giovedì 8 ottobre 2020

Trimix Dive : Relitto della M/N Viminale 90/107 metri.

Varato nel 1925 per conto del Lloyd Triestino, il transatlantico “VIMINALE” è oggi considerato “La regina dei relitti italiani”. La sua storia ci rivela che è stata una delle prime navi con motorizzazione Diesel, nonché orgoglio della flotta mercantile italiana. Durante la seconda guerra mondiale viene requisito per scopi militari ed il 25 luglio del 1943, in concomitanza con la fine del regime fascista in Italia, il transatlantico viene silurato ed affondato dagli anglo-americani.

Oggi giace a Palmi, in Calabria, in perfetto assetto di navigazione su un fondale fangoso a 107 metri di profondità.



L'idea di immergersi sulla Viminale nasce nel 2019. Il viaggio viene organizzato per giugno 2020 ma, causa pandemia, riprogrammato per settembre e poi, dopo dei rimandi causa maltempo, effettuato finalmente a ottobre.  Soltanto due membri del team: Paolino Altomare e Filippo Mauri sono riusciti a partecipare, gli altri amici purtroppo non hanno potuto causa ripetuti cambi programma che la situazione ci ha imposto. 

L'avventura parte giovedì 1 ottobre nel pomeriggio. All'orizzonte c'è incertezza, il meteo a lungo raggio non lascia presagire nulla di buono, la settimana precedente c'è stata una violenta perturbazione e una grossa mareggiata: chissà se riusciremo a trovare buone condizioni per immergerci.

Siamo combattuti, la Calabria non è certo dietro l'angolo, ma alla fine decidiamo di giocarcela e di accettare il rischio di tornare a casa con una debacle.

Abbiamo tutto pronto da dieci giorni: mix cariche, 2 bibombola a testa, 10 stage, scooter, un furgone noleggiato, le ceste con le attrezzature chiuse. Riprogrammare avrebbe voluto dire rimettere tutto in discussione e rimandare al 2021.






Il programma prevede 4 immersioni: due tuffi sulla Viminale, un tuffo sul relitto del Valfiorita e un tuffo sulla secca dei Francesi.

Le previsioni meteo non aiutano, cambiano continuamente e per poter sfruttare una finestra meteo, dopo aver sentito i nostri referenti in loco, facciamo un ennesimo cambio di programma  (in autostrada) e decidiamo di fare tappa a Salerno, dormire, riposarci e l'indomani scendere a Palmi  per  andare sulla Viminale direttamente il venerdì pomeriggio anziché il sabato. Con il senno di poi si è rilevata la scelta che ha fatto svoltare la vacanza!

Venerdì 02/10/2020 primo tuffo:

Arriviamo a Palmi ed è subito estate, soffia scirocco e fa un caldo fottuto. Ci mettiamo in pantaloncini, ciabatte, petto nudo  e iniziamo a caricare il gommone sotto il sole cocente delle 13.







Ognuno di noi ha un bibo con un ottimo 12/60, 4 stage: 18/40 -35/20 50/20-ossigeno, scooter.

Per l'occasione ci siamo appoggiati al Diving le Tonnare del Comandante Rocco D'Agostino, attuale punto di riferimento su Palmi se si vogliono organizzare tuffi sul relitto. A 3' di navigazione dall'obiettivo e soprattutto una profonda  conoscenza del relitto.

Dalla regia ci dicono che ieri c'era una corrente bestiale e che hanno dovuto lanciare il pedagno 4 volte per centrare la nave. Purtroppo siamo nella settimana di luna piena quindi la corrente c'era da aspettarsela ma va anche detto che l'intensità della corrente e la sua percezione può essere soggettiva, soprattutto se non si utilizza lo scooter e si va a pinne, ma questo è un altro discorso...

