Ultimo
atto della straordinaria avventura calabrese: il relitto del Valfiorita.
Dopo
aver fatto colazione, lasciamo il nostro B&B Eneide di buon mattino,
ci dirigiamo verso Scilla , è qui che ci imbarcheremo per raggiungere il nostro
relitto.
Abbiamo il furgoncino pieno di stage e bibombola carichi di trimix
che necessitano di un ultimo top ad aria, per essere perfezionati. Arriviamo
allo Scilla Diving center, siamo in anticipo e con il carrellino iniziamo
a trasportare i bibo, a fare i top ad Aria e poi via! Verso l'imbarco. Oggi per
noi è l'ultimo tuffo, poi si rientra.
Per questo tuffo abbiamo previsto 40' di fondo tra i 50/70mt. Per
Filippo un d15 con 18/40 e per il sottoscritto un d12 + s80 con un ottimo
20/30.
Sul
molo Filippo si accorge che la valvola di scarico del gav si è rotta,
probabilmente durante la continua movimentazione dell'attrezzatura ha preso
qualche colpo. Poco male, avvisiamo Paolo che ci raggiunge con un sacco
sostitutivo, problema risolto! Ora siamo pronti per mollare gli ormeggi.
Anche
oggi, come nei giorni scorsi, abbiamo il gommone in esclusiva, siamo solo noi
due. Poco dopo le 10 usciamo dal porticciolo di Scilla con il gommoncino pieno
di attrezzature pronti per attraversare lo stretto. Alla Guida Silvia in
assistenza Nunzio.
La nave
Valfiorita giace tuttora di fronte l'abitato di Mortelle, in provincia di
Messina, ad una profondità compresa tra i 55 ed i 70 metri, in perfetto assetto
di navigazione e conserva ancora il suo ultimo carico costituito da camion,
autovetture e motocicli dell'epoca. La Valfiorita è considerato uno
dei più bei relitti del Mar Mediterraneo, ricorda per certi versi il
Thistlegorm del Mar Rosso è ad un quota non impegnativa, sicuramente ci
divertiremo.
La nave
fu affondata l'8 luglio 1943, durante la navigazione tra Messina e Palermo dal
sommergibile britannico HMS Ultor che la colpì con un siluro nella zona di
prua. Il comandante della Valfiorita cercò di puntare verso terra per mettere
in salvo la nave, ma il danno provocato dal siluto fu così devastante che
il troncone di prua si staccò dal resto della struttura, provocandone il
repentino affondamento.
Ci
siamo: Silvia inizia a rallentare, siamo a poca distanza dal Valfiorita. Eccole
le bottiglie in superficie che segnano il pedagno. Ci attacchiamo e diamo
inizio alle danze. Corrente assente. Pinne, maschera capriola e siamo in acqua!
Galleggio
in superficie, ma ho una strana sensazione. Cazzo, entra acqua nella muta... ne
sta entrando tanta... decido di risalire subito sul gommone per controllare.
Nunzio mi conferma che la cerniera è chiusa, ma aprendola mi dicono era rimasto
impigliato un pezzo di sotto muta. Ok va bene, l'importante e aver sistemato.
Sono di nuovo in acqua, ora sono stagno, ho le mie 3 stage clippate e
sono pronto per la discesa.
La cima
di discesa è fissata a poppavia del cassero, in meno di due minuti siamo sul
relitto. La visibilità è super. Come da piano ci dedicheremo subito alla
penetrazione delle tre stive di poppa.
La prima contiene auto Balilla e motociclette Guzzi "trialce". I musi delle Balilla sono davvero caratteristici e fanno bella mostra di sè. Ci giriamo attorno con attenzione a non sollevare sedimento con gli scooter, non pinneggiando ci risulta più semplice. Soddisfatti, ma mai sazi, ci portiamo nella seconda stiva e al secondo piano ci sono schierati una fila di camion Fiat 626. Ci stiamo divertendo come se fossimo in un parco giochi, stive davvero suggestive, quota operativa 60mt: spettacolo
Proseguiamo
il nostro giro ed eccoci dentro l'ultima stiva, qui le canne di balistite
(esplosivo) sono ovunque. Questa è la stiva forse meno accattivante rispetto
alle altre, ad ogni modo usciamo da uno degli squarci lungo la murata di dritta
e sgasiamo verso l'estrema poppa. Elica? timone? Mi stacco leggermente per
avere una visione d'insieme, ma elica non c'è.... lo sapevo, avevo studiato :)
è rimasto soltanto l'asse. La poppa e le sue strutture sono avvolte da cime e
pezzi di reti sui quali alloggiano caratteristiche spugne bianche (filograna di
mare) che completano la suggestiva scenografia.
Sul
cassero centrale si distinguono i corrimano, finestroni, la strobo
lampeggia poco più in là, nel frattempo altri sub stanno arrivando sul relitto.
Per noi non è ancora ora di staccare siamo circa al 25'. Ci lasciamo il
troncone di poppa alle spalle e raggiungiamo la prua che rimane staccata dal
troncone principale. Ci portiamo sulla sabbia per goderci il tagliamare nella
sua imponenza, facciamo la massima: 70mt.
Il relitto è enorme, ci vorrebbero più immersioni. C'è davvero
tanto da vedere e il tempo è sempre tiranno. Sulla via del ritorno ci facciamo
anche le stive di prua, qui ci sono casse con delle bombe e altri oggetti che
non riconosco. Ci riportiamo sul troncone principale, il bottom time sta per
scadere ma abbiamo ancora qualche minuto a disposizione. Come detto prima,
soddisfatti ma mai sazi, mi ributto nella prima stiva, voglio riveder meglio le
motociclette, faccio un ulteriore giro attorno al cassero è arrivato il
40' stacco la strobo, si chiude il sipario e inizia la decompressione.
Che dire, un'immersione favolosa. Relitto tra i più belli
visitati. Non abbiamo visto il corallo nero a prua, e la mitragliatrice sulla
sabbia ma grazie agli scooter a un buon bottom time abbiamo girato tutto il
relitto, portandoci a casa dei bellissimi ricordi!
Foto fonte web.