botto pazzesco mi fa saltare il cuore in gola, una fiume di bolle mi travolge, non capisco, in due secondi netti chiudo manifold e primario, apro la 21/35 che respirabile poco più in alto a 70mt. Un'occhiata ai manometri: ho ancora 100 bar nel bibo, non è quindi da li che sto perdendo gas. Allora gonfio la stagna, il bombolino è vuoto… (saltato valvolino di sovra pressione primo stadio, da approfondire).



profilo 25@90
nel blu :decotime



Vabbè un po' preoccupato continuo la mia risalita rispettando il runtime e, a 66mt, passo alla 21/35, mi tranquilizzo riapro il manilfod, ho ancora il mio gas: bene. Completiamo la deco, tra palamiti e tonnetti che ci nuotano intorno, al 130 torniamo all’aria. Dal gommone ci chiedono come è andata, le nostre facce soddisfatte e i nostri sorrisi la dicono tutta.
Si rientra al porto tra fiume di parole,  ad aspettarci ultima tappa deco, quella più importante, quella con le gambe sotto al tavolo.
La deco di superficie prevede ogni ben di Dio: antipasti, pasta con pesce, vinello, dolci e caffè: davvero un servizio strepitoso del diving sport 7 di Andora.

Che dire... sono molto contento, per essere il primo tuffo sul Ravenna siamo riusciti a girarlo da poppa a prua, abbiamo complessivamente avuto una buona visione di insieme e di dettaglio. Il relitto è piccolo e lo giri bene, è molto colorato e sicuramente la corrente e la profondità sono da gestire con attenzione, il tempo di fondo è volato!





Torneremo presto per bissare il Ravenna!!



Ravenna Wreck: Rusted Iron Cut from Dario Lupi on Vimeo.

domenica 2 settembre 2018

Trimix dive:KT Sestri 60 metri



ll KT di Sestri è in realtà è un UJ (Unterseeboot Jaeger 2216) un caccia sottomarini e non un cargo armato. Risparmio i dettagli, ma si tratta di un relitto bello, affascinante, ricco di dettagli ed elegante.
PECCATO che ieri le condizioni fossero le peggiori che io abbia mai incontrato là sopra. Acque torbe, un po' meglio a prua, decisamente male a poppa.
Un bel giretto  in ottima compagnia.
Relitto sempre bello sui cui ci torno sempre con piacere .
Se guardo il loogbook negli anni scorsi ci sono sceso 5volte, sempre in aria per scelta, ma oggi con un trimixino light ce lo siamo gustami a pieno.
Alla prossimo guys.
Dati immersione
Max depth 58
Bottom time 35'
Run time 100'Mix 20/20 ean50 -Oxy
Team:

  • Altomare Paolino CA
  • Bertini Maurizio ECCR
  • Giacchino Enrico ECCR
  • Lupi Dario CA
  • Tenerini Enrico ECCR