Dopo qualche minuto di navigazione siamo sulla verticale. Iniziano i numerosi passaggi sulla nave per cercare il punto migliore dove lasciarlo cadere. Ci siamo, incrociamo le dita: è il momento. Il pedagno va in acqua e corre a tutta velocità verso la nostra nave, dopo qualche minuto come da procedura ripassiamo sopra col gommone per verificare che sia atterrato sul relitto. Rocco scrupoloso e attento ci "notifica" che deve esserci corrente sul fondo ed il pedagno è fuori dal relitto: azz, iniziamo bene! Però poco male, l' importante è essersene accorti, riproviamo con un altro lancio.

Ritiriamo su pazientemente attrezzo e lanciamo nuovamente. Visto la corrente viene lanciato con ulteriori accorgimenti e questa volta  fa centro!!! Rocco sentenzia: il pedagno è sul relitto, è sul  cassero a centro nave, 90 metri murata di dritta, ora tocca a noi! Si va!





Dopo aver vestito i nostri pensati bibo, per cercare di ridurre al minimo gli impicci saltiamo con due stage ean50 e 18/40 già clippate in gommone,  mentre scooter,  deco con35/20 e 0xy li vestiremo in acqua. In superficie non c'è corrente è questa è già un ottima cosa, sicuramente la incontreremo sotto.

Check bolle a pelo d'acqua, ok d'intesa, scarico gav, mix in bocca e via a tutto gas verso il Titanic Italiano. 3 minuti e siamo a 90mt, si apre il sipario, il pedagno come sentenziato è sul cassero.

La visibilità è discreta 15/20mt. Prendiamo una direzione non sappiamo se prua o poppa ma appena scesi del cassero seguendo la mezzeria della coperta a  95mt, davanti a noi si aprono 3 strette stive, capisco di essere nella zona di prua, un bigo è crollato sopra di esse, una gigantesca aragosta fuori tana ci da il benvenuto, tra qualche istante saremo sul tagliamare.

Dall'estrema prua ci spostiamo fuori dal relitto per avere una visione d'insieme, facciamo la massima 105mt, la visibilità peggiora, le ancore in posizione non si vedono nitidamente, non perdiamo troppo tempo in questa zona visto che la visibilità è leggermente peggiore rispetto ad altre zone. Ci rifaremo nei prossimi giorni. Invertiamo il senso di marcia e continuiamo il nostro giro.


Ripassiamo sulle stive di prua e ci godiamo quello che a mio avviso è uno degli scorci più accattivati. Davanti a noi si materializzano i due grossi bighi salpa ancore, che si scagliano nel blu seguiti da una grossa stiva ai piedi del cassero di comando caratterizzato dai suoi finestroni,  in alcuni ci sono ancora le vetrate al loro posto, una visione da sballo che da sola vale il prezzo del biglietto.





Proseguiamo lungo la murata di sinistra fiancheggiando il cassero e la lunga passeggiata di prima classe,  con tutti i finestroni. Il cassero è enorme, non finisce più ed è strutturato su più livelli.

Lungo la murata di sinistra si distinguono due argani salpa scialuppe. Arriviamo a poppa, qui l'elica, il timone e lo specchio di poppa sono andati distrutti, tuttavia i banchi di pesci sono numerosi e si aprono al nostro passaggio. Un altra grossa aragosta stazione tra la lamiera. Diamo gas ed eccoci nuovamente sulla murata di destra dove c'è la nostra cima. Facciamo ancora un bel giro lungo la coperta di prua fino al tagliamare godendoci la vista dei bighi. Al 23' stacchiamo. Davanti a noi due ore di decompressione, giri bombole e corrente che non ci ha mai mollato e ha cambiato più volte direzione, fascia e intensità. Ma poco importa, l'importante è che la Viminale si è mostrata in tutto il suo splendore!!!

Rientriamo in porto soddisfatti tra fiumi di parole e sorrisi con la consapevolezza di aver vissuto un esperienza unica! 



Domenica 04/10/2020 secondo tuffo:

Dopo i tentativi sfumati nel giorno precedente, causa condizioni meteo, e dopo aver monitorato attentamente lo stabilizzarsi delle condizioni dal nostro terrazzo a 100mt dal mare con "vista Viminale", eccoci nuovamente sulla verticale della nave. Oggi le condizioni di corrente non sono facili, la cima della linea di discesa parla chiaro: è in obliquo e la tanica del nostro pedagno è sommersa per metà, oggi ci sarà da divertirsi .



Salto in acqua come del primo tuffo. Procedura standardizzata ean50 e 18/40 già clippate in gommone, scooter , 35/20 e 0xy li vestiremo in acqua. Aspetto di esser portato a monte del pedagno prima di lasciarmi cadere in acqua.

Controllo bolle rapido, per non esser allontanati dal pedagno, e via lungo la cima a tutto gas!

Appena scesi veniamo investiti da una forte corrente che cerco di fronteggiare con lo scooter alla massima potenza. Come sempre durante la discesa apre la strada Filippo, che si occupa di posizionare la strobo. Un vero fulmine, ma questa volta quando arrivo sul relitto e il computer segna poco più di 2 minuti, mi congratulo con me stesso. Il pedagno è caduto a filo murata di sinistra, sul cassero di centro nave. La visibilità è migliore rispetto a due giorni fa.

Già dall'altro si vedono le strutture superiori del cassero, corriamo, bighi , fumaioli e alcune maniche a vento: ci vorrebbe un immersione dedicata solo per fare il cassero e i suoi livelli. Ci portiamo a prua, la grossa stiva che si apre è invitante. Mi calo dentro lentamente fino al primo piano, qui c'erano gli alloggi dell'equipaggio. Vedo degli oblò in bronzo, alcuni sono aperti. Vedo anche altro materiale che non distinguo. Filippo scende fino al secondo piano, esce e ci dirigiamo verso il tagliamare.

La visibilità oggi è spettacolare, la visione del tagliamare con le sue due grosse ancore in posizione negli occhi di cubia è davvero spaziale,  mi allontano e cerco di avere una bella visione d'insieme . Sulla coperta di prua ci sono due grossi argani, ci portiamo sulla murata di sinistra dove troviamo i resti di un vecchio pedagno con tanto di dedica artistica lanciato qualche giorno fa  e poi  abbattuto  da un rete di un pescatore.

Raggiungiamo il cassero, Filippo si infila percorrendo la passeggiata di prima classe. Io mi affianco a lui esterno al relitto con lo scooter in marcia bassa mi e mi godo l'immersione, la visibilità è talmente buona che dai 95mt vedo tutta la murata e lo squarcio causato dal siluramento. Più in giù, a 110mt, vedo pure la sabbia.

Raggiungiamo la poppa, anche qui ci sono dei bighi che si scagliano verso alto e nei quali sono rimasti incagliate diverse cime e attrezzi da pesca. A poppavia del castello si apre una grossa stiva, Filippo si cala della stiva ed esce dallo squarcio sulla murata di sinistra, io rimango più tranquillo a poppavia del cassero tra i i bighi la stiva. Ci riportiamo sulla murata di destra risalendo, è arrivato il 22' non ci rimane che dire arrivederci alla Viminale. Grazie, sei stata fantastica e non ti dimenticheremo!




Il tempo scorre tra il giro stage, rispetto del runtime e, tappa dopo tappa, arriviamo a 21mt dove incontriamo il buon Rocco che è venuto a portare via i vuoti. Come concordato gli segnalo di sganciare il gommone e di andare in drift con la stazione, visto che la corrente è sostenuta e non è il caso di farci un altra ora di deco a contrastare la corrente... 

Al 140' torniamo all'aria, siamo davvero entusiasti: siamo riusciti a fare due tuffi sul Titanic Italiano trascorrendo 45' sul relitto con condizioni di visibilità più che buone. Cosa voler di più? Obiettivo raggiunto, la Viminale è stata fatta, ora ci possiamo dedicare serenamente agli altri tuffi in programma

Foto relitto fonte web

 

2 commenti:

  1. Ciao, bella immersione, complimenti! Una curiosità: usi la pvalv o no?

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  2. Ciao Grazie, no personalmente non uso la pvalve , tuttavia non rinuncio all'idratazione pre tuffo !

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